Impianto Salanetti, Baldini (Lega): “Tanti rischi non considerati, unica certezza è che a pagare saranno i cittadini”

4 dicembre 2024 | 14:24
Share0
Impianto Salanetti, Baldini (Lega): “Tanti rischi non considerati, unica certezza è che a pagare saranno i cittadini”

Il consigliere regionale incalza: “È stata fatta un’analisi degli impatti ambientali legati al trasporto?”

Insicurezza circa il funzionamento dell’impianto, alti costi gestionali, consumo significativo di energia, impatto ambientale legato al trasporto dei rifiuti, aumenti tariffari e non conformità alla pianificazione urbanistica. Sono i punti interrogativi sull’impianto di Salanetti non adeguatamente presi in considerazione dalla Regione e che rischiano di far registrare al gestore Retiambiente un fallimento colossale. L’approccio ideologico del Pd sul piano rifiuti, che lega lo sviluppo impiantistico in materia di riciclo e recupero alle mere logiche del mercato rischia di produrre dei veri e propri mostri, come in questo caso: un impianto sperimentale, che ad oggi non ha funzionato in nessuna parte d’Italia, il cui costo andrà ad incidere direttamente sulla tariffa già particolarmente esosa per i cittadini”. Così Massimiliano Baldini, consigliere regionale della Lega e componente della commissione ambiente, torna sulla dibattuta decisione di realizzare un impianto di trattamento dei prodotti assorbenti al confine tra Capannori e Porcari.

“Realizzazione che peraltro è prevista in un sito non idoneo, vista la vicinanza ad aree urbane e non conforme agli strumenti urbanistici già definiti – prosegue Baldini -. Impianto inoltre energivoro e molto costoso tanto che la sua progettazione e realizzazione costerà 18 milioni di euro, di cui 10 provenienti dal Pnrr, mentre i restanti 8 graveranno sulle tasche dei cittadini. A questo si deve anche aggiungere gli alti costi inerenti la gestione della raccolta, che si differenzia all’interno dell’Ato Costa sulla base delle singole scelte fatte dai comuni, così che anche la qualità e quantità ha conseguentemente delle differenze che incideranno sulla capacità di funzionamento del nuovo impianto”.

“Infine – incalza il consigliere della Lega – ci sono problemi legati al trasporto dei prodotti assorbenti che dovranno raggiungere l’impianto non solo da Lucca, ma anche da Pisa, Livorno fino a Massa: è stata fatta un’analisi degli impatti ambientali legati al trasporto? Di fatto, con la scusa della logica di mercato, anche l’Ato costa rischia di perdere la propria autosufficienza gestionale ma anche di registrare, così emergerebbe da diversi approfondimenti fatti, gravosi problemi finanziari. Se il buon giorno si vede dal mattino, anche per la costa toscana, oltre che per la regione intera, la governance dei rifiuti necessiterebbe di un vero e proprio terremoto gestionale”.