Nasce anche a Lucca il comitato per il referendum contro l’autonomia differenziata
Molte le voci politiche e sindacali a sostegno: “L’Italia rimanga, sovrana, libera e repubblicana. No ad una legge antistorica”
Il disegno di legge sull’autonomia differenziata delle regioni, per l’attuazione del Titolo V della Costituzione, ha ottenuto il via libera da Montecitorio con 172 si e 99 voti contrari e adesso è legge. Per evitare l’applicazione di una disposizione, considerata a loro avviso dannosa sotto più punti di vista per l’unità nazionale, Cgil e altre forze sindacali e politiche si sono unite per far svolgere un referendum abrogativo.
Stamani (23 luglio) nella sede della Cgil in viale Luporini, si è tenuta la presentazione della raccolta firme per promuovere i quattro quesiti referendari contro l’autonomia differenziata. Presenti molti volti e voci della politica territoriale come: Fabrizio Simonetti, segretario generale della Cgil provincia di Lucca, Francesco Battistini, della segretaria regionale del Pd, assieme al consigliere Pd Enzo Alfarano, Maurizio Franceschi, Daniele Bianucci e Roman Tudora Linea Dorina di Sinistra Con, Romano Zipolini, presidente di Anpi Lucca, Luigi Lippi, presidente di Anpi Capannori, Paolo Bertolozzi, coordinatore nazionale dei Giovani comunisti, Matteo Pelleriti, coordinatore di Lucca dei Giovani Comunisti, Giulio Strambi, segretario della federazione di Lucca di Rifondazione Comunista,
Massimiliano Bindocci, segretario generale della Uil Toscana Nord, Giampaolo Marcucci di Rifondazione Comunista, Camilla Corti, presidente dell’assemblea territoriale Pd e Alberto Pellicci di Alleanza Verdi Sinistra.







“Noi pensiamo che sia una legge sbagliata e pericolosa – precisa Fabrizio Simonetti, segretario generale Cgil -. Sbagliata perché è una legge antistorica. Mentre i grandi soggetti internazionali saranno sempre più, gli Stati Uniti, la Cina, l’Europa, gli altri grandi Stati che esistono, noi ritorniamo a racchiuderci, neanche nel territorio nazionale , ma negli staterelli pre-unitari, devolvendo una serie di attribuzioni a quelle Regioni. Pericolosa, perché aumenteranno notevolmente le diseguaglianze che già esistono e caratterizzano la nostra società, perché se qualcuno potrà stare meglio, ci sarà sicuramente chi starà peggio. E comunque non si pensi che anche le Regioni cosiddette più ricche e virtuose del nord, vedranno un miglioramento delle proprie condizioni, perché in ogni caso ci sarà un aumento della burocrazia notevole, ci sarà una maggiore difficoltà nel poter fare gli investimenti perché ci sarà una frammentazione anche legislativa e tutta una serie di materie che attualmente erano devolute allo Stato nazionale, che quindi essendo cittadino italiano si sapeva di avere quei diritti, nel futuro non sarà più così, perché dipenderà da dove nasci e vivi”.
“Quindi – aggiunge Simonetti -, crediamo che sia assolutamente da combattere e già ora vediamo gli effetti nefasti di quello che è stata una devoluzione della sanità, dove ci sono regioni che hanno iniziato forti processi di privatizzazione del settore, che sicuramente andranno avanti e si incentiveranno nel momento in cui si vanno a devolvere le risorse alle regioni, perché non saranno sufficienti per assicurare a ciascuno dei livelli accettabili di servizi. E’ importante che i cittadini si esprimano e secondo noi che dicano no a questa legge che ci riporta indietro di un secolo in mezzo”.
“I motivi per dire no sono semplicissimi – dichiara Francesco Battistini della segreteria regionale del Pd -. Avremmo venti tipi di scuole diverse, venti tipi di sanità diverse e abbiamo visto con il Covid quanto sia importante avere invece una politica unica. Andiamo per l’Europa che sia più unita e unitaria possibile e vogliamo spaccare l’Italia in venti pezzettini, creando disparità tra il sud e il nord. Questa è una vergogna e poi è una riforma che è uno scambio fra le forze politiche di maggioranza, come il premierato e come la riforma della giustizia. Ripeto, è una vergogna. La gente vedo che già ci cerca, ci chiede per cosa vengono a firmare e cosa gli serve per firmare. E’ importante vedere che la gente ha capito l’importanza di questa semplice firma e noi cercheremo di creare un’estate militante, come ha detto Elly Schlein, andando direttamente a cercare le firme nei luoghi di vacanza, anche al mare e in montagna”.
Secondo il segretario generale Uil Toscana Nord, Massimiliano Bindocci il pericolo più grande è quello di dividere il paese: “Dividendo un paese, sui servizi e sulle regole, il rischio è che i più deboli restino indietro, perché hanno meno possibilità e meno risorse e che si allarghi la forbice tra paese che può e paese che non può. E per noi nessuno deve rimanere indietro e un sindacato per definizione, cerca di stare dalla parte dei più deboli degli ultimi”.
La raccolta firme proseguirà per tutta l’estate ed entro settembre dovranno essere raccolte almeno 500mila firme, ma l’obiettivo è quello di raccoglierne molte di più per poi invogliare le persone ad andare alle urne.
“Oltre al sostegno di alcune regioni che hanno già promosso dei quesiti, la raccolta firme serve a coinvolgere la cittadinanza – spiega Bindocci -. Pur trovandoci in un periodo dell’anno particolare, ma anche questo penso non sia casuale perché ci sono degli automatismi. Noi vogliamo che il paese Italia, resti davvero uno, e sovrano, libero e repubblicano. Per questo, per noi è importante che le persone abbiano gli stessi diritti, la stessa assistenza sanitaria e gli stessi trattamenti, le stesse scuole, da Lampedusa al Monte Bianco”.
Giulio Strambi di Rifondazione Comunista ricorda che da parte loro c’è contrarietà ad ogni forma di autonomia regionale: “Abbiamo da diversi mesi proposto una campagna contro ogni tipo di autonomia regionale – precisa -. Secondo noi non è possibile mettere alcune materie in mano alle regioni, va rimesso in piedi uno Stato unitario, vero che faccia gli interessi delle categorie più deboli”.
“Noi crediamo sia un’occasione per creare una cultura antifascista e per rivedere posizioni passate – dice Romano Zipolini, presidente Anpi Lucca -. Noi di Anpi siamo garanti della costituzione, che è un patrimonio partigiano e pensiamo sia sbagliato modificarla con semplicità. Oggi raccogliamo le firme e vedremo come risponderanno le persone. Poi ci vorrà un quorum e potremmo riuscire a raggiungerlo solo se ci sono forze che scenderanno dal piedistallo”.
Soddisfatto per l’unione di più forze politiche, il consigliere Daniele Bianucci: “Cgil ci ha chiesto una mano per autentificare le firme e noi abbiamo accettato volentieri di farlo. Mi piace evidenziare che oggi nasce un comitato eterogeneo, di estremo valore per la nostra città, in difesa della Costituzione, che mette d’accordo anche forze politiche molto diverse tra di loro. Questo è un dato politico importante e di valore, non da tutte le parti così. Noi evidenziamo questo fatto e da parte nostra faremo di tutto per sostenerlo”.