Ceccarelli (Capannori 2034): “Va riunificata la gestione dell’acqua della Piana con una società totalmente pubblica”

15 febbraio 2025 | 17:21
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Ceccarelli (Capannori 2034): “Va riunificata la gestione dell’acqua della Piana con una società totalmente pubblica”

Le risorse idriche di Lucca e della Piana ad est, provengono dallo stesso bacino del Serchio e la loro divisione ai fini amministrativi, è stata un grave errore denunciato pubblicamente con forza fin dalla sua ormai lontana origine, da vari amministratori locali tra cui lo scrivente, ma pure da autorevoli tecnici del settore”. Inizia così la riflessione di Gaetano Ceccarelli, il capogruppo in consiglio comunale della lista civica Capannori 2034.

“Per correggere tale errore, si è espresso più volte anche recentemente, lo stesso consiglio comunale di Capannori con ampia maggioranza, ribadendo altresì la volontà dell’assemblea consiliare in favore dell’affidamento del servizio idrico integrato ad una società totalmente pubblica ritenendo a ragion veduta, ormai superata la fase in cui il capitale privato era ritenuto necessario dai decisori politici dell’epoca, per attivare i cospicui investimenti necessari ad ottimizzare l’efficienza e l’estensione delle reti idriche. Se tale fase è superata, è difficilmente accettabile per gli amministratori pubblici ad ogni livello, che gli utili consistenti delle società di gestione dell’acqua siano appannaggio, in quota parte che spesso si aggira intorno al 50% del capitale sociale ed equivale a circa la metà degli utili, di soggetti privati che agiscono sia beninteso legittimamente, a scopo di lucro. Tutto conforme alla legge per carità, ma inconciliabile dal punto di vista dell’interesse pubblico, con l’obiettivo di una gestione equa e sostenibile della risorsa primaria acqua e dei costi delle bollette a carico degli utenti”.

“A questo proposito va osservato in verità, sfatando luoghi comuni duri a morire, per cui la destra sarebbe più favorevole alla gestione privata e la sinistra a quella pubblica, che ad esempio in molte città del nord Italia con amministrazioni prevalentemente di centrodestra, la gestione del servizio idrico è totalmente pubblica mentre le società miste, sono molto presenti in altre zone di diverso colore politico. Sotto il profilo non secondario della spesa in termini di bollette, questo comporta delle differenze non da poco, poiché secondo un rapporto di ‘Cittadinanza Attiva’ del 2024 ( dati 2023 ), le 10 città capoluogo più care in Italia relativamente alla spesa per una famiglia di 3 persone con consumo medio annuo di 182 mc. ( ma con consumi inferiori la situazione resta simile ), sono nell’ordine: Frosinone, Grosseto, Siena, Pisa (cioè gestione Acque SpA come nella Piana lucchese), Livorno, Arezzo, Enna, Firenze, Pistoia, Prato. Tutte e 10, sono gestioni miste pubblico-privato. Mentre le 10 città meno care sono: Milano, Cosenza, Trento, Campobasso, Isernia, Monza, Aosta, Catanzaro, Caserta, Bergamo.
In quest’ultimo caso, ben in 8 città su 10 l’acqua è gestita da società interamente pubbliche, mentre solo in 2 la gestione è mista pubblico-privato cioè Trento, con capitale maggioritario pubblico con modeste quote di investitori locali e Caserta, dove la gestione è affidata ad una società del gruppo Italgas. Ovviamente nelle città più care, vi saranno stati (tutti da verificare) maggiori investimenti sulle reti, ma i dati innanzi descritti ci evidenziano con chiarezza, le differenze lampanti e non casuali che emergono tra gestione totalmente pubblica e gestione mista pubblico-privato dell’acqua, bene comune primario”.

“Pertanto, anche alla luce dei dati innanzi riportati, si lavori con ancora più convinzione nella direzione tracciata con forza dal consiglio comunale di Capannori, cioè riunificare la gestione dell’acqua di Lucca e della Piana e procedere verso l’affidamento ad una società di gestione interamente pubblica“.