Celebrazioni pucciniane, Baldini (Lega): “È mancata una visione corale”

Il commento del consigliere regionale: “Regione Toscana incapace di avere un ruolo di raccordo tra tutti gli enti”
“Le celebrazioni dei 100 anni della morte di Giacomo Puccini sono state sicuramente intense, vissute un po’ ovunque ed un po’ da tutti con grande entusiasmo nel corso dell’intero 2024 costellato da tante iniziative e produzioni letterarie sempre interessanti, ma hanno risentito, da una parte, dell’incapacità delle istituzioni locali e regionali di realizzare una sinergia realmente corale come avrebbe potuto e sarebbe dovuto essere e dall’altra dei tanti problemi che hanno condizionato il comitato per le Celebrazioni Pucciniane, non in grado di portare avanti un programma di iniziative davvero incisivo anche perché funestato da una conduzione discussa e contestata un po’ ovunque”. Inizia così il commento di Massimiliano Baldini, Consigliere Regionale e Responsabile Cultura della Lega per la Toscana.
“Già l’avvicinarsi al 2024 era stato difficoltoso riguardo alcuni importanti appuntamenti culturali, manifestando gravi limiti di dialogo che portarono prima alle baruffe chiozzotte fra Alessandro Tambellini e Giorgio Del Ghingaro e successivamente ad una sterilità programmatica che, proprio nella prospettiva del centenario della morte del Maestro, ha impedito un progetto in qualche modo comune in grado di portare a casa la candidatura a Capitale della cultura italiana, competizione fallita per ben due volte dal Comune di Viareggio prima e dal Comune di Lucca dopo -prosegue -. Un approccio confermato dalla stessa giornata del 29 novembre che ha visto le due città ed i rispettivi enti intitolati a questo straordinario genio della musica portare avanti programmi distinti e addirittura concomitanti che hanno ribadito la sensazione di una celebrazione tirata per la giacchetta dalle amministrazioni comunali e dalle Fondazioni che insistono sui diversi territori, senza una regia a tutto tondo che ne potesse esaltare all’unisono il percorso storico-culturale del compositore sul nostro comprensorio. Rimarca questa impressione Massarosa decisamente marginalizzata così come la stessa Pescaglia che mi aspettavo maggiormente valorizzata e tutto malgrado l’importanza che le due località rivestono nelle vicende pucciniane. In questo quadro, a mio avviso, non può essere esente da critiche la Regione Toscana, anzi la maggiore imputata, incapace di giocare un ruolo di vero raccordo fra tutti gli enti in campo e, di fronte ad una tale deriva, di farsi carico di un cambio di marcia collegiale malgrado il suo status di istituzione maggiore. Il presidente Eugenio Giani, che distribuisce a pioggia le risorse della cultura con modalità spesso contestate ma che dimostra di tenere a questo settore, nemmeno lui ha saputo intuire che ognuno andava per conto suo e che tutto si è fatto fuori che ‘sistema’ fra gli enti locali.
“A Torre del Lago Puccini, dove ho partecipato non solo perché di casa ma altresì in quanto ritengo il lago vero fulcro della vita e dell’ispirazione di Giacomo Puccini – che non a caso lì decise di andare ad abitare (salvo gli ultimi anni a Viareggio), lì compose le sue opere sulla scia dell’ispirazione di quell’ambiente che amava smodatamente e lì è sepolto – la celebrazione si è consumata pressoché’ nella ristretta cerchia dell’amministrazione comunale a conferma dell’isolamento del Comune di Viareggio, snobbato da quasi tutti malgrado avesse a disposizione il palcoscenico più importante della vita di Giacomo Puccini. A Lucca invece, dove ho assistito all’intitolazione del Teatro del Giglio a Giacomo Puccini – storicamente e culturalmente discutibile ma commercialmente ideale – il 29 novembre ha sicuramente ricevuto più attenzione con tanti eventi di valore, con la presenza del Presidente della Regione Eugenio Giani per la rappresentazione di Tosca e del Sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi alla ex Cavallerizza, seppur confermando anche lì questa difficoltà a favorire un clima di comunione collettiva che la figura del grande compositore richiedeva, non fosse altro nel rispetto della storia di Giacomo Puccini che, dopo aver lasciato Lucca, oggettivamente legò i suoi sentimenti più forti e le sue ispirazioni a Torre del Lago ed a Viareggio. E del resto che questo quadro di competizione irrisolta e latente faccia fatica ad essere archiviata trova ulteriore testimonianza nella storia non dimenticata dei contenziosi per la Villa di Viareggio, dove fu composta l’incompiuta Turandot, ultimo lascito straordinario all’umanità intera del ‘Sor Giacomo’ e che il Comune di Viareggio non seppe coglierne opportunità malgrado l’impegno determinatissimo di Simonetta Puccini a difendere il filo conduttore della vita del nonno”.
“Sullo sfondo di tutto questo un Comitato per le Celebrazioni Pucciniane che ha avuto vita travagliata, con un presidente contestato da tutti e su tutto, incapace di dare un respiro importante ed internazionale alla ricorrenza e ciò malgrado risorse economiche enormi sulla cui gestione non sono certo mancate le critiche sin dall’avvio dei lavori e fino a giungere agli esposti alla Corte dei Conti – continua -. Peccato, si poteva fare molto meglio come non sono il primo ad affermare, ma questo non significa che non si possa ripartire da qui per continuare a rilanciare ancora questo patrimonio culturale di valenza nazionale ed internazionale, ricercando quelle sinergie fra tutti i protagonisti del cammino di Giacomo Puccini che non si sono colte in questa occasione, anzi approfittandone per attenzionare pure i rilievi dei sindacati dei lavoratori del teatro sicuramente rilevanti e non da ora un po’ ovunque”.