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Piano operativo, bagarre in Consiglio per il via al tour de force sulle controdeduzioni. Bocciata la pregiudiziale dell’opposizione. Il sindaco: massimo coinvolgimento, Lucca è un modello

22 aprile 2024 | 10:54
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Undici consiglieri di minoranza mettono nel mirino il percorso: “Impossibile esprimersi con cognizione di causa”. Il primo cittadino: “Ci siamo mossi in un recinto normativo chiaro e ben definito”

Inizia in salita il consiglio comunale ‘fiume’ con all’ordine del giorno l’approvazione del piano operativo.

Dopo l’appello è il capogruppo del Pd, Francesco Raspini, a nome di 11 consiglieri di minoranza (tutti tranne l’ex assessora all’urbanistica Serena Mammini) ad esporre i motivi, già preannunciati in larga parte la scorsa settimana, secondo cui il dibattito sarebbe in qualche modo inficiato in partenza dalla mancanza di dati a disposizione dei consiglieri chiamati al voto.

La richiesta del consigliere Raspini, letta in aula con delle aggiunte rispetto a quanto anticipato la settimana scorsa per rispondere alle repliche arrivate dal direttore generale. La questione è l’impossibilità, secondo consigliere Raspini e gran parte della minoranza, di votare sui testi così come modificati dalle osservazioni accolte. Nessuna indicazione, infatti, secondo Raspini & Co., c’è sugli effetti degli accoglimenti anche parziali delle osservazioni. Il capogruppo del Pd ha poi sostenuto che “l’istruttoria è manchevole” e che ciò, dal punto di vista dell’opposizione, rischierebbe “di viziare lo stesso iter di approvazione del piano operativo”. Nel suo affondo il consigliere comunale si è lamentato che “l’ufficio non ha trasmesso all’aula tutta la documentazione relativa alle controdeduzioni accolte, mettendoci nella condizione di non poter esprimere un parere”.

Messa ai voti, la questione pregiudiziale è stata respinta (con 17 voti contrari). Il sindaco Mario Pardini, che ha la delega all’urbanistica, ha respinto le accuse, sostenendo che sull’iter del piano e del lavoro sulle osservazioni “c’è stato un amplissimo coinvolgimento: gli uffici comunali con il dirigente hanno fatto un lavoro immane. I ritardi? Non ci sono stati, perché si dimentica che tra l’adozione e oggi c’è stato il periodo del Covid. Nonostante ciò, Lucca può essere considerata un modello per essere riuscita a portare avanti un percorso di valutazione delle osservazioni in modo chiaro, semplice ma soprattutto aggiornato alle vigenti norme”.

All’inizio della prima seduta, su molte di questi aspetti si è invece appuntata la critica dell’opposizione: “Quella fatta dalla maggioranza – ha detto Raspini – è una scelta omissiva non causale ma voluta. Una scelta poco trasparente e lesiva delle prerogative del consiglio comunale”.

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“È assolutamente doveroso e indispensabile – chiede Raspini – integrare la documentazione prodotta con gli elaborati costituenti il piano operativo comunale come conformato o in alternativa, come minimo, riportare in calce a ogni singola osservazione la modifica al testo o la cartografia. Per tutte le modifiche e non solo sulle superfici minime e sul quadro conoscitivo, come avviene in questo momento. Non permette di avere, insomma, una esatta visione di come lo intende conformare. L’impossibilità di capire e comprendere il piano operativo viene a rendere problematico esprimersi sulle osservazioni perché non si riescono a capire gli effetti giuridici. Tutti i consiglieri comunali non possono esprimersi con cognizione di causa, esponendosi così a un atto illegittimo”.

“Non è immaginabile né sostenibile – conclude – il criterio secondo cui il potere di emendamento si possa effettuare sulle controdeduzioni. Il rischio è quello di una decisione erronea e fondata su presupposti normativi inesistenti perché non vi è automatismo fra la controdeduzione e il suo prodotto normativo o l’esito cartografico, essendo diversi i modi in cui si verificano gli effetti sugli atti”.

Prima della chiusura, in cui replica alle rassicurazioni del segretario generale, Raspini afferma che è “palese che l’unico soggetto che può conoscere pienamente il piano sono gli uffici tecnici”.

