Cadavere esposto nudo in un sacco all’obitorio, Triggiani (FdI): “Sanità inefficiente e disumana”

Lettera al governatore Giani: “Esorto la politica toscana a mettere mano alla deriva del sistema ospedaliero pubblico”
“Era la notte fra il 2 ed i 3 agosto 2020 quando un’ambulanza portò via, dal suo letto, mio padre che non riusciva più a respirare. Mia madre mise da parte un pigiama pulito e qualche altra cianfrusaglia da portargli la mattina successiva, ma da lì a poche ore giunse quella telefonata. A differenza dei familiari di quel signore abbandonato in un sacco, a me, a mio fratello e a mia madre mostrarono il corpo di mio padre in modo dignitoso, ma non ho potuto fare a meno di pensare a quella famiglia che oltre a dover affrontare il dolore della perdita ha dovuto avere, come ultima immagine del loro caro, un corpo scomposto e privato della sua dignità”.
Così Elisabetta Triggiani, esponente di Fratelli d’Italia Lucca, che in una lettera alla stampa commenta la disavventura accaduta ai parenti di un deceduto all’obitorio dell’ex ospedale Campo di Marte che in occasione dell’ultimo saluto del parente morto a seguito di una lunga malattia e per Covid.
“La parente – prosegue Triggiani – con un commento su Facebook, usa queste parole: Ci è stato mostrato – avevno scritto i parenti – in un modo disumano, nudo (evidentemente protocollo Covid), ma senza nemmeno un lenzuolo a coprirlo, in un sacco e in una posizione buttata là… Senza dignità. Senza rispetto. Tutta la famiglia è sconvolta da questa mancanza di sensibilità in un momento tanto doloroso’. Ecco allora che faccio un appello al nostro governatore Giani affinché cerchi di rendere la sanità, oltre che più efficiente in termini di servizi, anche più umana. Ricordo che non siamo solo numeri utili a pagare le tasse che vanno ad ingrassare i conti pubblici, non siamo solo soggetti che devono eseguire a testa bassa ordini assurdi e privi di logica utili solo ad agevolare un sistema che fa acqua. Negli ultimi anni sono diventati rountine protocolli straordinari che oggi sono solo patetici ed assurdi che vietano, in modo crudele, la vicinanza fra paziente e familiare”.
“L’ultima volta che sono stata, personalmente, al pronto soccorso di Lucca, nel giugno 2023 – prosegue la donna – ho assistito a scene che una persona con capacità di sopportazione alta avrebbe, comunque, avuto motivo di fare una scena madre. C’era una signora che aveva accompagnato il genitore novantenne che voleva avere notizie dopo ore di attesa e c’era un signore che chiedeva di poter entrare nel reparto per portare all’anziana madre un qualcosa. A tutti veniva risposto con un tono tra l’autoritario ed il, totalmente, privo di compassione ‘non potete entrare, dovete aspettare, vi sarà detto quando è il momento’. A nulla valevano le suppliche dei parenti o le spiegazioni (più che valide) del motivo per il quale sarebbe stato opportuno stare vicino al proprio caro anche solo qualche minuto”.
“Vorrei ricordare al nostro governatore Giani che siamo persone, siamo esseri umani, siamo madri, padri, fratelli, sorelle, siamo figli e figlie di qualcuno. Esorto la politica Toscana a mettere mano alla deriva della sanità. A fare in modo di razionalizzare il più possibile le spese, ad eliminare ciò che, obiettivamente, è uno spreco e a destinare le risorse per garantire più esami diagnostici e liste di attesa più brevi. Ma soprattutto, Giani – conclude Triggiani rivolgendosi direttamente al presidente della Regione – ti esorto a sollecitare l’eliminazione, una volta per tutte, dei protocolli assurdi che servono solo a far rimanere i pazienti soli, privi del sostegno umano del loro caro ed, infine, ma più importante di tutti, ti esorto a fare in modo di mettere al centro della sanità la persona, l’essere umano sia quando esso è in vita , sia quando ha esalato l’ultimo respiro”.