
Il via libera all’utilizzo dei farmaci cannabinoidi per scopo terapeutico è una vera e propria svolta sul piano scientifico e culturale, e oramai una realtà consolidata in diverse regioni italiane, tra cui la Toscana. Gli aspetti terapeutici della marijuana sono da tempo riconosciuti a livello internazionale dalla ricerca, impegnata da anni in studi scientifici che ne hanno dimostrato i benefici nella cura di diverse patologie, come la sclerosi multipla, il cancro, l’anoressia o il dolore cronico.
Nonostante in Italia sia consentito l’uso terapeutico della cannabis, in realtà la legge mostra gravi vuoti normativi a causa dei quali le singole Regioni hanno dovuto provvedere ad una più approfondita regolamentazione territoriale. La Toscana è stata la prima Regione italiana – nel maggio 2012 – ad approvare una legge che facilita l’uso della cannabis per la cura di malattie gravi e molto dolorose, acquisendo i farmaci attraverso le farmacie ospedaliere del territorio e permettendone la somministrazione presso le strutture del servizio sanitario regionale, le Asl, e le strutture private.
Restano tuttavia da affrontare gli elevatissimi costi di importazione per acquistare i medicinali cannabinoidi all’estero. Ecco perché la commissione sanità del Consiglio regionale ha appena presentato una proposta di legge che ha lo scopo di perfezionare la norma relativa alle Disposizioni organizzative relative all’utilizzo di talune tipologie di farmaci nell’ambito del servizio sanitario regionale. Il disegno di legge propone innanzitutto di identificare una struttura adeguata che possa essere autorizzata alla coltivazione e alla produzione dei farmaci cannabonoidi, allo scopo di abbattere questi costi proibitivi. Lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze potrebbe essere la sede ideale per raggiungere tale obiettivo.
In una recente intervista, il Dott. Fabrizio Cinquini, arrestato a Pietrasanta (Lucca) nel luglio del 2013 dopo essersi autodenunciato e condannato a 6 anni per aver coltivato cannabis per fini terapeutici, ha dichiarato che l’Istituto Farmaceutico Militare si starebbe già occupando della prima coltivazione, iniziata qualche mese fa, per dar luogo ad una sperimentazione che coinvolgerà per il momento quattro casi di pazienti che potranno essere sottoposti al trattamento con i cannabinoidi. Secondo il Dott. Cinquini, attualmente agli arresti domiciliari con obbligo di dimora, si deve lavorare molto a livello culturale per consentire alla medicina di sfruttare al meglio una sostanza i cui effetti terapeutici sono stati abbondantemente dimostrati dalla letteratura scientifica.
Il secondo perfezionamento della legge riguarda invece la prescrizione dei farmaci a base di cannabis: la proposta prevede in particolare la possibilità per i medici generici e di base di prescrivere cannabinoidi ai propri pazienti.
Il capogruppo Fds-Verdi Monica Sgherri e il consigliere regionale Pd Enzo Brogi, da tempo impegnato in prima linea nella battaglia per il diritto e la libertà di cura, hanno spiegato che le due migliorie proposte dal disegno di legge potrebbero rappresentare un enorme passo avanti per la Regione e un’accessibilità alle cure più avvicinabile per tutti i malati.