Secondo le considerazione di Raspini ogni decisione presa, se non si sanano le informazioni a disposizione dei consiglieri comunali rende l’atto approvato “illegittimo e quindi da annullare”. “Secondo il segretario generale – dice Raspini – gli uffici devono compiere solamente una ‘traduzione’ in un linguaggio tecnico delle norme. Non è così”.

Durante la discussione sono arrivate le mozioni d’ordine di Armando Pasquinelli della Lega, che chiedeva una discussione più sintetica della questione pregiudiziale posta dall’opposizione, peraltro già conosciuto dai consiglieri comunali per averlo ricevuto nei momenti preliminari; di Alessandro Di Vito di Forza Italia – Udc che protesta sulla lunghezza dell’esposizione del consigliere; di Elvio Cecchini di Lista Civile, che ha detto di non sentirsi intimidito, anche a nome dei colleghi, come consigliere di maggioranza, dalle parole del capogruppo Pd.

Dopo una breve sospensione della seduta, ha ripreso la parola il consigliere della Lega Armando Pasquinelli, criticando la questione pregiudiziale illustrata da Raspini: “Il lavoro fatto in commissione, l’ampia pubblicità che ne è stata fatta – ha osservato -, ha messo tutti, crediamo, nelle condizioni di conoscere in modo approfondito l’iter di valutazione delle osservazioni e delle controdeduzioni”. A lui ha ribattuto il consigliere comunale di Sinistra Con, Daniele Bianucci, partendo dalle considerazioni fatte da Pasquinelli che ha ribadito che non c’erano le condizioni per riadottare un nuovo piano. Bianucci, ripreso più volte dal presidente del consiglio comunale, Enrico Torrini, che lo invitava a rimanere sulla questione pregiudiziale, non ha potuto completare l’intervento e la sua mozione d’ordine, con la richiesta di sospendere nuovamente la seduta, è stata respinta. La parola poi è passata al consigliere di Lista Civile, Elvio Cecchini, che rivolgendosi a Bianucci, ha detto che “se fosse venuto alle sedute delle commissioni avrebbe potuto comprendere meglio il lavoro fatto”, poi ha messo nel mirino la questione pregiudiziale posta dall’opposizione: “Lo strumento adottato dalla scorsa amministrazione conteneva delle norme prive di visione e voi avete fatto perdere tempo e risorse alla città. Il senso di queste pregiudiziali ha solo il senso di intimidire qualcuno, ma non intimidisce in realtà nessuno”.

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Il consigliere di Lucca Futura, Gabriele Olivati, ha spiegato che “il senso della pregiudiziale è propositivo, è necessario chiarire a sindaco e giunta che il nostro obiettivo è quello di garantire alla città uno strumento urbanistico quanto migliore possibile”. “Qui dentro – ha attaccato il consigliere di Forza Italia-Udc, Alessandro Di Vito – ci sono persone ignoranti della materia. Perché siamo qui a discutere controdeduzioni ad un piano adottato nel 2021, sulla base di linee guida che l’amministrazione ha illustrato ormai un anno fa. Con questa pregiudiziale si è messa in discussione e in dubbio la professionalità del dirigente dell’urbanistica Marioni su un iter che è stato ereditato dalla passata amministrazione. Invece, devo riconoscere che l’architetto ha saputo lavorare in modo competente e super partes”. Al termine ha preso la parola anche Lorenzo Del Barga, presidente della commissione urbanistica, che ha difeso l’iter seguito, sostenendo che “a tutti i consiglieri sono state consegnate puntualmente e con largo anticipo le documentazioni necessarie a farsi una idea molto chiara e precisa”.

La questione sollevata dall’opposizione, messa ai voti, è stata bocciata, con 17 voti contrari e solo 10 favorevoli. 

La seduta è proseguita entrando nel vivo della pratica: quella dell’approvazione delle controdeduzioni al piano operativo. A prendere la parola è stato il sindaco Mario Pardini, titolare dell’urbanistica che nel suo intervento non ha mancato di replicare alle critiche sollevate dall’opposizione.

“Noi – ha detto il sindaco Pardini illustrando il lavoro che in questi giorni sarà svolto dal consiglio comunale – non stiamo approvando il piano, stiamo discutendo le controdeduzioni. Quando si approvano le controdeduzioni non si ha un effetto giuridico. La si avrà al termine del percorso con l’approvazione. L’approvazione delle controdeduzioni è necessaria per arrivare all’approvazione vera e propria dopo il passaggio alla conferenza paesaggistica finale”.

