Intitolazione a Norma Cossetto, Piagentini: “La giunta sta cercando di riscrivere la storia”

L’attivista: “La versione dell’amministrazione? Propagandistica e piena di omissioni”
Intitolazione di un parco a Norma Cossetto, va avanti il botta e risposta tra l’attivista Massimiliano Piagentini e la maggioranza.
“Gli esponenti di Difendere Lucca in Consiglio comunale mi attaccano perché avrei osato contestare la loro versione propagandistica di Norma Cossetto e sottolineato alcune omissioni – dice Piagentini -. Ci tengo a precisare che gli storici, non io, hanno stabilito due fatti incontestabili, che fanno cadere tutta la storia romanzata costruita in questi anni dai neofascisti intorno a Norma Cossetto: Cossetto era una militante dei gruppi universitari fascisti, ed è per questo attivismo a sostegno della dittatura (e non certo perché donna e italiana) che fu uccisa. Non a caso, le fu poi intitolato, durante l’occupazione nazista, un reparto femminile della Repubblica Sociale Italiana”.
“Quanto ai suoi genitori, che la velina del Comune descrive semplicemente come ‘possidenti terrieri non facoltosi ma benestanti’, è bene ricordare che il padre, Giuseppe Cossetto, quando non era occupato nell’orto, era impegnato come aggregato al 134esimo Battaglione d’assalto delle Camicie Nere, un reparto che sotto il comando tedesco, metteva in atto azioni di rastrellamento antipartigiano – prosegue Piagentini -. Inoltre era stato squadrista della prima ora, aveva partecipato alla marcia su Roma diventando poi segretario politico del partito fascista locale, podestà di Visinada e infine commissario governativo per le Casse rurali dell’Istria. Al momento della morte era ufficiale della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale. Una famiglia, dunque, apertamente fascista. Molti sono i lati oscuri della vicenda Cossetto: la scarsità di fonti, le troppe contraddizioni, le ricostruzioni fantasiose degli ultimi anni non consentono di avere un quadro chiaro a disposizione. Quadro che solo la ricerca storica può fornire, non certo la propaganda neofascista”.
“L’estrema destra che guida il Comune, con questa intitolazione, sta portando avanti un’operazione di mistificazione e riscrittura della storia – conclude -. Tanto più grave e surreale se si pensa che, nel corso dello Consiglio del 2021 che approvò all’unanimità la mozione su Cossetto, fu presentata un’altra mozione per concedere la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, deportata nel campo di concentramento di Auschwitz, sulla quale il signor ‘mai negato di essere fascista’ Barsanti si astenne”.