Senza Confini: “Il servizio idrico torni ad essere totalmente pubblico”

27 gennaio 2024 | 15:59
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Senza Confini: “Il servizio idrico torni ad essere totalmente pubblico”

L’associazione ascoltata in commissione: “Ci auguriamo che si torni alla gestione idrica unitaria del bacino del Serchio e Apuano”

“L’acqua torni ad essere bene comune”. E’ quanto ha sostenuto giovedì scorso (25 gennaio) l’associazione Senza Confini, ascoltata con il suo rappresentante Tommaso Panigada, dalla commissione straordinaria sul servizio idrico istituita dal Consiglio comunale di Lucca.

“Abbiamo illustrato – spiegano da Senza Confini – i nostri punti di vista ed avanzato una proposta in merito al futuro del servizio idrico per Lucca e piana. Senza Confini mette al primo posto il valore del bene comune acqua, la sua proprietà statale, il ruolo del servizio pubblico dei gestori del servizio idrico e quindi anche di Geal, in procinto di arrivare a scadenza concessoria nel 2025. Chi pensa di ottenere a Lucca proroghe oltre i 30 anni previsti dalle norme nazionali in ragione del fatto che dobbiamo cambiare dei contatori negli acquedotti è poco avveduto; come pure chi avanza ragioni di tutela del paesaggio e delle sorgenti giocando con l’articolo 147 del regolamento ambientale e lo fa dopo aver accettato per 30 anni la divisione in 3 gestori del servizio idrico nella provincia e 2 nella piana di Lucca Gaia, Acque, Geal”.

“Stiamo parlando delle scelte di amministrazioni del passato – spiega Senza Confini – ma che impegnano le istituzioni locali e quindi anche le attuali. A tal proposito merita ricordare che il progetto di attendere il fallimento del gestore di ambito Gaia spa per poi prendere il comando da Lucca è fallito da molti anni e quella logica non ha portato benefici alcuni. Quello che serve è ritrovare la cultura del governo del bene comune patrimonio della città che fu foriero di scelte avvedute in materia di reti idriche e gestione dell’acqua. La piana di Lucca è un tutt’uno e la corretta programmazione di reti ed impianti impone una gestione del servizio su base di bacino e con consumi energetici oculati; assistere in silenzio ai caroselli di liquami da Guamo a Porcari mentre il depuratore di Pontetetto è a 500 metri è per noi impossibile”.

“La nostra associazione – si legge ancora nella nota – è da sempre impegnata per la ripubblicizzazione del servizio idrico, nel rispetto della volontà popolare che si manifestò oltre 12 anni fa attraverso un referendum nazionale molto partecipato e che dette un risultato indiscutibile in tal senso. L’uscita dalla gestione lucchese del socio privato di Geal è inevitabile e quantificabile in base alle elementari regole di bilancio e nel rispetto di quanto indicato a chiare lettere dalla autorità regionale Ait. Senza Confini auspica però che si sappia anche cogliere l’occasione a Lucca e nell’intera comunità della piana per ricomporre il tutto attraverso l’uscita dei comuni di Capannori, Porcari, Montecarlo, Altopascio dalla gestione Acque spa, ormai sotto scacco da Firenze e contado, impegnati nella operazione di costituire una holding finanziaria/gestionale dei servizi sotto il controllo di Firenze e amici finanziata dalla borsa. Dalla lettura dei piani di ambito si legge di progetti strampalati di collettamento acquedottistico fra il Serchio e Prato passando per la piana e Valdinievole assolutamente in contrasto con la necessità di far fronte ai mutamenti climatici ed allo stress idrico sul Serchio, le falde di pianura e gli usi idropotabili, per la produzione della carta come pure agricoli”.

“La nostra posizione contro la privatizzazione del servizio idrico – prosegue l’associazione – è argomentata, chiara e netta: servizio idrico pubblico, primazia degli usi potabili, recupero delle acque reflue depurate e risparmio negli usi produttivi, tariffe del servizio prive di utili per i gestori che devono essere economicamente efficienti e rispettosi della storia dei territori, c’è una responsabilità in più per Lucca e deriva dal fatto che vende acqua a Pisa e Livorno per milioni di metri cubi annui. Ci auguriamo che nelle prossime settimane emerga con chiarezza un orientamento da parte della commissione consiliare lucchese verso l’approdo naturale della gestione unitaria del bacino idrico del Serchio e Apuano, una gestione interamente pubblica in cui la piana di Lucca possa giocare il ruolo che le compete, senza odiosi sogni proprietari dell’acqua ma con l’intelligenza di chi sa che l’efficienza della depurazione sulla costa e nella piana, la tutela delle fonti e delle falde è un’assicurazione per la vita delle future generazioni, per sane attività produttive, per il turismo e soprattutto per la vita che si manifesta nelle biodiversità animali e vegetali che sono fatte come noi umani nella stragrande maggioranza assoluta di acqua”.