
Scimmiottare il grande sport professionistico americano, si sa, è diventato una moda. Ma quello che sta succedendo nelle ultime settimane nel calcio di terza serie ha degli elementi che davvero stonano con la categoria e, soprattutto, con il buon senso. Dalla nascita della Lega Pro unica è stato un susseguirsi di situazioni che potrebbero avere una sola vittima: il diritto di cronaca.
Il motivo è presto spiegato. Poco prima dell’inizio del campionato è stata indetta l’asta per i diritti radiotelevisivi delle partite della categoria. Base d’asta variabile da squadra a squadra per il “pacchetto completo” che comprende differita della gara, possibilità di fare in diretta una trasmissione di collegamento fra lo stadio e lo studio televisivo o radiofonico e gli highlights della partita della squadra prescelta. Ciascuno di questi diritti poi, in via non esclusiva, possono anche essere acquistati a sé e in seconda battuta, salvo i diritti primari all’emittente che si è aggiudicata l’asta.
Niente di male. Libero mercato. Ma attenzione. Per prima cosa l’emittente aggiudicataria ha sì il diritto di trasmissione in differita della partita ma non quelli per… riprenderla. Già, perché tutte le immagini delle gare all’interno degli stadi della Lega Pro saranno girate da un service cui la Lega Pro stessa si è affidato. Il service fornirà le immagini all’emittente aggiudicataria e a tutte quelle che hanno diritto agli highlights.
E il diritto di cronaca? I famigerati tre minuti di commento della partita per i servizi del telegiornale? Evidentemente li può fare soltanto chi si è aggiudicato i diritti per l’intera differita o per i soli highlights. Perché nessun’altra telecamera, salvo che per le interviste del dopo partita, sarà tollerata…
E oltre al danno c’è pure la beffa. La sera stessa della chiusura dell’asta per i diritti (e qualcosa doveva essere trapelato se è vero che i diritti se li sono aggiudicati solo in sei) il sito della Lega Pro annunciava la nascita di Lega Pro Channel, un canale interamente dedicato alle partite della categoria. Che non solo verranno trasmesse in diretta streaming su pc, smartphone e tablet. Ma saranno anche gratuite. Una scelta, questa, che di fatto dimezza il valore dei diritti delle differite e degli highlights, visto che sia la gara in diretta che le azioni salienti saranno visibili su Lega Pro Channel. E, per chi è più avvezzo a queste cose, anche su uno schermo tv se si possiede una “smart tv”.
E per finire un’ultima annotazione. Oltre ai diritti tv e radio (se si seguisse il dettato della norma alla lettera addio a quelle trasmissioni di diretta flash dagli stadi di alcune emittenti regionali. E in caso di violazione a pagare una multa è la società di calcio che ha concesso gli accrediti), per la Lega Pro si pagano anche i diritti per la diretta web delle partite, ovvero per quella cronaca minuto per minuto che in molti, da sempre, fanno. Anche in questo caso impedire, salvo il pagamento di una cifra minima di 2mila euro a stagione, al giornalista dell’on line (anche mainstream) di fare il suo lavoro, ovvero una cronaca tempestiva e corretta, sembra andare nel senso di una violazione del diritto di cronaca. E’ come dire c’è stato un gol, tu sai che c’è stato, ma se non paghi non lo puoi raccontare.
Paradossi dello sport professionistico e dell’informazione dell’era digitale. Ma forse, in attesa che inizi il campionato “spezzatino”, c’è ancora il tempo per riuscire a cambiare qualcosa.
Enrico Pace