Consorzio di Bonifica, Fantozzi (Fdi): “Gravi le accuse mosse al presidente uscente”

Il consigliere regionale: “È giusto avviare una verifica profonda”
“Quello che sta emergendo in questi giorni sul Consorzio di Bonifica Toscana Nord Ovest è veramente preoccupante, anche perché si tratta di quello che in gergo si chiama fuoco amico che, di solito, presuppone altri sviluppi in altre sedi e con ulteriori conseguenze in tempi successivi. Parliamo di fuoco amico perché le accuse mosse all’uscente presidente Ismaele Ridolfi provengono dalle organizzazioni sindacali interne e dall’ex assessore provinciale Gabriella Pedreschi che, addirittura, arriva a definire in modo molto circostanziato un atto che sarebbe, secondo la sua interpretazione, illegittimo”. Inizia così la nota di Vittorio Fantozzi, capogruppo in consiglio regionale di Fratelli d’Italia.
“I sindacati avevano parlato in termini più generici di una serie di assunzioni, stabilizzazioni e promozioni di personale fatte dallo stesso Ridolfi poco prima di lasciare il suo posto secondo procedure che i rappresentanti dei lavoratori definiscono opache – prosegue -. Ricordiamo che si tratta di un soggetto, il Consorzio, che ha acquisito nel tempo dimensioni, competenze e disponibilità economiche sempre più rilevanti e quindi sapere che la gestione del personale viene definita in questi termini è inquietante. E’ giusto quindi avviare una verifica profonda in merito alla corrispondenza a quanto avvenuto, è necessario che sia gli enti locali e chi di dovere facciano piena luce per dissipare queste opacità e l’assunzione alla quale fa riferimento l’ex-assessore della giunta Baccelli Gabriella Pedreschi”.
“Sarebbe ipocrita non dire che certe voci, anche riguardanti personaggi noti, si susseguono da tempo e che fare chiarezza su una gestione di 26 anni – conclude -, soprattutto dal punto di vista del personale, sia assolutamente necessario, anche per le sue ricadute politiche e di consenso. Da parte nostra procederemo nei modi e nei tempi che abbiamo a disposizione per togliere ogni dubbio a una gestione che, come dice la stessa Pedreschi, è stata troppo lunga, contrariamente a quanto necessitano i tempi democratici di rotazione delle cariche”.