Fine vita: in Toscana è legge, il sì dal consiglio regionale
Giani: “Un forte segno di civiltà”. Il dibattito in aula e il testo emendato. Polemiche dall’opposizione di centrodestra
“Oggi dalla Toscana arriva un forte messaggio di civiltà”. Il presidente Eugenio Giani commenta l’approvazione odierna della legge sul fine vita da parte del Consiglio regionale (27 voti a favore, 13 contrari, nessun astenuto).
“Colmiamo una lacuna e compiamo per primi un salto in avanti rispetto ad altre Regioni e allo stesso Parlamento che era stato chiamato dalla sentenza della Corte costituzionale a pronunciarsi – aggiunge il presidente sottolineando che la nuova legge, che ha visto l’iter avviato da un’iniziativa popolare – fissa procedure, tempi, disciplina, fino al costo dei farmaci e alle modalità con cui da un punto di vista della commissione scientifica si valutano gli elementi fissati dalla Corte: l’irreversibilità della patologia, lo stato di dipendenza da macchinari per vivere, la piena coscienza della scelta”.
“La legge si pone con assoluta legittimità nel percorso indicato dalla Consulta per un fine vita medicalmente assistito”, prosegue Giani che ringrazia i consiglieri per la compostezza e la profondità del confronto e conclude auspicando che “il Parlamento trovi in questo passo della Toscana un impulso a legiferare su una questione delicata e complessa che tocca da vicino la vita dei cittadini”.
Nella discussione in aula sono stati approvati gli emendamenti presentati dal presidente della commissione sanità, Enrico Sostegni (Pd) per la maggioranza. In particolare è stato approvato emendamento 3 che sostituisce l’articolo 2 che rimanda per l’accesso al suicidio medicalmente assistito le persone in possesso dei requisiti indicati dalle sentenze della Corte Costituzionale, approvato con 24 voti favorevoli e 5 contrari.
L’emendamento 4 sostituisce l’articolo 3 e disciplina la composizione e il funzionamento dell’organo aziendale (Commissione multidisciplinare permanente), approvato con 26 voti favorevoli e 6 contrari. Un subemendamento presentato dal consigliere regionale Marco Stella che chiede di inserire un medico di cure palliative con competenze assistenziali è stato approvato. Poi l’aula ha approvato l’emendamento 5 che sostituisce l’articolo 4 che disciplina le modalità di accesso al suicidio medicalmente assisto, con 25 voti favorevoli e 5 contrari.
È stato poi approvato emendamento n.6 con inserimento dell’articolo 4 bis che fissa in 37 giorni il termine per la conclusione del procedimento, con 25 voti favorevoli e 5 contrari.
Approvati anche gli emendamenti 7 che inserisce l’articolo 4 ter sulle modalità di attuazione; l’emendamento 8 che inserisce l’art. 4 quater per il supporto alla realizzazione della procedura di suicidio medicalmente assistito, con 26 favorevoli e 7 contrari; l’emendamento 9 che sostituisce l’articolo 5 che prevede la gratuità delle prestazioni; l’emendamento 10 che sostituisce l’articolo 6 che prevede la norma finanziaria, con 24 favorevoli e 6 contrari. Inoltre l’aula ha approvato un subemendamento al preambolo per garantire assistenza sanitaria e psicologica ai pazienti e l’emendamento 11 sostitutivo integralmente del preambolo, dove vengono eliminati i riferimenti ad un livello essenziale di assistenza (Lea) con 25 favorevoli e 6 contrari. Nella discussione in aula sono stati respinti numerosi emendamenti e sub emendamenti presentati dal consigliere regionale Marco Stella (Forza Italia).
Gli ordini del giorno
Ad accompagnare l’approvazione della legge regionale sul suicidio medicalmente assistito due ordini del giorno approvati dall’Aula del Consiglio regionale. Il primo presentato dal gruppo di Italia Viva impegna la giunta a sostenere il concetto del fine vita come morte dolce, includendo nelle politiche regionali la valorizzazione delle cure palliative e l’investimento nelle strutture dedicate, come hospice e ospedali di comunità, al fine di garantire un accompagnamento dignitoso alle persone in fase terminale.
È previsto poi l’impegno a ribadire nel nuovo Piano sanitario e sociale integrato regionale 2024-2026, come parte integrante della sua missione, il concetto di ‘nascere bene e morire bene’, con particolare attenzione all’assistenza domiciliare palliativa. È previsto infine l’impegno a verificare che ogni direttore generale delle aziende sanitarie locali dimostri di aver implementato cure palliative adeguate e a prevedere che gli investimenti in tale ambito vengano almeno raddoppiati rispetto agli attuali livelli.
