
Stanno circolando in queste ore varie ipotesi, caldeggiate, a quanto sembra dalla stessa Commissione Europea di una revisione, naturalmente al rialzo delle cosiddette aliquote Iva agevolate (del 4% e 10%) con l’obbiettivo di far cassa e finanziare una riduzione del cuneo fiscale. Tra i prodotti a rischio aumento Iva anche i beni “food” di prima necessità (pane, pasta, farina, burro, olio) e altri che, con la crisi economica e il conseguente “taglio” dei consumi alimentari hanno subito un vero e proprio tracollo (carne rossa e pesce in primis..). “Sarebbe morte certa per molte delle nostre attività a conduzione familiare, – commenta Raffaele Viggiani di Confesercenti Firenze – che, ad oggi, ancora non sappiamo come, resistono alla deflazione, alle aperture selvagge, alla crescita incontrollata della Gdo in tutte le sue forme; un ulteriore aumento Iva su questi prodotti, inoltre, colpirebbe non solo le nostre attività, ma anche quei nuclei familiari il cui potere d’acquisto si è già pesantemente ridotto negli ultimi anni”.
“Ecco perché contestiamo con forza ogni ipotesi di aumento Iva sui nostri prodotti, qualunque ne sia l’autore, Roma o Bruxelles, e ci auguriamo che tutto rimanga sul terreno delle ipotesi di scuola e del ‘vorrei ma non posso’”.