Piano operativo, nuovi dubbi sull’iter dall’opposizione: “Vizi procedurali rischiano di rendere illegittima l’approvazione”

9 aprile 2024 | 16:12
Piano operativo, nuovi dubbi sull’iter dall’opposizione: “Vizi procedurali rischiano di rendere illegittima l’approvazione”

Secondo undici consiglieri del centrosinistra mancano indicazioni sugli effetti dell’accoglimento delle osservazioni: si rischiano ricorsi di consiglieri e cittadini

Nel mese in cui il Consiglio si riunirà per l’approvazione definitiva del piano operativo dall’opposizione, dopo una lunga battaglia politica sulla trasparenza degli atti da discurete in sede di commissione, emergono dubbi dall’opposizione anche sulla procedura di approvazione in consiglio comunale. La mancata conoscenza, a detta di undici consiglieri del centrosinistra, del procedimento di formazione delle norme a seguito dell’accoglimento delle controdeduzioni, infatti, renderebbere illegittimo, e quindi ricorribile davanti a un tribunale amministrativo da parte dei consiglieri e quindi dai singoli cittadini il piano stesso.

I consiglieri di opposizione (tutti tranne Serena Mammini, del Pd, assessora all’urbanistica ai tempi dell’approvazione del pianpo), quindi, chiedono materiale integrativo e un ripensamento sull’iter scelto per l’approvazione, con l’obiettivo di scongiurare dubbi di possibile illegittimità: “Non siamo stati messi nella condizione di lavorare ed esaminare ogni pratica in modo trasparente e consapevole”.

È una lunga memoria quella depositata e sottoscritta dai consiglieri comunali Francesco Raspini, Vincenzo Alfarano, Gianni Giannini e Chiara Martini per il Partito Democratico, Gabriele Olivati, Cecilia Lorenzoni e Lia Stefani per Lucca Futura, Daniele Bianucci per Sinistra con – Sinistra civica ecologista, Ilaria Vietina per Lucca è un grande noi, Valentina Simi per Lucca Civica-Volt-Lucca è popolare, Silvia Del Greco per Libdem, che rigettano, come già più volte spiegato e annunciato in commissione urbanistica, le modalità messe in campo dal sindaco e dagli uffici per arrivare all’adozione del piano operativo di Lucca.

“Nel modo in cui il sindaco e l’ufficio urbanistica hanno deciso di procedere ravvisiamo un vizio procedurale che rischia di rendere illegittimo l’iter di approvazione piano – spiegano – Riteniamo, infatti, che il materiale messo a disposizione dei consiglieri comunali e della commissione urbanistica per l’esame della delibera sia insufficiente perché carente di alcuni elementi decisivi ai fini della formazione di una corretta e informata decisione di voto. Nella memoria richiamiamo nel dettaglio le normative regionali, comunali e nazionali in merito all’adozione di questo tipo di atti, a dimostrazione di come quello che è stato deciso dal sindaco e dalla giunta, con l’obiettivo disperato di recuperare i due anni di tempo persi da quando si sono insediati, presenta profondi rischi di illegittimità”.

Il problema è che negli allegati alla proposta di deliberazione non è infatti possibile rinvenire nessuna precisa indicazione in merito agli effetti dell’accoglimento (anche parziale) delle osservazioni – prosegue il centrosinistra – E questa è una carenza che noi consiglieri abbiamo evidenziato più volte nel corso delle varie sedute della commissione urbanistica, ma senza essere ascoltati: risulta infatti necessario, per mettere i consiglieri nella condizione di votare ed esaminare ogni passaggio e rendersi conto, con piena consapevolezza e trasparenza, di cosa significa accogliere o meno le osservazioni pervenute, rendere palesi le modifiche normative e cartografiche all’adottato piano operativo, integrando la documentazione prodotta dall’ufficio di piano con gli elaborati costituenti come conformati sulla base delle osservazioni: serve in sostanza vedere come si intendono cambiare le norme e le cartografie. L’assenza di questa documentazione, oltre a rappresentare un notevole vulnus nel procedimento amministrativo, non permette ai consiglieri comunali di riscontrare e comprendere le modifiche al piano operativo, non permette cioè di avere un’esatta visione di come lo si intende conformare in funzione dei contributi forniti dai cittadini, associazioni, ordini o collegi professionali e enti”.

