Liberali e cattolici in politica, Pasquinelli (Lega): “Nel centrosinistra valori e visioni economiche distanti da quella tradizione”

Il capogruppo in consiglio comunale a Lucca: "In Pd e alleati prevale l'imposizione del proprio pensiero sugli altri. La Cei sull'autonomia differenziata? Dimentica la propria missione"

Cattolici e politica, liberalismo e legge sull’autonomia differenziata. È una lunga riflessione quella del capogruppo della Lega in consiglio comunale a Lucca, Armando Pasquinelli. Una riflessione inviata a Lucca in Diretta che volentieri pubblichiamo.

“Prendo spunto dalla breve, invero, nota politica sul vostro giornale del capogruppo Pd in consiglio comunale di Lucca e dalle recenti prese di posizione di alcuni vescovi circa la legge sull’autonomia differenziata, per svolgere alcune riflessioni di carattere politico – esordisce Pasquinelli – Niente di particolarmente nuovo, per carità. Nel Pd si va imponendo sui territori una forte sterzata a sinistra al punto che anche il Presidente della Regione Giani, in previsione della prossima tornata regionale, pur di mantenere la carica riuscirà prigioniero politico della sua stessa parte, svuotato di un reale potere di indirizzo, a tutto vantaggio degli amici del campo largo (larghetto?) del Pd schleiniano, dei 5 Stelle e del nuovo cocomero rosso verde del duo Bonelli/Fratoianni”.

“Ciò premesso, viene da domandarsi che senso abbia per i moderati del centro(-)sinistra e soprattutto per i cattolici di continuare ad abitare in un campo, questo sì largo, che vede prevalere contenuti valoriali e visioni economiche distanti dal sentire del proprio corpo elettorale, operaio, medio piccolo borghese, di riferimento – dice – Per un cattolico, un Pd tutto e solo antifascismo (qui rubo le parole a Marco Pannella che proprio a Lucca in occasione della campagna elettorale di Bulckaen contro il poi vittorioso Lazzarini, ebbe a dire: “Il fascismo dell’antifascismo”) e diritti Lgtb eccetera come si concilia con i valori non negoziabili su aborto, maternità surrogata e la summa del Corpus Fidei? Come si concilia il neo centralismo statalista contrario ai valori costituzionali di pluralismo istituzionale ed ideologico, con i valori della persona e dell’individuo, concetti carissimi al cristianesimo democratico ed al pensiero liberale? Ormai la sinistra italiana ed europea, priva dei tradizionali punti di riferimento, si sta sempre più caratterizzando nell’appropriarsi dei valori propri dei Democratici americani, tutti diretti verso un sempre più pericoloso pensiero unico, rectius, diretti verso la dittatura delle minoranze sul comune senso della maggioranza. In tal senso la voglia matta di mettere la sordina ai dissenzienti su qualsiasi argomento, dal cambiamento climatico, al solo noi siamo i veri eredi dell’eredità antifascista della Costituzione Repubblicana (questo il vero senso dell’intervento di Raspini, il che ovviamente è una menzogna), dovrebbe far riflettere tutti i moderati che fino ad oggi si sono riconosciuti in quel campo. Un campo dove, è bene ribadirlo, i valori liberali e cattolici sono sempre più obnubilati”.

“Infatti, ad oggi in cosa consiste l’eredità cattolica nel Pd? – si chiede Pasquinelli – I cattolici democratici possono veramente allearsi e pensare di far politica per una idea nuova di paese, con chi pratica sistematicamente la demonizzazione delle idee diverse dal neoconformismo di sinistra, dal perbenismo di sinistra? La tecnica, purtroppo, è la solita, sta nel dna dei post comunisti (qualche tempo fa l’ha perfezionata Lenin). Si scredita, se non peggio, l’avversario o addirittura il recalcitrante compagno di partito finchè isolato, cede. Le opinioni legittimamente diverse sono respinte a priori. Si ipotizza addirittura come fa Bonelli, la necessità di prevedere come reato penale chi nega il cambiamento climatico di origine antropica, cosa che, peraltro, è tutta da dimostrare. Ovvio che il bene tutelato dalla futura norma penale sarebbe la demenziale politica green della Ue che per “salvare il mondo” nel frattempo affamerebbe milioni di lavoratori. Tutto ciò, ad un vecchio liberale come il sottoscritto, fa orrore come fa orrore alla nostra Costituzione, vedi l’articolo 21 (Libertà di pensiero). Vorrei ricordare sommessamente, come il reato cosiddetto di opinione, fosse perseguito senza dubbio nell’ordinamento nazista e nel diritto penale dell’Unione Sovietica laddove al giudice si consentiva di punire anche solo “l’intenzione” del reo di compiere un reato contrario al sentire comune, nel caso di specie del Pcus. Due regimi propriamente da non seguire, direi. Davvero a questo dobbiamo arrivare?”.

