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Euro 1964: successo in casa per la Spagna di Amancio e Suarez

17 aprile 2024 | 22:13
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Euro 1964: successo in casa per la Spagna di Amancio e Suarez

Battuti i campioni uscenti dell’Unione Sovietica: quattro anni prima le Furie Rosse si erano rifiutate di affrontarli nelle qualificazioni

Cresce il numero delle squadre partecipanti agli europei del 1964. La prima edizione, a suo modo, ha fatto da apripista ed ora le defezioni calano: non c’è ancora la Germania, meno significative le assenze di Cipro, Finlandia e Scozia e il ritiro della Grecia, accoppiata in tabellone con l’Albania.

Promosse direttamente agli ottavi di finale Austria, Lussemburgo e Unione Sovietica, campione uscente. Al turno preliminare, quindi ci sono 26 squadre che si affrontano in sfide di andata e ritorno.

Esordisce l’Italia nella manifestazione, il 2 dicembre del 1962 a Bologna. C’è il blocco dei felsinei nella nazionale guidata da Edmondo Fabbri (di Castel Bolognese), con delle aggiunge prestigiose, che affronta la Turchia, ancora non matura per palcoscenici internazionali. Finisce 6-0: due gol di fa Gianni Rivera, stella del Milan, un poker lo cala Alberto Orlando, bomber romano della Roma che in cinque presenze in azzurro segnerà solo quelle reti lì. Al ritorno è una formalità: la decide all’86’ Angelo Benedicto Sormani, italo-brasiliano del Mantova in odor di capitale.

Nelle altre gare sono nette le vittorie della Danimarca con Malta, della Spagna sulla Romania e dell’Irlanda del Nord sulla Polonia ma per il resto regna un grande equilibrio. Passano la Svezia, l’Irlanda, la Francia (che elimina l’Inghilterra con un 5-2 interno dopo l’1-1 dell’andata), la Jugoslavia vicecampione d’Europa uscente, l’Ungheria, i Paesi Bassi, la Germania dell’Est e, come detto, l’Albania per abbandono della Grecia. Per l’ultima qualificata, la Bulgaria, è servita la gara di spareggio con il Portogallo: a Sofia finisce 3-1, a Lisbona il punteggio resta identico. La gara decisiva si gioca a Roma il 23 gennaio 1963 e la decie Asparhov a tre minuti dalla fine.

Ottavi di finale fatali agli azzurri con l’Unione Sovietica. All’andata a Mosca i sovietici rimandano battuta l’Italia per 2-0 (Ponedelnik e Cislenko nel primo tempo), al ritorno a Roma apre le danze Gusarov e il pareggi di Rivera nel finale serve solo per le statistiche. Ai quarti in carrozza la Danimarca che supera l’Albania. Tutti sul filo gli altri match: la Spagna impatta in casa con l’Irlanda del Nord (1-1) ma si aggiudica il ritorno a Belfast con Gento. La Svezia elimina la Jugoslavia e l’Irlanda l’Austria con un identico 3-2 intenro dopo lo 0-0 dell’andata. La Francia rischia: perde in Bulgaria di misura, poi la ribalta in casa con un 3-1. È battaglia fra Germania dell’Est e Ungheria. All’andate i magiari espugnano Berlino (1-2), poi resistono a Budapest (3-3). Chiude il quadro la sorpresa della seconda edizione degli europei, Lussemburgo: 1-1 ad Amsterdam con i Paesi Bassi, vittoria per 2-1 nella gara ‘interna’ giocata a Rotterdam.

Sono i quarti a decidere le partecipanti alla fase finale a quattro dell’edizione 1964. Dilaga la Spagna contro l’Irlanda (5-1 e 2-0 i risultati delle due gare), doppio successo anche per l’Ungheria con la Francia (3-1 in casa dei transalpini, 2-1 a Budapest). L’Unione Sovietica si aggiudica la seconda fase finale consecutiva: pareggio a Solna con la Svezia (1-1, Hamrin risponde a Ivanov), successo per 3-1 a Mosca con Ponedelkin ancora grande protagonista. Il Lussemburgo sfiora l’impresa con la Danimarca: 3-3 in casa (tre gol di Madsen per i danesi), 2-2 fuori casa (ancora doppio Madsen). Serve lo spareggio, che si gioca ad Amsterdam e che decide, manco a dirlo, un gol di Ole Madsen, autore di 11 gol nelle qualificazioni a Euro 1964.

Sono Madrid e Barcellona ad ospitare le gare decisive fra le più forti squadre del continente. Le semifinali si giocano entrambe il 17 giugno. Apre un’attesissima Spagna – Ungheria che mette di fronte due scuole di calcio e sopratutto due ideologie politicamente opposte: sembra fatta per le Furie Rosse, avanti di un gol realizzato da Pereda al 35’ fino a poco più di cinque minuti dalla fine. Il gol magiaro di Bene allunga la sfida ai supplementari dove a decidere è la rete del giocatore più rappresentativo, insieme a Luisito Suarez (che quell’anno aveva vinto nella finale di Vienna con il Real Madrid la Coppa dei Campioni indossando la maglia dell’Inter), degli spagnoli: Amaro Amancio.
L’altro match, arbitrato dall’italiano Concetto Lo Bello, è senza storia. L’Unione Sovietica si porta avanti nel primo tempo con i gol di Voronin e Ponedelkin e arrotondano nel finale con Ivanov: alla Danimarca, arrivata alla fase finale a suon di gol, nemmeno le briciole.

Si va alle finali che assegnano le medaglia: l’Ungheria ha la meglio 3-1, anche se solo ai supplementari, della Danimarca per il terzo posto.

Il 21 giugno 1964 al Santiago Bernabeu Madrid la finale per il titolo fra i campioni uscenti della Russia e i padroni di casa della Spagna, quattro anni dopo il rifiuti degli iberici di incontrare gli odiati avversari addirittura nel cammino delle qualificazioni.  L’avvio è scoppiettante: a Jesus Maria Pereda, che concede il bis dopo la semifinale imbeccato da Suarez, risponde il numero 11 sovietivo Khusainov. Si teme di dover ricorrere ancora ai supplementari quando è proprio Pereda che imbecca Marcelino per il gol del 2-1 che batte la leggenda Yashin e permette ai padroni di casa di alzare la prima Coppa della sua storia. Lo stesso Marcelino Martìnez, attaccante galiziano, che, sono quattro giorni dopo, è stato impegnato nella finale del Real Zaragoza contro il Valencia in Coppa delle Fiere: ed ha segnato (all’83’) la rete della vittoria del 2-1.

Il tabellino della finale

Spagna – Russia 2-1
SPAGNA: Iribar, Rivilla, Olivella, Calleja, Zoco, Fusté. Pereda; Amaro, Martínez, Suárez, Lapetra. All.: Villalonga
URSS: Yashin, Shustikov, Shesternyov, Mudrik, Anichkin, Voronin, Chislenko, Ivanov, Ponedelnik, Korneyev, Khusainov. All.:  Beskov
ARBITRO: Arthur Ellis (Inghilterra)