L’ordine del giorno è stato approvato con i 23 voti a favore di Partito Democratico, Italia Viva e Movimento 5 Stelle. Erano presenti in aula ma hanno deciso di non esprimere il proprio voto la consigliera del Pd Lucia De Robertis, e nove consiglieri dei gruppi di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. L’altro ordine del giorno, approvato con i 25 voti a favore di Pd, Italia Viva e Movimento 5 Stelle e gli 11 voti contrari diF ratelli d’Italia e Lega, è stato presentato dal Partito democratico e impegna la giunta ad attivarsi nei confronti del governo e del parlamento affinché sia avviato un percorso legislativo nazionale per regolamentare in modo organico e uniforme le procedure relative al suicidio medicalmente assistito, in attuazione della sentenza della Corte Costituzionale 242 del 2019 e n. 135 del 2024. In tale contesto è previsto l’impegno a sollecitare, in particolare, il Governo affinché assuma un’iniziativa legislativa in materia finalizzata a introdurre una disciplina chiara e uniforme, capace di garantire criteri omogenei per l’applicazione delle pronunce costituzionali, tutelando la dignità della persona e la certezza operativa per i professionisti sanitari coinvolti.
Le dichiarazioni di voto
“Laicità e diritto all’autodeterminazione”, queste le linee seguire secondo il consigliere Maurizio Sguanci che apre le dichiarazioni prima del voto finale, confermando il voto favorevole del gruppo Italia viva. “Ringrazio l’associazione Coscioni, andiamo a normare procedure sanitarie, che fino ad oggi sono state diseguali, con persone che hanno dovuto aspettare anni, a fronte di un diritto sancito da una sentenza della Corte costituzionale”.
Anche la capogruppo del Movimento 5 stelle, Irene Galletti si dice “orgogliosa di questo passaggio di civiltà per la Regione toscana. Il dibattito di questi giorni non è stato facile, ha contribuito a rafforzare le nostre posizioni, sono ancor più profondamente convinta del voto favorevole che andremo a esprimere. Il Parlamento deve affrontare un dibattito come questo, aspettiamo che il Parlamento ci dia una mano e si arrivi ad un’unica legge”. E ringrazia l’associazione Coscioni: “Senza di voi, oggi non saremmo qui”.
“Il dibattito che abbiamo affrontato interroga le coscienze”, dichiara Alessandro Capecchi, che annuncia il voto contrario di Fratelli d’Italia. “Ringrazio gli uffici, il legislativo, per il lavoro svolto su una proposta di legge che è stata sostanzialmente riscritta. Sono assolutamente convinto che la strada che oggi prende la Toscana non sia la più corretta”.
Anche la capogruppo della Lega, Elena Meini, ringrazia “tutti per il livello di ogni intervento, per l’alto lavoro e l’alto valore espresso in questa occasione. Sarà un tema che credo contraddistinguerà ognuno di noi anche nella prossima campagna elettorale. Ho sentito molte volte Matteo Salvini in questi giorni, ci è stata data la possibilità di esprimerci in maniera totalmente libera e voteremo tutti, seguendo ognuno il proprio percorso, convintamente contro questa legge”.
“Questa proposta di legge d’iniziativa popolare, per quanto ci riguarda, è sbagliata anche per ragioni di tipo antropologico – ribadisce Marco Stella (Forza Italia) –. Contribuisce a costruire nella mentalità comune, nel corpo sociale l’idea che la fragilità e il dolore vanno eliminate, non sono degni di essere vissuti”. So bene che il Parlamento dovrà legiferare, però ho paura, non posso chiudere gli occhi, penso all’Olanda, al Belgio, ai Paesi del Nord Europa e a cosa hanno prodotto l’eutanasia e il suicidio assistito”. Poi, aggiunge Stella, “si pone anche una questione politica, maggioranza allargata che prende i voti del Movimento 5 stelle. Mi chiedo come stanno oggi i cattolici dentro il Partito democratico”.
Anche il consigliere Andrea Ulmi (gruppo misto-Merito e lealtà) conferma l’intenzione di voto favorevole alla nuova legge: “L’essenza di questo provvedimento è un escamotage, di fronte al vulnus normativo a livello nazionale. In questa fase transitoria era importante dare un indirizzo preciso che determinasse medesimo comportamento in tutto il territorio. Viviamo in un periodo in cui spesso la politica e il suo posto viene preso dalla magistratura. Per questo, voterò a favore”.
“È impossibile racchiudere in pochi minuti le motivazioni e le sfumature che portano il gruppo del Pd, ad eccezione di un non voto, a votare in maniera compatta a favore di questa legge”, dichiara il capogruppo del Partito democratico, Vincenzo Ceccarelli. “Il mio ringraziamento va innanzitutto ai promotori, ma a tutta l’Aula e sono veramente grato al mio gruppo. Riteniamo che questa sia una legge di civiltà, speriamo rappresenti uno stimolo, una scossa per tutto il Parlamento. Sta nelle competenze della Regione, nell’alveo dell’organizzazione sanitaria dei servizi”.
