Manifesti contro il pride a Lucca, Braccini (Sinistra italiana): “Il sindaco prenda posizione”

Il segretario del circolo locale: “Quell’immagine, di chiaro stampo fascista, non ha niente a che vedere con la nostra città e la nostra tradizione di accoglienza”
“Lucca, città che ha nello stemma la parola Libertas, non può tirarsi indietro di fronte a chi manifesta per difendere il diritto di essere ciò che è, a chi scende in strada per avere il diritto di avere tutti i diritti e i diritti di tutti”. Così Stefano Braccini, segretario del circolo Lucca e Piana di Sinistra Italiana, in merito ai manifesti apparsi in città contro il Toscana pride.
“Il pride che si terrà a Lucca nel prossimo mese di settembre è prima di tutto una giornata di mobilitazione per i diritti, di riflessione e di affermazione della libertà di essere ciò che si è e poi, ma solo poi, un momento di festa da vivere tutti insieme – prosegue Braccini -. Il pride, al pari delle manifestazioni dell’otto marzo per la ‘giornata internazionale’ della donna e del primo maggio per quella dei lavoratori, nasce come momento di lotta e di consapevolezza e Lucca sta e deve stare dalla parte di chi lotta. I manifesti comparsi su alcuni muri della nostra città nei giorni scorsi, ideati, stampati e affissi a tempo di record a poche ore dalla diffusione della notizia della data del Toscana Pride, offendono la sensibilità e la civiltà di chi vive a Lucca, dei lucchesi e di chi è qui solo di passaggio”.
“Quell’immagine, di chiaro stampo fascista, non ha niente a che vedere con la nostra città e la nostra tradizione di accoglienza. Alla luce di questo manifesto atto di intolleranza, sarebbe interessante conoscere la presa di posizione del sindaco, della maggioranza che governa la nostra città e quale risposta intendano dare a chi ha ideato e affisso quegli obbrobri – conclude -. Quei manifesti reclamano una risposta chiara e univoca: Lucca accoglie i partecipanti al Pride, Lucca partecipa al Pride.
Il circolo Lucca e Piana di Sinistra Italiana sta dalla parte di chi manifesta per i propri diritti, di chi manifesta perché i diritti siano di tutti altrimenti si chiamano privilegi, di chi vuole essere libero di essere ciò che è”.