Proroga della gestione di Geal, Baronti: “Va riunificata la provincia sotto un unico gestore”

L’ex assessore regionale: “Non è un vantaggio per la città procrastinare per altri tre anni la situazione di limbo senza investimenti”
Proroga della gestione di Geal, interviene l’ex assessore regionale ed esponente di Sinistra Italiana, Eugenio Baronti.
“Di tante cose si può fare a meno nella nostra vita, ma dell’acqua no. Non c’è vita senza acqua. Quindi è più che comprensibile e legittimo che il dibattito sulla sua gestione, sia esploso attorno alla questione della proroga del servizio a Geal, con una grande intensità generando anche un duro scontro politico. Sono scesi in campo molti sindaci, compreso ovviamente quello di Lucca Pardini, direttamente interessato – dice Baronti – Non prendiamo per niente in considerazione quelle sottoculture di stampo medievale che sempre emergono ogni qual volta a Lucca di discute di acqua, del tipo ‘L’acqua è di Lucca e la devono gestire i lucchesi‘ perché è un’affermazione che azzera con una battuta, decenni di progresso culturale, sociale e civile. Basta concentrarsi su dati di fatto per capire se è conveniente o meno per Lucca, continuare a vivere per altri due anni in quello che come Sinistra Italiana abbiamo chiamato il limbo della precarietà in cui si trova confinata Geal“.
“Se gli investimenti per l’estensione dei servizi acquedotto e fognatura non sono stati fatti negli ultimi anni, perché troppo vicina la scadenza della concessione – prosegue – è veramente un vantaggio procrastinare per altri tre anni questa situazione con la conseguenza che migliaia di cittadini, soprattutto nell’Oltreserchio e Brancoleria, continueranno ad essere privi di servizi essenziali come acquedotto e fognature? Non si sono fatti investimenti importanti però Geal ha fatto negli ultimi dieci anni 20 milioni di euro di utili di cui il 51% sono andati al Comune di Lucca ma quasi 10 milioni sono andati, attraverso l’Acea Spa, al Comune di Roma e il 49 per cento ai soci privati, tra cui la multinazionale Suez e Caltagirone. Una quantità enorme di risorse andate in dividenti invece che in investimenti per migliorare il servizio. Prorogare per due anni questo stato di cose, sicuramente fa felici e contenti i soci privati a cui vengono garantiti altri due anni di utili certi e sicuri ma è certo che non fa l’interesse della città. Veniamo alla cruda realtà dei numeri, Gaia 254mila allacci; Acque Spa 344mila; Geal 35mila, le dimensioni di un villaggio, davvero si può pensare che questo sia il sistema migliore per estendere un servizio essenziale a tutti i cittadini lucchesi? Se questa è uno stato di fatto senza prospettive future, allora ci chiediamo, perché prorogare e perdere altri tre anni? Perché non fare oggi quello che saremo costretti a fare nel 2027?”.
“Il sindaco di Capannori Del Chiaro si schiera anche lui per la proroga – prosegue Baronti – dichiarando che il suo obiettivo è quello della ripubblicizzazione del servizio idrico, cosa giusta e condivisa, ma che non basta affermarla per ottenerla, bisogna anche dire in che modo e con quali tempi e soprattutto se è un obiettivo alla nostra portata. Noi diciamo che la ripubblicizzazione totale del servizio pubblico oggi è già qui a portata di mano, ma invece si vagheggia di una futuribile poco probabile modifica della Legge regionale nella prossima consiliatura, per dare vita ad una grande società interamente pubblica capace di contrastare la multiutility dell’area fiorentina. Al grande calderone con dentro tutti i servizi di ogni genere, se ne dovrebbe contrappore un altro, nell’illusione che questo porti efficienza, vicinanza ai cittadini, grandi investimenti e tariffe più basse. Si pensa di ripubblicizzare Acque spa liquidando i soci privati ma quante probabilità ci sono di raggiungere l’obiettivo visto che dentro la compagine societaria c’è già il cavallo di troia della multiutility Alia con il suo 19,31% di quote?”.
“In politica sono determinati i rapporti di forza – conclude – e non ci sembra che l’eventuale armata Brancaleone lucchese pisana, sia in grado di fermare la corazzata fiorentina. Infine, davvero non riusciamo a comprendere il senso di volere mantenere ancora una Provincia di Lucca divisa in due conferenze territoriali diverse: Toscana Nord CT1 (Lucca Versilia, Garfagnana) e la basso Valdarno CT2 (Capannori, Altopascio, Porcari, Montecarlo e Villa Basilica) e con un servizio idrico gestito da tre gestori diversi e, come si può addirittura pensare, di riunificare la Piana lucchese nella CT2, lasciando fuori Garfagnana e Versilia, sarebbe un errore politico madornale. Ci sembra una ovvietà dire che in questo modo il peso politico della lucchesia ne esce fortemente ridimensionato, il buon senso vorrebbe, nell’interesse dei cittadini, di riunificare la Piana lucchese divisa artificiosamente per ragioni politiche, nell’ambito della CT1 in modo da raggiungere anche l’unificazione dell’intera provincia che con i suoi 380mila abitanti acquisirebbe un maggiore peso politico e rafforzerebbe le capacità finanziarie ed operative dell’unico soggetto interamente pubblico della Regione Toscana che è Gaia e che potrebbe diventare un grande polo pubblico, punto di riferimento nella gestione del servizio idrico in Toscana”.