In sintesi è come chiedere ai consiglieri di votare a scatola chiusa un qualcosa che non comprensibile fino in fondo. L’impossibilità comprendere la proposta di piano operativo conformato in conseguenza dell’accoglimento delle osservazioni rende praticamente impossibile per un consigliere comunale proporre modifiche al testo deliberativo, limitando se non annullando un suo proprio diritto/dovere. E non è certo pensabile rimandare l’esercizio di questa facoltà alla successiva fase di definitiva approvazione del piano operativo, successiva allo svolgimento della conferenza paesaggistica, come prevista dall’accordo di Programma Mibact – Regione Toscana, dal momento che, in quella sede, il testo sarà già necessariamente blindato dagli esiti della conferenza paesaggistica stessa”.

“Insomma, questa modalità di lavoro – dicono i consiglieri – portata avanti in modo del tutto arbitrario dall’amministrazione, mette i consiglieri comunali – tutti quanti, sia di maggioranza che di minoranza – nell’impossibilità di esprimersi con cognizione di causa esponendoli personalmente al rischio di collaborare con il loro voto a un atto potenzialmente illegittimo, con tutte le conseguenze del caso vista la rilevanza degli interessi in gioco. I consiglieri, che per legge hanno il dovere di esprimersi sulle controdeduzioni predisposte dall’ufficio alle osservazioni dei cittadini e degli enti, sono costretti a svolgere la loro funzione senza avere nessuna visibilità sul testo destinato, all’esito del procedimento, a produrre gli effetti giuridici tipici della normativa urbanistica. Ecco perché è assolutamente inopportuno demandare all’ufficio, come invece prevede la proposta di deliberazione al punto numero 3 “l’adeguamento degli elaborati al piano operativo conseguenti all’esito delle controdeduzioni ai fini dell’attivazione della conferenza paesaggistica”.

“In questo modo, da un lato, si sottrae al consiglio comunale, in modo ingiustificato, la visibilità su come un’osservazione accoglibile o parzialmente accoglibile viene tradotta in norma giuridica e di conseguenza la possibilità di verificare la corrispondenza tra il “prodotto” (la norma o le carte) e le “premesse” (la controdeduzione tecnica) – dicono i consiglieri – Dall’altro, di fatto, si toglie anche la possibilità  di intervento sul testo normativo dal momento che è solo in questa fase, cioè prima della conferenza paesaggistica – che lo stesso è utilmente modificabile. In definitiva: dove sta scritto che solo la struttura burocratica dell’ente, e magari il sindaco e qualche componente della giunta, ha diritto ad avere l’esclusiva sulla visibilità  delle modifiche apportate al testo normativo e alle cartografie sulla base delle osservazioni pervenute? Dove sta scritto che il sindaco e il dirigente hanno il diritto di sottrarre queste delicate informazioni alla visione dei componenti dell’organo che, in fin dei conti, è effettivamente titolare del potere regolatorio, cioè il consiglio comunale? E non sta scritto da nessuna parte, neanche nell’accordo di programma più volte citato dal Dirigente, che il consiglio comunale debba votare al buio su uno degli atti principali di una pubblica amministrazione”.

“Per tutti noi, quindi, omettere l’esposizione di materiali essenziali per consentire ai consiglieri comunali di svolgere in modo compiuto il proprio ruolo – si legge ancora – costituisce un serio pregiudizio alla legittimità  del procedimento che rischia di rendere precario il provvedimento finale di fronte ai numerosi controinteressati. Di più: questo modo di procedere apre alla possibilità  che la volontà del Consiglio possa essere manipolata in una fase successiva a quella della votazione schiudendo scenari ulteriori e più gravi rispetto alla mera illegittimità amministrativa dell’atto. Scenari che, ne siamo certi, l’amministrazione comunale intenderà senz’altro prevenire correggendo la rotta e mettendo a disposizione di tutti i consiglieri comunali, con congruo preavviso rispetto alle sedute nelle quali sono previste le votazioni, sia in commissione sia in consiglio comunale, i materiali finora mancanti e che anche oggi abbiamo ancora una volta formalmente richiesto al sindaco e al dirigente. In assenza di questo materiale specifico (elencato in ultima pagina nella memoria allegata) ci troveremo costretti a reiterare formalmente i dubbi di legittimità sull’atto che andrà in approvazione anche in consiglio comunale”.