Il titolare dell’urbanistica, nel ricostruire il percorso seguito, ha risposto anche agli attacchi arrivati dall’opposizione: “A novembre scorso siamo partiti con le audizioni delle categorie, dopo che nell’aprile del 2023 avevamo fissato le linee guida, volendo proseguire con un percorso dando criteri oggettivi. Non ho mai detto, nemmeno in campagna elettorale, che avremmo riadottato un nuovo piano. Ho detto che avremmo valutato questa ipotesi, certo affascinante per noi ma come noto non percorribile al momento. Abbiamo pertanto decidere di approvare il piano adottato cercando di modificarlo. E di modifiche ne abbiamo introdotte parecchie. Abbiamo cambiato alcuni aspetti, corretto errori, rivista la classificazione del patrimonio edilizio esistente, le schede norma, il quadro conoscitivo e infine le azioni, con la correzione di alcune incongruenze. Penso, ad esempio, alle questioni degli ampliamenti e dei piani terra. Ma lo abbiamo fatto consapevoli nella cornice in cui ci stavamo muovendo, ovvero un iter verso l’approvazione del piano che tenesse conto del quadro normativo attuale”.

Sugli approfondimenti svolti, il sindaco Pardini difende il percorso intrapreso, respingendo le accuse dell’opposizione: “In commissione è stato visto nel dettaglio il lavoro fatto: dire che il percorso è stato poco accurato non mi sembra corretto – ha osservato -. Ci stiamo muovendo all’interno di un perimetro ben chiaro e definito. Dopo aver sentito gli ordini professionali, abbiamo integrato nel febbraio scorso le linee guida dell’aprile 2023, adeguandole alla normativa vigente: lo scopo era ed è appunto quello di arrivare a portare lo strumento in commissione paesaggista nel massimo rispetto delle norme attuali. Abbiamo accolto tantissime osservazioni: il percorso è stato enorme e immane. Lucca può essere considerata un punto di riferimento per come è riuscita a presentare questa materia in modo chiaro e comprensibile, anche per i non addetti ai lavori”.

Anche il dirigente dell’urbanistica, Alessandro Marioni, intervenuto a chiarire tecnicamente il percorso fatto dagli uffici e nella commissione competente, ha chiarire che l’approvazione delle controdeduzioni è necessaria al “passaggio fondamentale” in commissione paesaggistica. “Fare un piano operativo in una città come Lucca è stato un vero e proprio sforzo per tenere in equilibrio il governo del territorio in tutte le sue componenti, non solo dal punto di vista del paesaggio. La sfida di questo strumento è stata quella di dare prova di aver recepito le direttive circa il governo del territorio”. Dopo una lunga illustrazione tecnica, si è aperta la discussione, con l’intervento del consigliere Lorenzo Del Barga, presidente della commissione urbanistica. Del Barga, stigmatizzando alcune “polemiche” sollevate, ha ricapitolato il lavoro della commissione urbanistica, dal confronto con le categorie, fino all’esame delle controdeduzioni.

“Le nuove normative in materia urbanistica – ha detto il consigliere di Lista Civile, Elvio Cecchini – hanno portato ad una rivoluzione urbanistica, prima sostanzialmente ci si basava su criteri quantitativi, ora invece il tentativo è quello di andare verso uno sviluppo qualitativo, proprio perché per la complessità dell’agire sull’ambiente e sulle risorse è necessaria una visione a 360 gradi”.

Secondo il consigliere che aveva la delega al piano operativo, l’obiettivo del “lungo percorso” di gestazione dello strumento urbanistico, è quello di andare “verso un riequilibrio degli interventi sul territorio che riporti ad una riqualificazione territoriale”, uno “sforzo che è tangibile in questo piano operativo, che è molto rigido, l’ho già detto e lo confermo”. Cecchini ha poi fatto riferimento anche all’incarico ricevuto dal sindaco, dal quale poi si era dimessa: “Quando mi sono trovato a confrontarmi per seguire il lavoro del piano mi sono trovato a fare delle riflessioni. Ho subito compreso la reazione degli uffici nel difendere lo strumento che avevano partorito e come anche è stato detto, era necessario digerire meglio le nuove normative in materia. Sono convinto che il piano operativo adesso vada approvato, ma vorrei ribadire che ritengo che questo debba essere soltanto un inizio. La città ha bisogno di un piano più coraggioso. Le risposte in futuro debbono esser date con un coraggio e una valenza diversa. All’inizio di questo percorso, ho constatato l’eccessiva importanza data al piano conoscitivo. Ecco questo non è una cosa sacra, che deve rimanere intoccato, quando si lavora ad uno strumento di governo del territorio. Faccio l’esempio delle corti: è necessario fare una valutazione puntuale e seria tra quelle che sono da tutelare e quelle che non hanno più alcun valore dal punto di vista storico”. Poi l’appello: “L’ufficio di piano va non soltanto mantenuto ma potenziato – ha aggiunto Cecchini -: deve mettersi già al lavoro per una nuova fase pianificatoria del territorio. Avevo suggerito al sindaco di creare già un gruppo di lavoro, con 5 figure professionali, per promuovere questo percorso e progettarne di futuri. Non solo, credo che l’ufficio di piano sia indispensabile per assicurare i tempi giusti nella risposta su pratiche urbanistiche ai privati e agli imprenditori del territorio, in modo che le pratiche abbiano risposte tempestive”.