“Questa supponenza, questa supposta superiorità morale – prosegue Pasquinelli – ha origini antiche fin dagli anni Settanta dove, da Berlinguer venne evocata la famosa questione morale che trovò fertile attuazione venti anni dopo nella stagione di mani pulite. La cosa farsesca in se stessa era che il principale partito di opposizione, il Pci, che prendeva vagonate di rubli dall’Unione Sovietica (cosa non secondaria, regime illiberale e antidemocratico e soprattutto nemico militare dichiarato dell’Italia) venne salvato, altrimenti non se ne esce con una spiegazione razionale, dal noto pool milanese. La storia e la cultura di tutte le forze liberali e cattoliche non può e non deve essere racchiusa in questi vecchi/nuovi contenitori, buoni forse, a vincere una elezione ma è dimostrato in tutta la storia della cosiddetta seconda repubblica, incapaci a governare (vedi in tal senso la caduta dei governi Prodi). Serve e servirà una nuova stagione di confronto tra le diverse culture, laiche, liberali, socialiste e cattoliche che hanno forgiato la nostra Costituzione, nuovi soggetti che sappiano interpretare questa triste stagione politica dove non si riesce ad andare oltre una contrapposizione frontale tra astenia e bulimia di potere, quest’ultima direttamente riferibile al Pd visto che con abilità, sfrontatezza e giravolte politiche (tra tutti il governo Conte 2) è riuscito a governare dal 2011 al 2022 quasi senza mai vincere una elezione diretta, alla faccia dell’articolo 1 della Costituzione e della sovranità popolare”.

“Ed infine veniamo, qui, alle dolenti note per un cattolico leghista come me – conclude – della improvvida o quantomeno discutibile presa di posizione della Conferenza episcopale italiana circa la recente legge sulla cosiddetta autonomia differenziata. Ammesso e non concesso che la Corte Costituzionale ammetta il referendum vista la disomogeneità del quesito ed i suoi stessi precedenti, il punto è che la Cei ed in alcuni casi i parroci, vedi il caso di Napoli, stanno già suonando la grancassa a favore dell’abolizione della legge appena varata. Tutto questo in perfetta sintonia con lo stesso Pd che di questa legge ha creato i presupposti con la riforma del titolo V della Costituzione, poi guardandosi bene di lasciarla lettera morta per oltre 17anni. Ipocriti!”.

“Chi scrive appartiene alla scuola di pensiero secondo cui la Chiesa o ha dimensione sociale o non è – dice ancora – Questo mi permette di dire che ha pieno titolo ad intervenire anche su questo tema come su ogni altro al contrario del classico doppiopesismo Pd che quando l’intervento è gradito applaude e viceversa come già avvenuto su altri temi, rivendica la laicità dello Stato e bla bla bla, indebita interferenza, Vaticano invadente eccetera. Premesso, quindi, che per chi scrive la Chiesa in tutte le sue articolazioni ha piena e legittima aspettativa a poter dire la sua su qualsiasi argomento, ci mancherebbe altro, sul tema in questione alla Cei non sarebbe male una pausa di riflessione, invece di dire che è solo una legge che premia le regioni ricche del nord a discapito di quelle disagiate del sud. Un po’ troppo poco per un’assise di tale portata. Ad ogni modo rimango letteralmente basito quando il vicesegretario della Cei, non uno qualsiasi, afferma che come cittadini prima ancora che sacerdoti e vescovi ascoltando le persone siamo contro l’autonomia differenziata ed anche il premierato. Ogni opinione è libera e legittima ma che un vescovo si senta prima cittadino che sacerdote, da credente la cosa mi lascia stupito e mi conferma in una triste idea e cioè che la Chiesa stia trasformandosi in una immensa onlus in cui ci si è scordati la ragione sociale”.

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Lucca in Diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.