Il latino ritorna alle scuole medie. Giannini e Da Prato (Fdi): “Una scelta che guarda al futuro”

23 gennaio 2025 | 21:05
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Il latino ritorna alle scuole medie. Giannini e Da Prato (Fdi): “Una scelta che guarda al futuro”

Il sindaco e la consigliera: “Il valore formativo del latino è quello di una disciplina che insegna rigore, metodo e precisione”

“Un grande plauso alla scelta del ministro Valditara. Reintrodurre lo studio del latino nelle scuole medie: una scelta di futuro”. La pensano così Laura Da Prato, consigliera di Fratelli d’Italia in Consiglio a Lucca e il sindaco di Fabbriche di Vergemoli, Michele Giannini.

“Negli ultimi decenni, lo studio del latino – esordiscono – ha progressivamente perso spazio nei programmi scolastici, soprattutto nelle scuole medie, dove era un pilastro della formazione umanistica, provocando, di fatto generazioni sempre più scollegate dal proprio passato. Il latino è il filo conduttore che lega l’Italia e l’Europa a una tradizione millenaria. La sua reintroduzione è una decisione che riflette una visione politica che riafferma con forza il ruolo della cultura e della formazione nella società. Non solo, il latino è un allenamento per la mente: sviluppa capacità logiche e analitiche uniche. Tradurre un testo latino richiede attenzione ai dettagli, analisi e interpretazione, esercitando il pensiero critico e la capacità di problem solving. Tutte competenze che si applicano ad ogni disciplina, dalla matematica alla programmazione informatica”.

“Quanto alle radici culturali e linguistiche, il latino è la lingua madre di molte lingue moderne, come l’italiano, il francese e lo spagnolo – dicono – Impararlo, aiuta gli studenti a comprendere meglio la struttura e l’etimologia della propria lingua, migliorandone il vocabolario e la capacità di scrittura, soprattutto in un’epoca che i dati analizzano come quella della “analfabetizzazione”. È peraltro un ponte verso altre discipline, essendo di fatto una chiave di accesso al mondo della storia, della filosofia, della letteratura e della scienza”.

“Uno degli argomenti più frequenti contro il latino è la sua presunta inutilità – dicono Da Prato e Giannini – Affermazione mai cosi lontana dal vero. Il valore formativo del latino è quello di una disciplina che insegna rigore, metodo e precisione. In un’epoca dominata dalla superficialità e dalla rapidità delle informazioni, il latino rappresenta un antidoto prezioso per formare menti capaci di pensiero profondo e riflessivo. La marginalizzazione del latino non è avvenuta per caso, ma come risultato di scelte politiche che negli anni hanno privilegiato un modello educativo sempre più orientato alla formazione tecnica e al breve termine. Tuttavia, in una società democratica, la politica ha il compito di guardare oltre l’immediato, ponendo le basi per una formazione che non si limiti a fornire competenze tecniche, ma promuova anche la capacità di interpretare il mondo con spirito critico e autonomia. Reintrodurre il latino significa scegliere di formare cittadini e non semplicemente lavoratori, significa fornire agli studenti strumenti per affrontare il futuro con una mente più allenata, una cultura più ricca e una maggiore consapevolezza delle proprie radici”.

“Reintrodurre il latino nelle scuole medie – concludono – non è un gesto rivolto al passato, ma un atto politico che guarda al futuro. È la volontà di riaffermare il ruolo della cultura e dell’educazione umanistica come pilastri di una società democratica e inclusiva. Se la politica vuole davvero investire in un’Italia più consapevole, colta e competitiva, deve partire dalla scuola e restituire al latino il posto che merita nella formazione delle giovani generazioni”