Lavori a San Concordio dopo il crollo, mancano soltanto le rifiniture. A primavera arriva l’asfalto natura
L’assessore Buchignani e i tecnici fanno il punto in commissione sulle scelte fatte e sui tempi dilatati. L’opposizione chiede un’ispezione del tratto in cui non si è intervenuti
La commissione lavori pubblici nel sopralluogo che si è tenuto oggi (5 febbraio) ha fatto il punto della situazione sul cantiere all’incrocio della chiesa di San Concordio. Dopo quasi tre anni dal crollo della pista ciclabile e notevoli disagi per residenti e attività commerciali, i lavori sembrano essere ormai in dirittura d’arrivo, ma l’assessore ai lavori pubblici Nicola Buchignani ha spiegato con precisione i motivi che hanno portato ad allungare i tempi e a propendere per delle soluzioni tecniche specifiche rispetto ad altre.





“È stato certamente un lavoro molto lungo – ammette l’assessore -, sul quale avevamo detto delle date di fine lavori e sapevamo che ci sarebbero voluti diversi mesi. È stato un lavoro complesso anche dal punto di vista tecnico, condiviso con la Soprintendenza che ha scelto tra le varie possibilità che avevamo presentato, quella di salvaguardare la volta che era stata ritrovata. Quindi, adesso la volta non dovrà più sorreggere il peso del manto stradale, è stato creato un nuovo assetto stradale con tanto di micropali e un nuovo ponte, strutturalmente staccato dalla volta”.
La presenza anche di numerosi sottoservizi non ha facilitato i lavori della ditta incaricata. Per poter ricoprire la struttura è stato necessario rialzare il manto stradale e creare un piccolo dosso.
“Abbiamo dovuto creare questo piccolo dosso – spiega Buchignani -, sul quale sono state spese molte parole ed è stato richiesto un chiarimento sulle motivazioni che ci hanno fatto preferire questa scelta tecnica. Questa commissione è stata fatta appositamente per far spiegare ai tecnici i motivi.”
A spiegare i motivi è l’architetto Alessandra Sargenti, responsabile dalla parte architettonica dei lavori: “La presenza della volta sottostante l’incrocio del semaforo è un bene architettonico da tutelare. Con la Soprintendenza, che doveva lasciare il nullaosta per la partenza dei lavori, siamo arrivati ad un accordo che ne prevedeva la conservazione. Il fatto che sopra la volta ci sia molto traffico, ha comportato uno studio strutturale per non creare un ulteriore trauma alla struttura. Di conseguenza per tutelare la memoria storica di questa volta antica, abbiamo dovuto creare questo dosso.”
Sotto il manto stradale è stata realizzata quindi una struttura portante che poggia su dei pali laterali ai muri della volta, in modo che non vada a sovrapporsi con il peso sull’arco. Chiaramente questo ha portato ad uno slittamento dei tempi e ad un aumento dei costi.
“Da un punto di vista strutturale erano state proposte altre soluzioni che erano molto più veloci – precisa l’ingegner Martinelli, responsabile della parte strutturale dei lavori -. Anche perché all’interno della struttura antica sono stati trovati numerosi sottoservizi, abbiamo proposto di creare una cappa, ma era una struttura permanente che alla Soprintendenza non piaceva. Alla fine l’obiettivo è stato quello di separare la volta dalla struttura che andavamo a realizzare per sostenere i carichi stradali. Quindi è stato realizzato un ponticello, che sorregge i carichi, sotto rimane la volta che attualmente non sorregge niente.”
Anche i marciapiedi sono stati rialzati per arrivare a pari altezza del nuovo asse stradale, rimane la posa dell’asfalto natura.
“Per la posa dell’asfalto natura si dovrà attendere la primavera – aggiunge l’assessore Buchignani -, adesso le ditte sono chiuse perché l’asfalto natura si stende a temperature più calde e meno rigide. A primavera quindi concluderemo questa parte di lavori”.
Attualmente gli operai stanno lavorando sul marciapiede dell’incrocio. Oggi faranno i sottofondi in asfalto e poi entro la fine della settimana si interverrà nella zona in cui si trovava il by pass.
“A causa del disagio creato alla parrocchia di San Concordio e a tutti – dice l’assessore -, proprio in settimana abbiamo contattato il parroco proponendo loro di asfaltare il piazzale della chiesa a carico nostro. Questo era una cosa a cui teneva tutta la giunta e il sindaco in particolar modo. Abbiamo scritto alla chiesa e attendiamo la risposta”.
Le spese di riasfaltatura, assicura il responsabile dell’ufficio strade del Comune di Lucca, Alessandro Paoli, rientrano nel quadro tecnico economico e sono già disponibili. I lavori sono costati quasi 500mila euro.
Soddisfatta della conclusione dei lavori anche l’opposizione, che ha però voluto sottolineare quanta differenza ci sia tra amministrare una città e fare polemiche strumentali seduti sugli scranni della minoranza, in riferimento alle critiche ricevute alla vecchia giunta comunale, in occasione del crollo del canale Benassai.
“Che i lavori a San Concordio siano in via di conclusione credo che sia una bella notizia per tutti, per i residenti del quartiere e per le attività commerciali – dichiara il capogruppo del Pd, Francesco Raspini – Devo dire anche che la situazione tecnica trovata è una soluzione che pare adeguata al contesto. Abbiamo però rilevato in commissione come per fortuna questa amministrazione ha riacquisito il principio di realtà che quando era in opposizione non aveva. Si fecero grandi polemiche per un lavoro ampiamente sottovalutato per la sua entità e poi quando sono subentrati per arrivare alla conclusione ci hanno messo 20 mesi. Pur avendo a disposizione la soluzione progettuale che era già stata individuata. Il vincolo imposto dalla soprintendenza per la volta del ‘500, era ben previsto e lo slittamento dei tempi, era a sua volta prevedibile. Certo a patto di voler affrontare la cosa con principio di realtà senza fare un’opposizione strumentale. Certe volte il sindaco rimprovera alla minoranza di essere strumentale, ecco sarebbe bene che si andasse a rivedere quello che facevano gli attuali assessori quando stavano all’opposizione”.
Secondo Raspini però l’amministrazione comunale avrebbe dovuto controllare lo stato di manutenzione di tutto il canale Benassai: “A questo punto – conclude -, come il centrodestra chiedeva insistentemente due anni fa, bisognerebbe verificare lo stato di manutenzione e di tenuta del Canale Benassai anche a monte della zona crollata. Abbiamo chiesto in commissione se in questi venti mesi era stato fatta qualche ispezione, ed abbiamo scoperto che non è stata fatta nemmeno una video ispezione. Occorre quindi provvedere quanto prima perché è urgente controllare lo stato di manutenzione di un canale che in alcune zone è crollato”.