Mammini: “Ho votato sì alle controdeduzioni al piano operativo per coerenza politica”

La consigliera dem ed ex assessora all’urbanistica: “E’ stata una scelta non comoda ma ben ponderata presa per la città: Lucca ha bisogno degli strumenti necessari alla pianificazione e non di facili strumentalizzazioni”
Il voto favorevole alle controdeduzioni al piano operativo di Serena Mammini è stato “frutto di una precisa scelta politica”, fatta “nell’interesse della città”. A dirlo è la stessa consigliera comunale del Pd, nonché ex assessora all’urbanistica, che, come noto, ha avuto un atteggiamento in aula opposto a quello non solo del resto del suo partito ma dell’opposizione che, già in apertura della seduta fiume aveva sollevato una questione pregiudiziale sull’iter seguito dall’amministrazione comunale, decidendo infine di non prendere parte al voto.
“Il piano operativo del Comune di Lucca – osserva Mammini in un intervento che intende chiarire la sua decisione – è il lavoro che ho avuto l’onore di coordinare politicamente, subito dopo il piano strutturale, dall’avvio fino alla fase delle osservazioni successiva all’adozione. Ho sostenuto questo passaggio, anche se oggi a traguardare il piano verso lo step successivo dell’iter è un’altra amministrazione, non solo perché ho dedicato all’urbanistica impegno, cura e affetto negli anni in cui sono stata assessora o perché sugli elaborati di quel piano portato in adozione è stato scritto il nome del sindaco Tambellini e il mio. La mia è stata una precisa scelta politica, nel senso puro della parola: che attiene alla città. Una decisione ponderata, non comoda, ma l’unica coerente con la necessità non rimandabile di decidere, di offrire a Lucca rinnovati strumenti urbanistici da misurare sul campo, monitorare negli effetti, eventualmente correggere. Di tempo ne è passato anche troppo”.
“Inutile dire di nuovo cosa sia un piano operativo, o a cosa serva – prosegue Mammini -: creare le condizioni affinché si possa operare sul territorio. E certo è che da quanto leggiamo traspare una certa strumentalizzazione sull’argomento: in un andamento politico che barcolla, a tutte le latitudini, tra una campagna elettorale e l’altra, sfruttare l’urbanistica può fare gioco nella dialettica del sempiterno giochino dell’io son più bravo di te; può arricchire il frasario stereotipato del marketing per provare a strappare consenso, al punto che un progetto, una variante e addirittura un piano, possono diventare un’ottima occasione per strumentalizzare gli intenti, confondere le idee, far finta di accontentare un po’ di elettorato di riferimento. Ma attenzione, perché alla lunga questo può essere un gioco pericoloso…
“Il mio è stato un sì convinto a un piano che con i dovuti correttivi, che saranno fatti grazie alle osservazioni accolte e poi, quando sarà necessario, con varianti snelle e puntuali, sarà in grado di mantenere e migliorare e, laddove necessario, garantire uno sviluppo sostenibile ordinato e armonico della città, salvaguardando, ma concedendo alla pianificazione un minimo laddove possibile – prosegue Mammini -. Un piano consapevole della bellezza del suo territorio, che crede e investe nel miglioramento della città pubblica, ancora carente, che fa dello spazio da condividere il suo fulcro principale. Che innesta il suo seme nella visione della politica come relazione e scambio, come crescita ed equità sociale; che cerca di armonizzare bisogni collettivi e individuali, beni comuni e beni individuali. Al di là di qualche interesse, sia pure legittimo, del momento. Il mio è stato un sì alla politica che tratta con cura, dignità e coerenza questa materia, l’urbanistica, che a Lucca da qualche anno ha riacquisito autorevolezza. E allora preserviamola da quelle strumentalizzazioni che tanti danni apportano al prodotto finito e soprattutto non mettono l’interesse per la città al centro delle nostre azioni di amministratori”.
“Lucca necessita di nuovi strumenti urbanistici che devono essere messi a regime, in uso nella loro totalità – insiste Mammini -: dal piano strutturale al piano operativo fino al regolamento edilizio. Andranno messi in funzione, usati, monitorati e limati laddove risulti necessario, in un lavoro continuo di aggiornamento e ascolto delle necessità e proposte del territorio: le esigenze del centro storico, dei quartieri, delle frazioni e dei paesi. Che siano esigenze della comunità, di un’impresa o del singolo cittadino. Chiunque abbia necessità di intervenire sul territorio, a fronte di progetti sani e domande chiare, deve poter contare su un’amministrazione che risponda in tempi certi con risposte altrettanto chiare. L’azione dell’amministrazione sul fronte piano operativo è stata prima eccessivamente aggressiva e poco ponderata. Quasi a sottovalutare il problema. Poi, forse per le lamentele dei professionisti, la consapevolezza che il tempo della salvaguardia edilizia si stava avvicinando, che dall’adozione del piano siamo in quella doppia conformità che tanto disagio crea e che un buon amministratore dovrebbe far durare il tempo minimo necessario, finalmente si è corso ai ripari, creando un settore ad hoc per l’urbanistica. Insomma, nonostante il cambio di amministrazione, il piano operativo della precedente amministrazione con il passaggio delle controdeduzioni di questi giorni, si prepara ad affrontare l’ultima fase dell’iter, quella della conferenza paesaggistica, in vista della sua ultima definitiva approvazione. E questa è una buona notizia per la città”.