Futuro incerto delle Rsa comunali. L’opposizione: “A fine mese l’addio del dirigente al sociale, la maggioranza non sa che fare”

Bianucci, Alfarano e Stefani: “Nessuna garanzia per i lavoratori, c’è il rischio di eccessiva lontananza fra l’amministrazione e il prossimo gestore”
“Poche garanzie per i lavoratori attualmente occupati, ancora nessuna idea dell’amministrazione comunale rispetto al riutilizzo della struttura di Monte San Quirico che sarà dismessa e che rischia di diventare l’ennesimo contenitore vuoto lasciato a marcire, e la notizia che il dirigente comunale che si sta occupando della riorganizzazione a fine mese si trasferirà in un altro ente e la giunta non ha ancora deciso con chi sostituirlo: la commissione sociale e sanità, che abbiano richiesto e ottenuto per avere risposte sul progetto del riassestamento delle Rsa, ci conferma le tante preoccupazioni già espresse su un percorso che rischia di peggiorare il servizio per i non autosufficienti lucchesi e le loro famiglie”.
Sono i consiglieri comunali del centrosinistra in commissione sociale e sanità (Enzo Alfarano, Daniele Bianucci e Lia Stefani) ad intervenire a margine della seduta dell’organismo, che ha visto l’audizione del vicesindaco Minniti e del dirigente del sociale Alessandro Cartelli. “Durante la seduta, abbiamo avuto conferma che il dirigente che sta seguendo il percorso della riorganizzazione delle Rsa a fine mese lascerà il Comune di Lucca per trasferirsi, con diverso incarico, ad altro ente – evideziano Alfarano, Bianucci e Stefani – e il vicesindaco Minniti ci ha spiegato che l’amministrazione non ha ancora le idee chiare su chi lo sostituirà. Niente da dire sulle opportunità lavorative del dirigente uscente, a cui facciamo i migliori auguri, ma certo la mancanza di continuità amministrativa in un percorso così articolato e rilevante non ci fa stare sereni. Anche perché ad oggi, ci ha spiegato Minniti, non c’è appunto un sostituto designato. Ma non è di sicuro questa l’unica fonte di preoccupazione. Durante la seduta è emerso che non sussistono garanzie certe per i lavoratori attualmente impiegati: né per il mantenimento di tutte le posizioni lavorative attive, né per la quantità oraria di oraria di ciascuno di loro (ci potranno benissimo essere contratti a tempo pieno che si trasformeranno in part-time, o viceversa), né per la tipologia del contratto collettivo utilizzato, che potrebbe in futuro essere anche peggiorativo. Su questo punto, il nostro impegno sarà massimo, per la tutela delle donne e degli uomini che lavorano per le Rsa comunali”.
“Altro punto che preoccupa è la notizia che il Comune, una volta individuato ed acquistato l’immobile da adibire a Rsa, effettuerà due distinti bandi per la locazione e per l’affitto d’azienda. In tal modo, il timore è che una maggiore lontananza tra amministrazione e gestore possa portare ad un minor potere di controllo ed incidenza, specie in un momento di estrema delicatezza come questo. E pure sul futuro dello stabile di Monte San Quirico, che si vuole dismettere, la nebbia è fitta: durante la seduta, Minniti ha evidenziato che l’amministrazione comunale non ha al momento alcuna idea su cui lavorare per il suo riutilizzo in tempi ragionevoli. E ciò a nostro avviso è un grosso peccato: perché invece ci vorrebbe ben diversa lungimiranza rispetto al destino degli immobili di proprietà pubblica presenti sul nostro territorio, che rappresentano un valore e non invece un peso da abbandonare ad un definitivo ammaloramento”.