Le ragioni del no all’autonomia differenziata al dibattito ‘Una e indivisibile’ della Cgil foto

Appassionati interventi di don Andrea Bigalli, Tommaso Montanari e Daniele Calosi prima delle domande dei numerosi presenti

Che cosa comporterà l’autonomia differenziata, qualora il disegno di legge dovesse realmente andare in porto? E come potrebbe adattarsi il nostro modello sociale di fronte a tali conseguenze?

Queste sono solo alcune delle domande alle quali ha provato a rispondere il dibattito Una e indivisibile, organizzato dalla Fiom Cgil Lucca nella serata di ieri (10 settembre) all’auditorium della Fondazione Banca del Monte di Lucca, in piazza San Martino.

Dopo i saluti del segretario generale della Cgil Lucca, Fabrizio Simonetti, e l’introduzione dell’organizzatore Nicola Riva, segretario generale della Fiom Cgil Lucca, la parola è passata ai relatori. Ognuno di essi ha così potuto portare la propria interpretazione del futuro del paese nel caso in cui il disegno di legge per l’autonomia differenziata dovesse realmente essere messo in pratica, esaminando le varie sfaccettature di questo possibile, e ben poco auspicabile futuro.

Il primo ad esporre le proprie considerazioni è stato don Andrea Bigalli, referente di Libera Toscana, che ha dapprima ammonito sui rischi di infiltrazione di soggetti di stampo mafioso nei sistemi di welfare regionali. Secondo don Bigalli, infatti, “la ridotta presenza di un governo centrale negli affari di competenza delle regioni potrebbe dare l’impulso definitivo ad un processo già in corso in diverse regioni, ovvero la nascita di un apparato parastatale privato gestito dalla criminalità organizzata, che vada a colmare le carenze del sistema pubblico”. Il secondo ammonimento che è arrivato da lui riguarda invece la necessità “di salvaguardare l’unità nazionale sia dal punto di vista culturale che umano, sottolineando la maggiore importanza di superare le attuali discriminazioni a cui sono sottoposti i “diversi” in questo paese piuttosto che creare ulteriori fratture su base regionale”.

È poi stata la volta di Tommaso Montanari, rettore dell’Università per Stranieri di Siena, che ha voluto mettere in guardia dalla “deriva autoritaria a cui il nostro paese sta andando incontro a causa delle politiche portate avanti dal governo Meloni. Riforma della giustizia, premierato, riforma delle università e leggi di bilancio sarebbero infatti solo un assaggio di un progetto sempre più distante dai valori costituzionali repubblicani, democratici ed antifascisti”. “L’ultima goccia – ha ammonito Montanari – potrebbe proprio essere quella di dividere il paese in una ventina di governi pseudo-autonomi”.

L’iniziativa è quindi stata chiusa da Daniele Calosi, segretario generale della Fiom Cgil Toscana, che ha ricordato “l’altissimo prezzo a livello lavorativo che avrebbe una tale divisione dello Stato in autonomie regionali. Così si andrebbe infatti incontro alla scomparsa definitiva dei Contratti collettivi nazionali di lavoro, baluardo dei diritti dei lavoratori da oltre 100 anni. Questi strumenti di civiltà, già messi in crisi dai contratti pirata stipulati da associazioni sindacali poco rappresentative a livello nazionale e operanti secondo gli interessi dei datori di lavoro, subirebbero infatti il colpo di grazia, creando così categorie di lavoratori di serie A e di serie B in base alla collocazione geografica”.

Agli interessanti interventi sono poi seguite le domande da parte dell’appassionato pubblico, con il quale i relatori hanno creato un bel momento di dialogo che ha chiuso in bellezza una serata di grande importanza a livello informativo. 

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