L’opposizione non ha mollato. Dopo l’introduzione del sindaco Mario Pardini e la relazione sull’iter seguito da parte del dirigente dell’urbanistica, Alessandro Marioni, è stato il capogruppo del Pd, Francesco Raspini, a incalzare nuovamente l’amministrazione sostenendo che l’istruttoria delle controdeduzioni al piano è “carente” e il rischio “è quello di viziare l’iter di approvazione del piano operativo”, annunciando peraltro che la minoranza che ha sottoscritto la questione pregiudiziale non voterà la pratica. “Sono amareggiato – ha detto il consigliere Raspini – ma non stupito del fatto che non è stato capito nel merito ciò che noi abbiamo chiesto, perché negli interventi da parte di colleghi della maggioranza ma anche dell’architetto Marioni si è girato intorno alla questione posta senza rispondere. Alcuni l’hanno addirittura travisata. Non abbiamo mai detto che le osservazioni non erano state controdedotte bene. Nessuno di noi ha mai messo in discussione che questa sia una pratica endo-procedimentale. Siamo anche consapevoli oggi si è chiamati a votare controdeduzione per controdeduzione. Tuttavia, pur sforzandomi, non ho trovato da nessuna parte nessuna norma che autorizza l’ufficio a fare una istruttoria incompleta. Il punto è che stiamo denunciando da settimane che l’ufficio ha messo a disposizione dei consiglieri comunali una istruttoria che non è completa. Questo crea due problemi: c’è una norma che dice che l’istruttoria deve essere adeguata. Se si dimostra che non lo è, ciò inficia il procedimento stesso. E noi sosteniamo che lo sia: il Consiglio, che deve esprimere il proprio parere, sosteniamo, non ha tutti gli elementi necessari a decidere sul proprio voto. Questo dal nostro punto di vista è il primo problema. Oggi non abbiamo possibilità di fare emendamenti: sfido chiunque a riuscire a entrare nel merito di un parere tecnico. E’ certo molto difficile emendare qualcosa che è rubricato come istruttoria tecnica dell’ufficio. Se non viene fatto vedere come l’istruttoria si traduce praticamente, non si è in grado di farla nostra. Era stato lo stesso Comune di Lucca ad avere autodisciplinato la materia, con un regolamento sulla trattazione delle osservazioni, quando il piano operativo era stato adottato. Il Comune aveva detto allora a se stesso che avrebbe favorito la comprensione delle osservazioni, con l’obbligo, in caso di accoglimento, di indicazione delle modifiche che sarebbero state apportate al piano operativo. Questo non solo per i consiglieri comunali ma, per ragioni di trasparenza, anche per i cittadini ed i privati che hanno presentato osservazioni. Noi siamo qui a rappresentare dei cittadini, che hanno l’interesse a comprendere. Affermare che è tutto secondo norma, che ci sono migliaia di pagine depositate non ci basta. Le controdeduzioni relative alle osservazioni accolte, ci chiediamo, riportano in modo chiaro e univoco le modifiche al piano operativo?”.

