La fortuna sorride all’Italia ad Euro 1968: il primo titolo europeo arriva grazie a monetina e replay

Esordio dei gironi di qualificazione. Con la Jugoslavia la finalissima si gioca due volte: decidono Gigi Riva e Pietro Anastasi

È nel 1968 il primo grande salto di qualità dei campionati europei di calcio.

Esordiscono, infatti, nella fase di qualificazione i gironi. Otto raggruppamenti, con teste di serie, per gare tutti contro tutti di andata e ritorno. La prima classificata approdava ai quarti di finale. Fase finale, come da tradizione, in un unico paese che per questa edizione sarà l’Italia.
È l’edizione dell’esordio della Germania Ovest, rinunciano Malta e Islanda e le formazioni partecipanti restano 31.

L’Italia vince facilmente il suo girone di qualificazione, il gruppo 6 con cinque vittorie e un solo pareggio in trasferta contro la Svizzera per 2-2. Netti i successi con Romania e Cipro e anche nella sfida casalinga contro gli elvetici (4-0 con reti di Mazzola e Riva, capocannoniere del girone con sei gol, e doppietta di Domenghini).

Dagli altri gironi emergono la Spagna campione in carica, che supera di un punto la Cecoslovacchia ed elimina Irlanda e Turchia; la Bulgaria, senza sconfitte con Portogallo, Svezia e Norvegia; la ‘solita’ Unione Sovietica, nonostante un ko in Austria, battendo anche Grecia e Finlandia; la Jugoslavia, che approfitta dello 0-0 della Germania Ovest in Albania e supera i tedeschi di un punto; l’Ungheria, prima nel gruppo 6 contro Germania Est, Paesi Bassi (nelle cui fila il 7 settembre del 1966 esordisce Johann Cruyff) e Danimarca; Francia, vincitrice su Belgio, Polonia e Lussemburgo nel gruppo più equilibrato; l’Inghilterra, campione del mondo in carica, che fa suo un gruppo con tutte le formazioni della Gran Bretagna, pur senza mai battere la Scozia, ma vincendo le altre gare con Galles e Irlanda del Nord.

Ai quarti di finale, insomma, ci arriva davvero il meglio del calcio continentale. E si vede anche dall’andamento dei match. A partire dal quello dell’Italia che a Sofia perde la gara di andata e rischia l’imbarcata, salvata nel finale da un gol di Prati che fa il 3-2 (l’altro è un autogol di Penev). È l’ultima gara in azzurro di Armando Picchi, lo storico libero dell’Inter, che in quel match si fratturò il bacino. Un incidente che, forse, fu la causa della sua morte prematura, tre anni dopo, per un tumore alla colonna vertebrale. Ci pensa ancora Pierino Prati, con Domenghini, nella partita di ritorno a Roma, con un 2-0 che permette di accedere alla fase finale.

Nelle altre gare dopo un pari in Francia (1-1) la Jugoslavia dilaga a Belgrado con un netto 5-1. L’Ungheria con il 2-0 ai sovietici a Budapest mette la testa avanti, ma a Mosca finisce 3-0 e i sovietici conquistano la loro terza fase finale consecutiva. C’è anche l’Inghilterra fra le migliori quattro: Bobby Charlton regala il successo a Londra, a Madrid ai campioni in carica della Spagna non basta il gol di Amaro Amancio a inizio ripresa: Peters e Hunters la ribaltano.

In Italia sono tre (e non due come era stato finora), i campi designati. Le semifinali si giocano a Napoli e Firenze, le finali (sia quella per il terzo posto, sia quella per la vittoria finale) all’Olimpico di Roma.
Apre le danze, a Napoli, la sfida fra gli azzurri di Ferruccio Valcareggi (aveva preso il posto di Edmondo Fabbri dopo la fatidica Corea ai mondiali 1966), e i sovietici. Una gara che si sviluppa sul filo dell’equilibrio per tutti i novanta minuti e si protrae, senza reti e vincitori, fino ai supplementari. Le decisioni demandate ai calci di rigore sono ancora di là da venire: a decidere è un sorteggio negli spogliatoi, con la ‘vecchia’ monetina. Il capitano degli azzurri Giacinto Facchetti, su richiesta dell’arbitro tedesco Tschenscher, sceglie ‘croce’ e il sorteggio fatto in casa lo premia. Sarà lo stesso Facchetti ad uscire sul campo di gioco a braccia alzate e a far esultare il pubblico partenopeo per la finale conquistata.
Nella semifinale di Firenze l’equilibrio è il medesimo ma lo spezza uno dei giocatori più forti del torneo, Dragan Dzajic, a quattro minuti dalla fine con un sinistro che fa secco Gordon Banks, un altro dei portieri-mito degli anni Sessanta. L’Inghilterra campione del mondo è battuta e chiude anche in dieci uomini per l’espulsione di Alan Mullery allo scadere: è stato il primo calciatore espulso della storia della nazionale inglese.

L’Inghilterra fa suo il terzo posto nel pomeriggio dell’8 giugno a Roma, superando l’Unione Sovietica con i gol di Bobby Charlton e Hurst, l’autore del gol decisivo a Wembley due anni prima. In serata c’è la sfida più attesa, quella fra Italia e Jugoslavia, ma non è decisiva. Come raccontano le cronache sono gli jugoslavi a meritare di più, soprattutto dopo essere passati in vantaggio con Dragan Dzajic al 39’. L’Italia, senza Riva infortunato, così come in semifinale, riesce a pareggiare a dieci minuti dalla fine con un calcio di punizione di Domenghini. Si va ai supplementari ma il risultato non cambia. Monetina? No, per la finale è prevista la ripetizione, a due giorni di distanza, sempre all’Olimpico.

Per Valcareggi è provvidenziale il recupero di Gigi Riva, al posto di Pierino Prati: in attacco fa coppia con Anastasi del Varese. Il tecnico della nazionale inserisce anche Salvadore per Ferrini, Rosato per Castano, Mazzola per Juliano e De Sisti per Lodetti. Dopo mezz’ora l’Italia è avanti 2-0 con i gol della coppia d’attacco: Riva-Anastasi. Schiantata la resistenza jugoslava che, a differenza degli azzurri, aveva cambiato un solo effettivo degli undici della gara.
Ad alzare la Coppa le stesse mani che si erano alzate in cielo dopo la ‘monetina’ dell’Olimpico di Napoli: quelle del capitano Giacinto Facchetti.

I tabellini delle finali

Italia – Jugoslavia 1-1 dts
ITALIA: Zoff, Burgnich, Facchetti, Ferrini, Guarneri, Castano, Domenghini, Juliano, Anastasi, Lodetti, Prati. All.: Valcareggi
JUGOSLAVIA: Pantelic, Fazlagic, Damjanovic, Pavlovic, Paunovic, Holcer, Petkovic, Trivic, Musemic, Acimovic, Dzajic. All.: Mitic
ARBITRO: Dienst (Svizzera)
RETI: 39’pt Dzajic, 35’st Domenghini

Italia – Jugoslavia 2-0
ITALIA: Zoff, Burgnich, Facchetti, Salvadore, Guarneri, Rosato, Domenghini, Mazzola, Anastasi, De Sisti, Riva. All. Valcareggi
JUGOSLAVIA: Pantelic, Fazlagic, Damjanovic, Pavlovic, Paunovic, Holcer, Hosic, Trivic, Musemic, Acimovic, Dzajic. All.: Mitic
ARBITRO: Ortiz de Mendibil (Spagna)
RETI: 11’pt Riva, 32’pt Anastasi

Enrico Pace

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