Elezioni provinciali, ora il centrosinistra studia le contromosse: si cerca un pontiere per civiche e terzo polo

Dopo l'accelerazione del centrodestra e la presa di posizione del sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro, Pd e alleati si interrogano su nomi e strategie anche oltre l'appuntamento di settembre

I motori sono già bollenti. Mancano ormai poche settimane, considerando le ferie agostane, al voto per la Provincia di Lucca e il dibattito si è scaldato in maniera evidente nelle ultime ore.

Da tempo, ormai, le diverse parti politiche stanno ‘facendo i conti’. Già, perché stavolta non si tratta di avere a che fare con l’elettorato, che poi decide anche alla faccia dei sondaggi, ma con i propri uomini, ovvero i consiglieri comunali eletti. Per la Provincia, infatti, dopo la riforma Del Rio si tratta di una elezione di secondo livello in cui ad esprimersi non sono i cittadini ma i loro rappresentanti.

E il ‘peso’ del loro voto dipende dal ‘peso’ del Comune che rappresentano, che, secondo un meccanismo complesso, non è direttamente collegato alla popolazione. Solo per fare un esempio Pietrasanta, Massarosa, Seravezza e Altopascio ‘valgono’ di più di Lucca, Capannori, Viareggio e Camaiore neo voto ponderato.

Numeri e calcoli da cui, soprattutto da quando la maggioranza di centrodestra ha conquistato il Comune di Lucca, è emerso come la presidenza della Provincia è diventata contendibile e non appannaggio del centrosinistra.

Ecco spiegate le grandi manovre degli ultimi giorni e degli ultimi mesi. Già tempo fa il sindaco di Lucca, Mario Pardini, non aveva escluso la possibilità di correre per la guida di Palazzo Ducale. Gli umori si erano un po’ raffreddati dopo l’ultima tornata delle amministrative, ma i contattti con le forze politiche del terzo polo, alcune aperture anche da ambienti non propriamente di centrodestra, avrebbero convinto il primo cittadini a correre per ottenere l’obiettivo. Da qui l’endorsement ufficiale del centrodestra, l’apertura del dibattito del sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro che chiede di uscire dalle dinamiche dei partiti e coinvolgere e far contare le tante esperienze civiche presenti in provincia di Lucca ed altri esponenti che stanno a guardare in attesa di far valere i loro voti e quelli dei loro eletti e simpatizzanti nella maniera più utile anche per gli obiettivi territoriali.

E il centrosinistra? Nelle ultime settimane, forse anche con la coscienza di poter correre senza la certezza di avere i numeri per la maggioranza, pare essersi incartato. Saranno delle riunioni, che si annunciano infuocate, nei prossimi giorni, a cercare di far uscire dall’impasse. Il Pd, a cui per maggioranza relativa spetterebbe quantomeno dare un indirizzo sulla scelta del nome da candidare per la tornata elettorale, sta faticando a trovare al suo interno un accordo. Tanti i nomi che si sono fatti nelle ultime settimane, in particolare quello dei sindaci di Pescaglia, Borgo a Mozzano e Camaiore Andrea Bonfanti, Patrizio Andreuccetti e Marcello Pierucci. Outsider il sindaco di Piazza al Serchio, Andrea Carrari e la prima cittadina di Altopascio, Sara D’Ambrosio, entrambi non espressione del Partito Democratico.

L’alternanza vorrebbe, infatti, che dopo un rappresentante della Piana fossero gli altri due territori ad esprimere il nome. Ma si tratta di individuare quello che, Del Ghingaro docet, sia in grado di attrarre consensi ben oltre il recinto dei partiti o delle coalizioni tradizionali. Ma per affrontare questo discorso, ovviamente, non basterà solo parlare di nomi, ma di progetti e di idee, uscire dai personalismi, che potrebbero mettere a rischio in partenza le chance di esito positivo delle elezioni, e capire come, toccando quali corde, convincere della bontà del proprio futuro mandato gli esponenti civici (inevitabilmente a partire dal sindaco di Viareggio e dalla sua maggioranza che è tutta civica) e gli esponenti del terzo polo (fra gli altri Alessandrini a Seravezza, Remaschi a Coreglia, Ballini a Villa Basilica, Pifferi a Camporgiano).

Quello che cercherà di fare il centrosinistra, dentro il quale, è inevitabile, in queste ore è scattato il campanello d’allarme, è anche di andare oltre alle elezioni provinciali, che comunque a questo punto diventano un crocevia importante anche guardando ai futuri appuntamenti amministrativi e, in un orizzonte non troppo lungo, alle regionali. La sfida del Pd è proprio quella di trovare un nome che possa federare intorno a sé questa nuova prospettiva.

Altrimenti avrebbe buon gioco un centrodestra moderato ed allargato, che avrebbe in Pardini, a livello provinciale, il proprio esponente di punta.

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