Raspini ha poi fatto alcuni esempi per spiegare le obiezioni dell’opposizione, partendo dalla lettura di una “osservazione che l’ufficio ha fatto a se stesso nel febbraio 2022”, con una notazione fatta dall’architetto Alessandro Marioni e dalla dirigente Antonella Giannini, circa la necessità di esprimere normative in termini “inequivocabili”, dimostrando – ha sostenuto Raspini -, che “molte norme urbanistiche sono soggette a più interpretazioni”. Poi Raspini prende in esame una osservazione presentata per conto di Puccetti Spa di Monte San Quirico, per un ampliamento dello stabilimento in via della Billona, in cui si chiedeva di modificare il perimetro della relativa “scheda norma”: “Nell’istruttoria, che acconsente all’ampliamento, si propone l’istituzione di ulteriori misure di mitigazione ma non c’è altra Che vuol dire? Si parla di due alberi? O di cosa? Mi è stato detto che c’è al riguardo un accordo di programma ma non mi risulta che vi sia scritto che l’accordo sottragga l’ufficio a non specificare meglio cosa si intenda per misure di mitigazione. Quello che vogliamo dire è che oggi siamo chiamati a esprimere un parere su controdeduzioni che andranno a modificare il piano operativo senza sapere come esso verrà effettivamente modificato. Così è come dare un mandato in bianco all’ufficio. Se è previsto un passaggio in consiglio comunale vuol dire che il nostro deve essere un parere consapevole”. Nel frattempo, il capogruppo del Pd, dopo aver fatto distribuire documenti relativi a quanto accaduto a Livorno, “che era nella nostra stessa fase procedimentale, perché il 6 aprile scorso ha approvato le controdeduzioni al piano operativo”. “Nella delibera di Livorno si indica l’osservazione, la controdeduzione e poi tutti i riferimenti con le cartografie – ha detto Raspini -: i consiglieri di Livorno hanno potuto fare gli emendamenti sulla base di quanto avevano messo a disposizione la documentazione. Per noi quindi è stata fatta una violazione. Ma abbiamo appreso che nel nostro caso gli atti ci sono ma non ci vengono dati: cosa c’è sotto? C’è stato confermato che l’ufficio è in possesso della cartografia relativa alle controdeduzioni – ha proseguito Raspini che nel merito ha chiesto conto in aula al dirigente Marioni -. Per tutti questi motivi riteniamo che l’atto sia illegittimo, perché l’istruttoria è carente. La maggioranza si prenda la responsabilità di fare le cose nel rispetto delle norme, credo che questa modalità possa mettere a rischio l’intero iter. I passaggi non sono chiari e trasparenti. Noi, pertanto, non parteciperemo al voto: ci sentiamo in dovere di avvisare che questo meccanismo per noi non è regolare, dovrebbe essere una preoccupazione della stessa maggioranza che il piano operativo sia approvato mettendo al riparo il percorso da qualunque tipo di mancanza e che non sia viziando. Dal nostro punto di vista questo percorso lo state viziando. Se anche non fosse così, l’amministrazione comunale deve spiegarci come mai, a differenza di quanto accaduto a Livorno, non siamo stati messi nelle condizioni di avere il materiale dell’istruttoria completo”.

Scintille sono seguite con l’intervento del consigliere di Sinistra Con, Daniele Bianucci, che si è voluto togliere qualche sassolino dalle scarpe e ha suscitato un battibecco con il consigliere di Forza Italia-Udc, Alessandro Di Vito: “In questi giorni ho ricevuto degli attacchi strumentali – ha detto -: la mia mancata presenza ai lavori della commissione urbanistica è più che giustificata visto che non ne faccio parte”. Ad irritare la maggioranza, poi, è stato l’ulteriore affondo di Bianucci che si è riferito alla commissione come “club” ristretto, volendo sostenere le tesi dell’opposizione: ovvero che si sarebbero dovuti mettere tutti i consiglieri comunali nelle condizioni di ricevere documentazione completa per esprimere un parere. Parole che hanno scatenato il consigliere di Forza Italia-Udc, Alessandro Di Vito, che con una mozione d’ordine è intervenuto chiedendo da Bianucci “scuse pubbliche al sindaco e a tutto il consiglio”, perché – ha aggiunto -, “non accettiamo che si definisca la commissione un club”.

Rivendico il fatto che votare sulle controdeduzioni abbia un valore politico, non tecnico – ha aggiunto Bianucci -. Voterò favorevole a tutte le osservazioni presentate dal fratello di Di Vito, come presidente di un comitato perché credo che siano importanti”. Mentre Bianucci pronunciava queste parole, è sfuggita una uscita infelice al consigliere Di Vito, stigmatizzata in aula dallo stesso Bianucci: “Che cazzo dici? Come, che cazzo dico? – ha ripetuto Bianucci ripetendo in aula le parole di Di Vito e protestando con il presidente del consiglio, Torrini -. Così ha detto mentre parlavo il consigliere Di Vito”. Dal canto suo, l’esponente di Forza Italia-Udc, ha chiesto di intervenire per fatto personale.

