Lucchese, la proposta di Caruso: “Fallimento evitabile pagando solo i debiti sportivi”

Il consigliere di Capannori traccia la road map: “La procedura di composizione della crisi d’impresa avrebbe concesso più tempo”
“Bene ha fatto il consiglio comunale di Capannori a fare appello a chiunque può di fare il possibile per salvare la Lucchese e consentire ai calciatori di ottenere una meritata salvezza sul campo evitando alla città lo smacco del quarto fallimento della propria squadra di calcio nel giro di 15 anni”. È quanto afferma il consigliere comunale di Capannori Domenico Caruso per il quale il fallimento è evitabile separando i debiti commerciali da quelli sportivi da pagare in ogni caso. Sotto questo profilo, spiega Caruso, l’istanza di fallimento presentata dai giocatori può rappresentare il punto di svolta per uscire dalla grave crisi che interessa la Pantera e angoscia i tifosi che meriterebbero ben altro per la passione e l’attaccamento ai colori rossoneri.
Ma cosa significa punto di svolta con riferimento all’iniziativa dei giocatori?
“Occorre capire – spiega Caruso – che le società di calcio sono assoggettate sia alla legge sulla crisi di impresa in virtù della loro natura commerciale sia alle norme dell’ordinamento sportivo per effetto dell’affiliazione alla Federcalcio, che contiene norme speciali rispetto a quelle ordinarie. Ebbene, il fallimento di una società calcistica determina la revoca dell’affiliazione e la perdita del titolo sportivo con conseguente svincolo dei giocatori. Tuttavia, con l’esercizio provvisorio è possibile conservare il valore complessivo dell’azienda comprensivo dei diritti pluriennali sulle prestazioni dei giocatori e dei diritti televisivi affinché i creditori possano trarne un giovamento fino alla data di scadenza della presentazione della domanda di iscrizione al campionato successivo con conseguente possibilità di conservare, fino a tale data, il diritto alla partecipazione al campionato e i diritti alle prestazioni dei tesserati. Inoltre, è possibile conservare il titolo sportivo che può essere attribuito ad altra società dotata di patrimonio e risorse finanziarie sufficienti che acquista dalla procedura la società in crisi con l’accollo dei debiti sportivi ossia quelli nei confronti di Lega di Serie C e verso i tesserati. Sono esclusi dall’accollo i debiti verso i procuratori e i debiti commerciali per i quali risponderebbero le precedenti gestioni”.
“Questo meccanismo, con il solo pagamento dei debiti sportivi che ammontano a poco meno di 1 milione di euro, consentirebbe alla Lucchese di evitare la distruzione del complesso aziendale – prosegue Caruso – la perdita del titolo sportivo, con esclusione dal campionato di competenza, la perdita degli asset patrimoniali in primo luogo i diritti televisivi e i diritti alle prestazioni sportive dei giocatori e soprattutto eviterebbe un grave danno all’immagine della città. Ecco perché bisogna fare di tutto per permettere ai giocatori di concludere il campionato in corso anche se sarebbe stato necessario intervenire fin dalle prime avvisaglie di insolvenza e, in particolare, dal momento del mancato pagamento degli stipendi a ottobre 2024 e nel momento in cui la squadra giovanile è stata smantellata con l’addio di mister Morgia”.
“vitare l’irreparabile è ancora possibile pagando gli stipendi dovuti ai giocatori che sono lavoratori subordinati ma il grande rammarico è che se la procedura di composizione della crisi di impresa fosse stata presentata da qualsiasi creditore, anche dal Comune che vanta crediti, ci sarebbe stato più tempo per intervenire evitando in tal modo la penalizzazione di 12 punti nel prossimo campionato oramai certa vista la scadenza del 16 aprile che non sarà rispettata. Purtroppo non si è riusciti a tener lontani acquirenti poco credibili – conclude Caruso – ma di certo non è un’impresa proibitiva trovare poco meno di 1 milione di euro per salvare una società calcistica che ha una storia di tutto rispetto essendo stata la squadra di personaggi formidabili come Erno Erbstein, l’allenatore del Grande Torino scomparso a Superga, del campione del mondo Aldo Olivieri e di Libero Marchini campione olimpico ai giochi di Berlino 1936”.