Critiche dagli Usa a Puccini, Fantozzi e Baldini non ci stanno

Il consigliere di Fratelli d’Italia: “Una deriva inutile, fatta di pseudo valori che vogliono scardinare secoli di bellezza e arte”
Una copertina del Venerdì di Repubblica in cui si definisce Giacomo Puccini fascista, razzista e misogino. E alcune critiche provenienti anche da oltre oceano. Tanto basta per rinfocolare, nell’anno del centenario della morte, il dibattito sulla figura del maestro autore, fra gli altri, di Madama Butterfly e Turandot.
Sul tema interviene il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Vittorio Fantozzi: “Con grande tristezza abbiamo assistito in questi ultimi tempi a delle interpretazioni veramente fantasiose, pregiudiziali e irritanti su molti temi, in nome della cancel culture e del politicamente corretto – dice – Dopo il surreale linciaggio a quell’insegnante americano che aveva avuto l’ardire di mostrare il David di Michelangelo in tutta la sua nudità, e le polemiche seguite all’esecuzione dell’Inno a Roma orchestrato con straordinaria capacità da Beatrice Venezi ed erroneamente attribuito al fascismo, benché composto nel 1918, arriva dagli Stati Uniti un duplice attacco al maestro lucchese Giacomo Puccini. Come segnala un informato articolo di Paolo Zannetti, pubblicato sul periodico online Destra.it, un ineffabile comunicato della direzione artistica dell’Opera di San Francisco giustifica la scelta di mettere in scena Madama Butterfly, nonostante la condanna per l’operazione orientalista del compositore lucchese che non avrebbe tenuto conto delle peculiarità di quella cultura, con l’esigenza di fare cantare gli artisti lirici asiatici, altrimenti poco utilizzati. Siamo a livelli del ridicolo; questi campioni del politicamente corretto omettono di dire che sicuramente l’esecuzione della Madama Butterfly assicura incassi e prestigio e si trincerano dietro queste scuse inutili e nemmeno richieste per confermare una scelta”.
Lo stesso, segnala sempre l’articolo, è accaduto a New York per la Turandot – prosegue Fantozzi – con Puccini accusato anche in questo caso di appropriazione culturale verso l’Oriente, per avere tratto ispirazione dalle melodie cinesi in ambito musicale e su presunti stereotipi culturali per la costruzione della storia, senza rispettare i principi ispiratori della cultura asiatica. Per chi conosce a fondo la produzione di Puccini, queste accuse suoneranno blasfeme e fanno rabbrividire noi che crediamo nella tradizione, nei valori culturali e artistici che sono certamente a pieno titolo attribuibili al compositore di Lucca, che riteniamo debba essere ancora più celebrato da noi come altrove. Resta il retrogusto di una deriva inutile, fatta di pseudo valori che vogliono scardinare secoli di bellezza e arte in nome di un progresso che, se deve essere quello delle accuse di orientalismo a Puccini, non avrà certo un futuro roseo”.
Sul tema anche il consigliere regionale della Lega, Massimiliano Baldini: “La Turandot, famosa opera del Maestro Giacomo Puccini, secondo il Metropolitan Opera di New York potrebbe essere considerata ispirata da toni razzisti. Un accostamento inconcepibile che, però, testimonia un clima fuorviante il quale, ora, colpisce pure il noto compositore toscano. Noi non ci stiamo e non finiremo mai di apprezzare le mirabili fatiche pucciniane“.