Del Ghingaro attacca il Pd di Viareggio: “Votano insieme alla Lega, non producono idee ma solo odio”

16 settembre 2024 | 19:29
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Del Ghingaro attacca il Pd di Viareggio: “Votano insieme alla Lega, non producono idee ma solo odio”

Il primo cittadino: “Noi non odiamo, li aiutiamo addirittura a sostituire uno dei loro, garantendo il numero legale”

“Noi non siamo come loro, no, davvero no. Noi non mettiamo veti. Oggi c’era la surroga di un consigliere di minoranza e abbiamo garantito il numero legale, per permettere lo svolgimento corretto del Consiglio. Eppure non era di nostro interesse sostituire un membro dimissionario. Abbiamo dovuto fare da stampella alla minoranza e permettere al Pd di avere un voto in più per le elezioni provinciali prossime“. Inizia così il post del sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro, che passa all’attacco del Partito Democratico.

“Pd che in Versilia e a Viareggio ormai ha un nuovo corso, del tutto inedito nel resto d’Italia: non attacca la destra, anzi, in consiglio comunale presenta mozioni insieme alla Lega e vota spesso alla stessa maniera – prosegue il primo cittadino -. Una decadenza politica imbarazzante e triste, che purtroppo sta trascinando quel partito, che dovrebbe essere di sinistra, in una deriva populista e qualunquista. Tutto questo a Viareggio succede per un solo motivo: l’odio”.

“L’odio maturato nei confronti della mia amministrazione civica e libera e della mia persona, altrettanto libera – prosegue -. E questo non per motivi politici, ma per il solo fatto di aver allontanato dalla giunta una loro rappresentante che per me non era all’altezza del compito attribuitele, sostituita peraltro con un’altra dello stesso partito. Da quel giorno opposizione e unità con la destra, contro di noi: senza politica, senza elaborazione strategica, solo ed esclusivamente per motivi personali e personalistici. Invidie, rabbie, livori: del Pd a Viareggio è rimasto solo questo. Un passaggio deprimente: dall’altezza delle idee al precipizio dell’astio. L’ultima performance si è prodotta nella storia delle elezioni provinciali. Il Pd è riuscito a dialogare con chiunque per l’individuazione del candidato presidente eccetto con Viareggio e il suo sindaco, su di loro è stato messo il veto: ‘non si parla con quelli lì’. Nessun confronto col secondo Comune per abitanti della provincia e una delle realtà civiche più significative d’Italia. Veti su chiunque evidenzi le loro carenze ormai strutturali, perché al loro interno non c’è più elaborazione, ma solo una feroce lotta fra correnti e capibastone, alla continua ricerca di posti, poltrone, strapuntini. Ma non è bastato. E nel furore dell’anti-delghingaro sono riusciti perfino a strumentalizzare un episodio drammatico che ha visto perdere la vita a una persona una settimana fa in Darsena. Una roba di una bassezza indicibile”.

“Ricapitolando: votano insieme alla Lega, non producono idee ma solo odio, mettono perfino veti. Noi non odiamo, li aiutiamo addirittura a sostituire uno dei loro, garantendo il numero legale. C’è chi è stupito, chi imbarazzato, chi si vergogna, chi è incredulo. Qualcuno spera ancora che si rinvengano, perché la speranza è sempre l’ultima a morire – conclude -. Ma presto suppongo che il Pd di Viareggio metterà il veto anche sulla speranza”.

Diversa la ricostruzione, invece, del Pd di Viareggio: “Come suggerito dall’articolo 38, comma 8, del decreto legislativo 627 del 2000 – si legge nella nota di replica – il consigliere andava surrogato 10 giorni dopo le dimissioni, ovvero oltre 40 giorni fa: il Comune di Viareggio era colpevolmente (o furbamente) in ritardo. Nella riunione dei capigruppo di alcuni giorni fa, utile per discutere gli appuntamenti consigliari, l’amministrazione ha provato a fissare il consiglio comunale il 30 settembre, ovvero subito dopo le elezioni provinciali. Il capogruppo del Pd ha ricordato che il Comune era fuori dai termini stabiliti per legge ed è pertanto stato deciso di convocare una seduta ad hoc del consiglio stesso per la data odierna; i consiglieri presenti alla seduta di oggi erano 11. Iconsiglieri della maggioranza del sindaco presenti al voto per sostituire il consigliere dimissionario erano soltanto 4, oltre alla presidente del consiglio comunale (il sindaco era assente). È evidente che ci sia stato un tentativo da parte del sindaco di non garantire il diritto alla democrazia impendendo la surroga del nuovo consigliere privandolo del diritto al voto per le prossime elezioni provinciali. Fortunatamente non tutti i consiglieri di maggioranza sono stati al suo diktat evidenzando la propria autonomia di pensiero e il rispetto delle regole democratiche. Il sindaco di Viareggio smetta di usare la città per i propri giochi di potere, pensi piuttosto ad amministrarla con maggiore serietà e rispetto delle istituzioni”.