A on line comunicati in differita: scelta anacronistica

20 luglio 2014 | 07:07
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A on line comunicati in differita: scelta anacronistica

Giornalismo: on line e carta stampata, diverse tradizioni ma uguali diritti. E’ per questo che rischia di essere sinceramente anacronistica un’abitudine che è ancora viva in alcuni uffici stampa, anche di enti pubblici, forse orientata e condizionata dalla stampa mainstream, che porta a inviare le comunicazione alle testate giornalistiche con tempistiche diverse. Per intendersi meglio, in sostanza, alla carta stampata si invia in un certo giorno e a una certa ora, alle televisioni in altro momento della giornata e all’on line a notte fonda oppure il giorno successivo. L’intenzione, anacronistica come dicevamo, è di mettere le pubblicazioni tuttesullo stesso piano. Visto che la carta stampata esce il giorno successivo alla notizia, questo evidentemente il ragionamento, per l’on line che può garantire la pubblicazione della notizia in tempo reale si effettua un invio “differito”.

Peccato che, ormai e sempre di più, anche i quotidiani cartacei hanno la loro versione (e redazione) on line, che “pesca” le notizie nella stessa maniera in cui lo fanno gli altri quotidiani on line, ovvero anche dalla comunicazione istituzionale. E l’unico effetto che si riesce a ottenere è quello, evidente, di una disparità di trattamento. Certo, poi alla fine è vero che la notizia non si deve attendere nella propria casella di posta ma va cercata, verificata, approfondita. Ma è allo stesso tempo chiaro che la comunicazione istituzionale (sia essa di enti pubblici, sindacati, associazioni di categoria, etc.) può offrire spunti importanti per il lavoro quotidiano dei giornalisti.
E stupisce, in questo senso, anche un altro tipo di anacronismo. Che riguarda la ritrosia da parte di alcuni enti pubblici a dotarsi di un ufficio o di personale per la comunicazione istituzionale. Magari in forme diverse e magari in maniera associata fra vari comuni di piccole dimensioni è impensabile, nel 2014, di affidare la comunicazione dell’attività di un Comune (e di tutte le realtà che nel Comune gravitano, lavorano, operano, organizzano eventi e manifestazioni) a qualche estemporaneo post su Facebook o, peggio, ai volantini per strada o ai cartelloni pubblicitari. Oppure affidare le notizie solo ed esclusivamente ai corrispondenti locali dei quotidiani on line e cartacei, facendo una comunicazione esclusivamente localistica e incapace di attrarre attenzione rispetto a un territorio più vasto come può essere quello provinciale o regionale. Così come, dall’altra parte, è impensabile che le redazioni centrali si affidino esclusivamente ai collaboratori delle diverse realtà territoriali per conoscere le attività di questo o quell’altro Comune senza riceverne una comunicazione diretta nelle proprie caselle di posta di redazione.
Nell’era 2.0, insomma, l’efficacia di una pubblica amministrazione o di un altro ente che rappresenta in qualche modo una pluralità di persone, si misura anche dalla sua capacità di comunicare. E Facebook e Twitter non rappresentano la panacea di tutti i mali.
Comunicate, gente, comunicate.