Revoca cittadinanza onoraria a Mussolini, Cavirani (Lega): “Gli errori non si cancellano, ma si analizzano”

Il responsabile provinciale del partito: “Troppo facile e troppo comodo operare con una semplice delibera di un consiglio comunale”
Una riflessione politica sulla cancellazione della cittadinanza onoraria di Benito Mussolini che molti Comuni hanno voluto per gli 80 anni dalla Liberazione.
Arriva dal segretario provinciale della Lega, Riccardo Cavirani: “Il mio nonno materno ha rischiato di morire in un lager nazista e solo la sua testimonianza mi è bastata per capire quella che qualcuno più saggio di me ha definito come la banalità del male. Trovo assurdo, però, che tanti Comuni, quasi improvvisamente, dopo 80 anni, si sveglino come dal torpore e vogliano revocare la cittadinanza onoraria a Mussolini”.
“Prima di tutto – dice – viene da chiedersi perché non lo si sia fatto prima e perché solo oggi, in un tempo in cui l’abuso del politicamente corretto nasconde fin troppo spesso solo la voglia di qualche esponente politico di mettersi in mostra, facendo un uso strumentale della storia. Essere schiavi della cancel culture significa aver paura del passato, ed è un errore voler riscrivere la storia di ottanta o novanta anni fa con la consapevolezza che abbiamo oggi. Chi imbracciò i fucili e si unì alla resistenza partigiana lo fece anche e soprattutto mettendo a rischio la propria vita: di certo non prese carta e penna per lamentarsi e combattere le atrocità di una dittatura. È troppo facile e troppo comodo emendare gli errori di un passato politico tragico del nostro paese con una semplice delibera di un consiglio comunale. Me lo chiedo anche alla luce della decisione del sindaco di Borgo a Mozzano e segretario provinciale del Pd Patrizio Andreuccetti, di prendere solo oggi questa decisione: è stato sindaco per oltre dieci anni, perché allora non ci ha pensato prima?”.