Comitato europeo delle Regioni, il presidente del Pse Menesini: “L’impegno è per un’Europa coesa”

19 febbraio 2025 | 16:33
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Comitato europeo delle Regioni, il presidente del Pse Menesini: “L’impegno è per un’Europa coesa”
Comitato europeo delle Regioni, il presidente del Pse Menesini: “L’impegno è per un’Europa coesa”
Comitato europeo delle Regioni, il presidente del Pse Menesini: “L’impegno è per un’Europa coesa”

Al via il nuovo mandato: “Essere qui significa rendere il nostro territorio sempre più centrale a livello europeo”

Un territorio sempre più centrale a livello europeo in un’Europa che punta sempre più sulla coesione, sull’inclusione e sulla solidarietà. Con questa sfida, portata avanti anche nel suo ruolo politico, inizia oggi (19 febbraio) a Bruxelles, con la sessione inaugurale dell’VIII mandato 2025-2030 del Comitato europeo delle Regioni (CdR), il lavoro di Luca Menesini, già membro del comitato in qualità di rappresentante delle Province italiane (Upi) e da oggi ufficialmente in carica anche come presidente del Gruppo Pse.

La plenaria si è aperta con i saluti del presidente uscente del Comitato europeo delle Regioni, Vasco Alves Cordeiro, che ha concluso il suo mandato, per poi proseguire con l’intervento e i saluti del presidente del Consiglio Europeo, Antonio Costa, ex sindaco di Lisbona ed ex presidente del Portogallo, oltre che membro, negli anni 2010-15, del Comitato europeo delle Regioni. Ed è qui, nel dibattito con il presidente Costa, il presidente del Gruppo dei progressisti europei, Luca Menesini, è intervenuto per riportare la centralità dell’impegno europeo sulla coesione, pur nelle diversità.

“L’Europa oggi deve affrontare molte sfide e lo deve fare con il coinvolgimento di tutti, governi, autonomie locali e cittadini. Essere qui significa poter rappresentare nel concreto non solo il mio territorio di riferimento, ma tutte le Province italiane e quindi tutte le specificità e le diversità che compongono il nostro Paese, in un’ottica locale, nazionale e ora europea. È questa la rappresentazione – e lo è anche nelle parole del presidente Costa come capo del Consiglio Europeo – della governance multilivello; è questo quello che va fortificato e assicurato: un’Europa coesa, dove non si esaltino i personalismi nazionali, ma si lavori per un progetto comune e per una prosperità condivisa”.

“Dalla Commissione Europea, invece, riceviamo indicazioni che non vanno in questa direzione e questo non va bene – continua Menesini -. Questo lo si vede sul tema della difesa, dove la fretta – e l’urgenza – di costruire un’Unione Europea per la Difesa rischia di creare spazio di investimento e governance a livello nazionale ma senza coinvolgimento delle regioni e pochissima integrazione a livello europeo. Sembra che conti solo spendere di più, per la gioia delle imprese di armamenti, soprattutto quelle americane: per tutti noi spendere a livello europeo in difesa significa poter liberare risorse nazionali per la crisi abitativa, la salute e l’educazione, che sono e restano priorità per una Europa di pace. Perché se vogliamo contribuire alla pace, dobbiamo fare in modo che l’Europa cresca insieme”.

“Nella discussione del futuro budget dell’Unione Europea, però, questo ‘insieme’ lo vediamo poco – prosegue Menesini -. Anzi, vediamo proprio un mondo alla rovescia. Notiamo sempre più scelte che vanno nella direzione della rinazionalizzazione da parte dell’organismo che dovrebbe rappresentare l’interesse comune europeo e che, invece, in questo momento sembra voler restituire il maggior numero possibile di responsabilità agli Stati membri, mentre alcuni Stati, che spesso amano parlare di sussidiarietà, sostengono la centralizzazione. La Commissione europea non può delegare la coesione sociale e territoriale alle singole capitali: sono obiettivi fondamentali dei nostri trattati. E noi tutti dobbiamo impegnarci per creare le opportunità a livello locale, per tutti, ovunque. L’errore più grande che potremmo commettere oggi, in questo tempo che stiamo vivendo, è veder mettere i vari obiettivi europei in contrapposizione tra loro. Essere più ambiziosi in termini di competitività o di difesa non deve andare a scapito dell’agricoltura sostenibile e della coesione, perché se vogliamo accelerare il mercato interno e la competitività, la coesione diventa ancora più essenziale”.