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“Quella povertà che non ti aspetti, esplosa anche in territori come il nostro”: la riflessione di Sinistra con

16 febbraio 2025 | 12:32
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“Quella povertà che non ti aspetti, esplosa anche in territori come il nostro”: la riflessione di Sinistra con

“E’ necessario ripensare il sociale e tornare a dedicare risorse consistenti a interventi articolati su welfare, sanità, emergenza abitativa”

“Una comunità come quella lucchese, da sempre fertile terreno per la crescita del volontariato e dell’associazionismo, ha nella solidarietà uno dei suoi tratti caratteristici. E può trovare proprio in quel contesto la forza per pretendere che i più fragili non vengano lasciati indietro”. Lo dice Valeria Giglioli di Sinistra con commentando il fatto che è “Medio alto il livello dell’indice di povertà e vulnerabilità nell’area della Piana di Lucca. Ce lo dice non un’impressione o un post sui social ma a parlare sono i dati dell’VIII Rapporto sulla povertà, presentato in questi giorni a Firenze”.

“I numeri – per Giglioli – mettono in fila tanti fattori, dal numero di famiglie con Isee inferiore a 6mila euro, al livello di difficoltà a far fronte a spese come le cure mediche, la casa e il cibo. Il deflagrare delle disuguaglianze, divenuto drammaticamente evidente a seguito della pandemia Covid, sta portando in primo piano le difficoltà di tanti, troppi, nuclei familiari a vivere una vita serena e dignitosa.

È quella povertà che non ti aspetti, esplosa anche in territori come il nostro, con una storia che racconta un passato di risparmio, solidità, sviluppo. I dati emersi dalla distribuzione dei buoni spesa ‘Conte’ durante il periodo più duro della pandemia, ci hanno raccontato una maggioranza di persone in difficoltà nella fascia di età fino a 39 anni (furono oltre il 60% di coloro che ne ebbero diritto nel Comune di Lucca) e con nuclei medi e piccoli (da 1 a 4 persone al massimo) ad avere più bisogno di aiuto.

Oggi, a quasi vent’anni dalla prima violenta crisi economica del Terzo millennio, quella del 2008, la povertà è cambiata. Dalla concentrazione del disagio in fasce molto caratterizzate a livello sociale, con la precarizzazione del lavoro e l’arretramento dell’intervento pubblico in settori fondamentali come la sanità, la scuola e il sociale, la povertà fa molte meno differenze: si è insinuata nella vita di tanti adulti e bambini e anche avere un titolo di studio e un lavoro non rappresenta più una protezione certa.

Per affrontare queste nuove forme di povertà, anche nel nostro territorio, è necessario ripensare il sociale e tornare a dedicare risorse consistenti a interventi articolati su welfare, sanità, emergenza abitativa, per garantire i diritti di cittadinanza. L’importanza di continuare a sostenere le famiglie in difficoltà con contributi economici che scongiurino sfratti, taglio delle utenze e peggioramento dello stato di salute a seguito della mancanza di cure mediche è fuori discussione. I contributi, pensati dopo un’attenta analisi del contesto sociale e dei dati emersi dagli interventi precedenti, sono uno strumento fondamentale di prevenzione. Ad essi è necessario affiancare un lavoro di progettazione e pianificazione che prenda le mosse da numeri come quelli dell’Osservatorio regionale per individuare le fasce sociali e di età più a rischio e costruisca interventi mirati fatti anche di servizi, con l’obiettivo di sostenere le persone in un percorso verso la possibile autonomia.

E per raggiungere questo obiettivo, oltre alla qualità degli interventi attuati, non si può trascurare l’aspetto della loro accessibilità. È un lavoro da fare insieme, nel segno della partecipazione e della collaborazione tra istituzioni, territori, enti del terzo settore, sindacati e associazioni: serve una comunità consapevole che l’unica soluzione in momenti di crisi tanto accentuata è ‘sortirne insieme’, una comunità lungimirante che comprenda che il proprio benessere non può limitarsi ad essere la somma di un benessere individuale, peraltro sempre meno diffuso”.