Di Vito ribatte a Bianucci: “Sia ben chiaro che io sono in linea con le linee di indirizzo di questa amministrazione e sugli atti urbanistici sono andato a lezione. L’osservazione fatta da mio fratello non ha nulla a che vedere con me. Su questo fronte sono stato assolutamente corretto e coerente”.

Prosegue il botta e risposta con Bianucci che riprende: “Chiedo al consigliere Di Vito, visto che il signor Giuseppe Di Vito ha presentato una serie di osservazione a nome di gruppi, cittadini e comitati. Alessandro Di Vito dice che non ha niente a che fare, se le foto fatte insieme al fratello nell’ambito del suo stesso comitato sono sue o di un suo socio. Le battaglie del comitato del fratello, sono state quelle che hanno dato notorietà ad Alessandro Di Vito. Ora che il consigliere può incidere con le scelte dei cittadini viene a dirci che con il comitato del fratello non ha nulla a che vedere”. A questo punto Di Vito ha ripreso parola per smentire: “Con Sergio Ghiselli nel 2010 ho contribuito a costituire un comitato per i problemi della sanità e del nuovo ospedale – ha detto -: dal 2014 non sono più in questo comitato che viene portato avanti da altri, anche se ne sono stato tra i promotori e fondatori”.

Dopo il battibecco, ha preso la parola Lido Fava, capogruppo di Fratelli d’Italia: “Noi – ha detto il consigliere Fdi, Lido Fava – siamo convinti che l’iter seguito fino a questo momento sia avvenuto nel solco delle norme e della correttezza e noi, nonostante il terrorismo fatto da Raspini, andremo avanti tranquilli. Con l’accoglimento di queste osservazioni i cittadini troveranno le risposte che cercano e uno strumento che tenterà di porre rimedio ad una certa sofferenza che si registra nel settore, attraverso norme chiare e più leggibili. Questo rappresenta il primo passo verso l’approvazione del piano operativo, auspicando una ulteriore revisione dello strumento urbanistico per rispondere ancora meglio alle esigenze del territorio”.

L’ex assessora all’urbanistica dell’amministrazione Tambellini e consigliera comunale del Pd, Serena Mammini, l’unica della minoranza a non sottoscrivere la questione pregiudiziale sollevata in apertura dall’opposizione, ha invitato a “evitare facili strumentalizzazioni” su un “tema cruciale come quello dell’urbanistica”. “Dopo quasi due anni – ha ripreso la consigliera comunale del Pd, Serena Mammini, ex assessora all’urbanistica – l’amministrazione comunale approda in consiglio comunale con le controdeduzioni al piano operativo, un piano operativo imponente che andrà a completare gli strumenti urbanistici della città. Tuttavia, strumentalizzare l’urbanistica può essere un’occasione golosa, al punto che una variante o addirittura un piano diventino strumenti per confondere le idee all’elettore. E’ vero che noi non siamo riusciti a portare a termine l’operazione con l’approvazione del piano, ma è anche vero che, per quanto riguarda l’urbanistica, non abbiamo lasciato ciò che invece avevamo ereditato. Sul piano operativo è stato detto tutto e il contrario di tutto e spesso si spara nel mucchio, rischiando di alimentare una visione distorta. Fui la prima a dire che un piano adottato non è un lavoro non perfettibile, questo piano operativo fu figlio di quel momento e trascorsi anni gli obiettivi possono anche cambiare. Ed è per quello che bisognerebbe non far passare molto tempo tra l’adozione e l’approvazione. Questo strumento comunque sarà in grado di migliorare la qualità della vita e la sostenibilità”.