Gli interventi finali di Giani e Mazzeo
In conclusione, interviene il presidente della Toscana, Eugenio Giani: “Apprezzamento e oggettiva condivisione delle opinioni che qui si sono espressa, lavoro autenticamente permeato da una dialettica costruttiva, da un profondo pathos e sentimento nell’espressione delle opinioni e del voto. Poche volte ho visto un Consiglio così attivo costruttivamente, è un salto di qualità e di civiltà, che la Toscana compie per prima rispetto alle altre Regioni e al Parlamento. L’attenzione che c’è anche a livello nazionale deriva dal fatto che c’era un vulnus, questa legge si pone con assoluta legittimità. Non corretto parlare di eutanasia, noi diamo conto secondo i criteri che ci detta l’ordinamento e non fa altro che dare atto di procedure rispetto ai farmaci usati e al percorso che si deve seguire”. Giani cita Paolo Malacarne, “per anni primario di terapia intensiva a Pisa, ci spiega e ci dice cosa è avvenuto dopo la sentenza della Corte dopo il 2019. Il nostro – prosegue Giani – è un messaggio, un’espressione di civiltà al livello nazionale. Dopo sei anni, non è possibile che il Parlamento non ascolti l’indicazione forte e precisa della Corte costituzionale”.
Nell’imminenza del voto finale, il presidente del consiglio regionale, Antonio Mazzeo: “Primo ringraziamento al presidente Sostegni e a tutta la commissione per l’equilibrio con cui in tutti questi nove mesi di lavoro hanno portato avanti un tema così complesso. Il secondo grazie all’Aula, avete dato dimostrazione di cosa può essere la buona politica, fatta di ascolto, di confronto, di punti di vista e sensibilità differenti, partendo dal proprio punto di vista, senza denigrare quello dell’altro. Poi grazie ai diecimila settecento cittadini che hanno sottoscritto questa proposta di legge. Non so se avremmo avuto la forza e il coraggio di essere oggi qui, avete aperto in noi lo spazio di porci domande profonde che ci hanno portato a esprimere un voto libero, democratico, nel dna della Toscana. Poi un grazie agli uffici, al legislativo, ci avete aiutato, guidato, sostenuto nei passaggi più difficili. Credo sia una norma di grande dignità, sono orgoglioso di presiedere questa assemblea legislativa”.
I commenti politici
Contrario l’eurodeputato di Fdi Francesco Torselli: “La sinistra toscana continua a occuparsi di tutto tranne che dei problemi reali della Regione. Dopo aver dibattuto di politica internazionale ed elezioni americane, oggi si dedicano al fine vita, un tema che, al di là di ogni considerazione di merito, non rientra nelle competenze regionali, mancando la cornice legislativa nazionale nel quale dovrebbe andarsi ad inserire. Di fatto, una legge che non vedrà mai applicazione, ma che serve ad accontentare le associazioni pro-suicidio assistito dalle quali il Pd toscano spera di racimolare qualche voto. Ecco a cosa pensa la Regione Toscana, a trovare voti per Eugenio Giani, non a risolvere i problemi della la gente. Le priorità della giunta dovrebbero essere governare la sanità e i trasporti, due settori ormai allo sbando. Ospedali con attese interminabili, infrastrutture inadeguate e un trasporto pubblico che lascia a desiderare: questi sono i problemi reali della Toscana. Ma loro pensano al fine vita per dire che la Toscana è la prima regione d’Italia a fare una legge. Ancora una volta, Giani e la maggioranza di sinistra perdono tempo in provvedimenti inutili, pensati solo per la campagna elettorale del Pd, invece di affrontare le vere emergenze dei cittadini toscani. Le code in ospedale e sulla Fi-Pi-Li non si risolvono con operazioni di propaganda”.
“Oggi, con l’approvazione della legge sul suicidio medicalmente assistito, la Toscana ha toccato il punto più basso della sua storia. La terra di Dante, di Santa Caterina da Siena, di San Bernardino, culla di una civiltà anche religiosa, oggi ha aderito alla cultura dello scarto e della morte. Fratelli d’Italia non può accettare una legge simile. Da sempre ci battiamo, e sempre ci batteremo, contro questa anti cultura, con rinnovata fermezza, il nostro sì alla vita, dal concepimento alla morte per cause naturali. Questa legge disumana appena approvata potrebbe comportare, per un’ampia platea di donne e uomini, a sentirsi spinta verso la morte; pensiamo alle persone sole con gravi malattie, agli anziani, ai fragili. Chiederemo l’intervento del governo, affinché esamini con cura tutti gli elementi di conclamata incostituzionalità di questa legge. Come avevamo già avuto modo di sottolineare infatti, la Regione non è competente su questa materia, sulla quale lo è invece lo Stato e a confermarlo è l’articolo 117 della Costituzione. Ricordiamo che se ogni regione italiana legiferasse autonomamente, ci troveremmo nel peggior caos normativo”. Lo scrivono, in una nota, ildeputato e vice coordinatore regionale toscano di Fratelli d’Italia Francesco Michelottie ildeputato Alessandro Amorese.