Venerdì studenti in corteo in sostegno alla Palestina

Il Collettivo Nuova Resistenza: “Chiediamo la cessazione di ogni accordo militare e di rifornimento di armi verso Israele da parte dell’Italia”
La mattina dell’11 ottobre, alle 9 in piazzale Verdi il Collettivo Nuova Resistenza organizza un corteo in sostegno della Palestina.
“Esattamente a un anno – dicono dal gruppo di studenti organizzati – dall’inizio di quello che possiamo senza ombra di dubbio definire un genocidio, riteniamo fondamentale scendere in piazza e chiedere a gran voce la cessazione di ogni accordo militare e di rifornimento di armi verso Israele da parte dell’Italia. Lo Stato d’Israele, con le bombe marchiate made in Italy (e non solo) sta perpetrando una guerra genocidiaria a danno di tutto il popolo palestinese. I dati sconcertanti che ci arrivano dal Ministero della salute di Gaza, dall’Onu e dall’Oms ce lo confermano: dal 7 ottobre a Gaza e in Cisgiordania sono stati uccisi più di 200mila palestinesi, con le armi, la fame e le malattie, fra questi più della metà sono donne e bambini. L’accesso all’acqua potabile e alle cure mediche è estremamente limitato, la sicurezza alimentare e i servizi igienico sanitari completamente assenti. Più del 60% degli edifici è stato raso al suolo e gran parte degli ospedali e delle scuole sono stati bombardati vigliaccamente. Con i dati riportati da Al Jazeera si stima che a Gaza i medici arrestati o uccisi siano più di mille. In tali condizioni, aggravate dalle decine di migliaia di corpi ancora sotto le macerie, l’Oms fa sapere che circa un milione e mezzo di persone ha contratto malattie: dalla scabbia, alla dissenteria fino alla poliomielite”.
“Gaza – proseguono – non è l’unica vittima delle violenze sioniste: Israele controlla infatti 300 insediamenti nella Cisgiordania, illegali secondo la Corte Internazionale di Giustizia. Ma le mire espansionistiche di Israele non si limitano alla sola Palestina: anche il Libano ora si trova sotto gli attacchi indiscriminati della furia sionista la quale, con bombardamenti e attentati terroristici, ha già causato oltre 2000 morti, 8000 feriti e un milione di sfollati. La politica di Israele non intende contemplare la diplomazia in alcuna forma, spingendo invece per una guerra ovunque qualcuno si opponga”.
“Noi venerdì – concludono – scenderemo in piazza anche in opposizione alle torture perpetrate nelle carceri israeliane verso civili a cui non è stato concesso alcun processo. Esempio eclatante quello di Sde Teiman: centro di detenzione israeliano dove i palestinesi vengono trattati come delle bestie. È alla luce di tutto ciò che contro ogni strumentalizzazione rivendicheremo il nostro sostegno alla Resistenza palestinese e libanese. Sappiamo bene da quale parte della barricata stiamo e perciò le accuse di antisemitismo e di terrorismo non ci spaventano: noi siamo con i popoli oppressi del mondo e contro i loro oppressori, indipendentemente dalla religione ed etnia di quest’ultimi. Sosteniamo chi con coraggio ha deciso di parteggiare e combattere uno degli eserciti più potenti e spietati del mondo per la liberazione del suo popolo. Ogni partigiano palestinese morto nel combattere Israele è un martire della resistenza”.
“Chiediamo – concludono – la cessazione di ogni accordo militare e di rifornimento di armi verso Israele da parte dell’Italia. Chiediamo a gran voce la fine della guerra, dell’apartheid e uno Stato Palestinese finalmente libero”.