Un piano operativo di una città ad alta tensione abitativa, che significa che c’è bisogno di alloggi, e che mira a investire e a sviluppare la città pubblica, i beni comuni visti come relazione, scambio, crescita ed equità sociale – ha proseguito Mammini -. Ci siamo trovati ad affrontare una pandemia nella fase di redazione ma il covid ha portato anche ad una nuova visione. Una materia viva, l’urbanistica, è stato detto, che sembra lontana e teorica finché non ci si accorge che accompagna tutti ogni giorno come abitanti di un territorio, affinché questo stesso territorio possa realizzarsi o trasformarsi. L’urbanistica è infatti soprattutto cultura del territorio, che ascolta il territorio e poi decide come governare il territorio cercando di armonizzare i bisogni collettivi. Questa materia, voglio dire, merita il giusto rispetto, e di essere preservata dalle strumentalizzazioni che non mettono l’interesse della città al centro della nostra attività di amministratori. Ènecessario agire con qualità e misura ed è quello che questo piano fa, predisponendo la cura del territorio. E’ un piano conservativo? Possibile, ma siamo a Lucca, non a Isernia che è assolutamente dignitosa ma non è questa città. Eccoci quindi ad affrontare una ulteriore tappa dell’approvazione del piano. Oggi è la prima volta che si parla in consiglio comunale di piano operativo negli ultimi due anni, anni in cui non ho potuto che essere critica nei confronti dell’operato dell’amministrazione. Parlo a titolo personale ma confermo che Lucca necessita di nuovi strumenti urbanistici che devono essere messi a regime, in funzione, monitorati, limati e corretti laddove necessario in un continuo lavoro con l’apporto e l’ascolto del territorio. Occorre pertanto continuare a investire nel settore che deve collaborare in primis con l’edilizia privata”.

Adesso faccio parte della minoranza ma non ho cambiato idea su questi temi: su temi strategici della città ho sempre fatto appello all’unità. C’è adesso la necessità di chiudere una fase, quella delle controdeduzioni, e uscire quanto prima dallo stallo. L’input della giunta certo è tardato ad arrivare – ha aggiunto Mammini -: i nuovi amministratori hanno visto meglio cosa voglia dire il piano operativo e dopo qualche approfondimento con l’ufficio, si sono ridotte le distanze dal piano operativo che in campagna elettorale era stato definito da buttare. Poi si è proceduto per tentativi, si è arrivati poi alla consapevolezza del rischio di finire in salvaguardia. Sono dell’aprile del 2023 le linee guida della giunta, poi in autunno le dimissioni del consigliere poi la decisione saggia di dedicare al settore dell’urbanistica un dirigente ad hoc, scelta che ho condiviso. Dalle linee guida però è passato un anno e adesso ci troviamo a dover correre per scongiurare la salvaguardia che non sarebbe decoroso per la propria città. Allora ciascuno si faccia un esamino di coscienza: prima di parlare è meglio informarsi e prendere coscienza che non si finisce mai di imparare. L’architetto Marioni in poco tempo ha concluso un lavoro importante. Constato che nonostante il cambio di amministrazione, lo stesso piano si prepara ad affrontare l’ultima fase dell’iter, lo stesso piano che ho avuto l’onore di coordinare e di portare politicamente all’attenzione”.

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Nel prosieguo della discussione si sono succeduti gli interventi di maggioranza, molti dei quali, nel difendere modalità e contenuti dello strumento così come costruito dall’amministrazione Pardini, hanno dichiarato di apprezzare la posizione dell’ex assessore Mammini, nella sessione serale, i consiglieri di opposizione hanno iniziato ad esporre ordini del giorno ed emendamenti sul piano operativo. Dalle parole dei consiglieri Silvia Del Greco (LibDem), Martini, Giannini e Alfarano (Pd), DBianucci (Sinistra Con) e Olivati (Lucca Futura) sono emerse tutte le questioni anticipate in queste settimane, in particolare dai comitati cittadini, in particolare sulla ritenuta eccessiva edificazione in alcune zone della città.

La maggioranza, per bocca della consigliera Mara Nicodemo (Fdi), ha rigettato tutti i 36 ordini del giorno, ritenuti esclusivamente dilatori e ostruzionistici: “Altrimenti avrebbero potuto inserirli nel piano operativo, da loro adottato – dice la consigliera – oppure presentarlo in commissione”.

“Ci siamo dovuti risolvere a presentare gli ordini del giorno perché non c’è stata nemmeno la minima disponibilità da parte vostra di entrare nel merito”, risponde Francesco Raspini (Pd). “Se volevamo fare ostruzionismo – dice il capogruppo Pd – gli emendamenti potevano essere 340 se non di più, anche se li avessimo presentati la settimana scorsa. Esporre tutti gli emendamenti in un’ora e cinque minuti a fronte di un consiglio comunale convocato per tre giorni di fila non può essere definito ostruzionistico”.