Legambiente plaude l’appello di Rossi ai comuni per fermare il consumo di suolo

18 novembre 2014 | 13:00
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Legambiente plaude l’appello di Rossi ai comuni per fermare il consumo di suolo

Legambiente coglie con soddisfazione l’approvazione da parte della Regione Toscana della legge per arginare il consumo di suolo che entrerà in vigore dal prossimo 27 novembre e che rappresenta un esempio a livello nazionale. L’appello fatto dal governatore Rossi alle amministrazioni comunali toscane di non costruire più nelle aree verdi, e fermare il consumo di suolo rivedendo da subito i piani urbanistici utilizzando incentivi regionali per diminuire il rischio idraulico è, secondo Legambiente, non solo condivisibile ma costituisce anche un caposaldo per la pianificazione territoriale da osservare senza esitazioni.

“L’unico modo per ridisegnare dal punto di vista urbanistico e paesaggistico il territorio regionale – affermano Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente e Fausto Ferruzza presidente Legambiente Toscana – è fermare il consumo di suolo e privilegiare le ristrutturazioni alle nuove costruzioni di abitazioni. Si è costruito troppo e male, e la Maremma non è esente da questa constatazione. Invitiamo con forza i comuni maremmani ad accogliere l’appello di Rossi e rivedere i piani di previsione urbanistica, frenando il consumo di suolo, le nuove realizzazioni urbanistiche e ulteriori cementificazioni del territorio. Questo è il modo migliore per dare una risposta razionale e di maggior respiro ai danni causati dalle frequenti alluvioni che stanno minacciando sempre più il territorio maremmano. La più grande opera pubblica che può realizzare il sistema paese è la difesa dal rischio idrogeologico, la cura e la manutenzione del territorio, non certo nuove costruzioni e grandi opere. Ormai è evidente che per via dei cambiamento climatici dovuti alle eccessive emissioni di gas, le piogge sono sempre più abbondanti. Occorre stanziare risorse per opere urgenti e immediate che mitighino i fenomeno meteorici estremi, e realizzare anche una pianificazione di interventi di manutenzione del reticolo idrografico oltre ad opere di piccoli bacini a monte per rallentare il flusso delle acque e diminuire gli effetti disastrosi verificatisi negli ultimi anni”. Fondamentale anche fermare tutte le nuove realizzazioni urbanistiche nelle aree sottoposte a rischio idraulico e prevedere delle delocalizzazioni di abitazioni e delle strutture edilizie indifendibili, nonché realizzate in zone ad alto rischio idraulico, con incentivi e rimborsi mirati per le popolazioni locali delle aree maremmane colpite, e troppo spesso poco supportate, anche dal punto di vista economico, rispetto alla gravissima situazione cui sono sottoposte. Secondo Legambiente è necessario dire stop al consumo di suolo e alle costruzioni in aree a rischio e organizzare al meglio il piano di allerta e allarme per prevenire i rischi e l’incolumità delle persone.
“È impossibile pensare di difendere le popolazioni dei territori maremmani con opere di contenimento e manutenzione dei corsi d’acqua- concludono da Legambiente – se, allo stesso tempo, si pianificano nuovi interventi costruttivi in aree a forte rischio idrogeologico, oltretutto declassificate dalle opere realizzate. Questo modo di agire e programmare lo sviluppo territoriale è scellerato e irresponsabile, e va frenato senza alcuna esitazione”.