Smontata la tigre da Palazzo Pretorio. Pardini: “Ci ha insegnato ad apprezzare la piazza”

Il sindaco di Lucca: “Conserviamo lo stupore quotidiano che ci ha regalato”
“Dopo 35 giorni la grande tigre dagli occhi gentili lascia il loggiato Palazzo Pretorio. Per migliaia di lucchesi e visitatori era ormai un’abitudine – entrando in piazza San Michele – trovarsela davanti in tutta la sua imponenza, in attesa di essere ammirata e fotografata. D’altronde qualsiasi installazione artistica – anche la più bella – si basa per sua natura su una scadenza temporale, per essere definita ‘eccezionale'”.
Così il sindaco di Lucca Mario Pardini, che dalla sua pagina Facebook commenta lo smontaggio e la rimozione della tigre di cartapesta posta sotto il loggiato di Palazzo Pretorio durante il periodo del Carnevale. L’operazione è avvenuta oggi (7 marzo), dopo oltre un mese dalla sua installazione.
“Infatti – eccezionalmente – la grande tigre è riuscita a valorizzare in modo inedito il nostro patrimonio storico ed architettonico, sposando l’arte dei maestri della cartapesta versiliesi alla magnificenza di uno degli spazi più suggestivi di Lucca. Un’installazione ad alto tasso scenografico, che attraverso lo stupore ci ha insegnato ad apprezzare una piazza così familiare in un’ottica diversa, “contaminata” nel senso positivo dalla novità: una bella sorpresa, come si dice. La tigre oggi lascia Lucca e con lei se ne va un po’ di piacevole stupore quotidiano”.
“La sfida adesso è conservarlo, questo stupore – che se ci pensiamo è un po’ come una nota di spezia ad arricchire il gusto di tutta la bellezza che avvolge chi vive la città, ogni giorno.
Perché altre cose arriveranno a richiamare quel gusto di nuovo, che da tanto – troppo – tempo mancava nella nostra città”.
“P.s. – conclude il sindaco -: nessun monumento è stato danneggiato, sia nel montaggio che nello smontaggio dell’installazione, tantomeno l’antica lanterna di Palazzo Pretorio. Come si vede dalla foto, infatti, la gru non sarebbe mai potuta arrivare a toccarla neppure al massimo dell’estensione”.