Cave di marmo, appello di Legambiente: “Fermate la distruzione delle Alpi Apuane”

Sembra un bollettino di guerra all’ambiente il dossier realizzato da Legambiente sull’impatto di 13 cave di marmo all’interno del Parco Regionale delle Alpi Apuane. Riaperture, ampliamenti e fusioni di cave dismesse, sbancamenti di nuovi versanti, nuove strade di arroccamento, nuovi ravaneti, valutazioni d’impatto ambientale alquanto sommarie, l’86,4% di detriti per estrarre il 13,6% di blocchi, acquiferi messi in pericolo da dilavamenti di terre e marmettola; circhi glaciali, cavità carsiche, versanti sopra i 1.200 metri e siti d’interesse comunitario per la biodiversità, intaccati da nuove escavazioni, sono alcuni degli aspetti rilevati.
Il dossier fotografa la situazione all’interno dell’importante parco regionale, riconosciuto anche come geo-parco delle Rete Europea dei Geo-Parchi, nonché l’area più importante per la biodiversità della Toscana, per la quale l’Unione europea esige una tutela particolare.
In seguito alla situazione riscontrata, Legambiente ha deciso di scrivere al presidente del Parco, al presidente e agli assessori competenti della Regione Toscana ed al coordinamento di Egn-European Geoparks Network in Francia, per denunciare il pericolo al quale sono esposte le Alpi Apuane, attraverso un dossier articolato e documentato che prende in esame i documenti di autorizzazione in corso per 13 cave di marmo nel territorio del Parco, distribuite in tutte le aree: Lunigiana e versante apuano della Provincia di Massa-Carrara, Garfagnana e Alta Versilia in Provincia di Lucca.
Legambiente esprime profonda preoccupazione per le numerose autorizzazioni in corso di cave nel Parco Regionale delle Alpi Apuane che comportano conseguenze incompatibili con l’equilibrio dei delicati ecosistemi e, in particolare, con il sistema degli acquiferi carsici, particolarmente vulnerabili alle infiltrazioni di polvere di marmo, terre di risulta ed oli esausti.
“Questa situazione – commenta Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana – appare in contraddizione con la parallela revisione del Piano di Indirizzo Territoriale con valenza di Piano Paesaggistico, adottato il 2 luglio 2014 dalla Regione Toscana, e, soprattutto, in stridente e paradossale contrasto con le direttive e le finalità istitutive stesse del Parco Regionale delle Apuane! Per questo, il nostro livello di preoccupazione è massimo”.
“Gli enti in indirizzo – dichiara Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette di Legambiente – devono adoperarsi per sospendere tutti i procedimenti autorizzativi delle cave in questione e rivedere radicalmente pianificazione e atti amministrativi del Parco. Non è ammissibile che un Parco Regionale, per di più in Toscana, interpreti a favore dell’escavazione speculativa le direttive europee per la biodiversità e i principi che stanno alla base della sua inclusione nella Rete Europea e Globale dei Geoparchi. Se le richieste appena formulate non fossero pienamente attese, a Legambiente non rimarrebbe che segnalare alla Ue la violazione delle Direttive di Natura 2000 e proporre l’esclusione delle Alpi Apuane dalla lista dei geoparchi europei”.