In 300 dalla Toscana per la manifestazione di Roma dei lavoratori dell’agroalimentare

28 novembre 2014 | 17:10
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In 300 dalla Toscana per la manifestazione di Roma  dei lavoratori dell’agroalimentare

“Cosa si fa sull’agricoltura? Il governo ha in previsione interventi? Finora noi intravediamo poco, e questa incertezza ci porta a lanciare delle grida d’allarme per un settore fondamentale per il nostro Paese. Un allarme su tutti è quello del rischio della liberalizzazione dei voucher, che comporterebbe la fine dei diritti contrattuali in questo settore. Flai Cgil Toscana si mobilita in vista della manifestazione di domani (29 novembre) a Roma indetta da Cgil e Uil nazionali della categoria, all’interno del percorso verso lo sciopero generale del 12 dicembre.

Alla manifestazione (Agroalimentare: il lavoro che vogliamo – Più contrattazione, più diritti, più tutele) sono attesi circa 300 toscani.  “Chiediamo certezze sulle filiere agroalimentari e sul lavoro da svolgere nella legalità, con norme e contratti chiari. Scendiamo in piazza anche per il Contratto nazionale, in particolare sugli operai forestali: in Toscana sono circa 600, che lavorano con contratti privati per vari enti pubblici”, spiega la Flai Cgil Toscana.
“Manifestiamo – commenta Triestina Maiolo, Segretario Generale Uila-Uil della Toscana – perché il comparto agroalimentare ha bisogno di risposte concrete da parte di chi governa il paese. Ed è proprio perché siamo consci del particolare momento che vive la nostra gente, che riteniamo che sia giusto manifestare, scendere in piazza con le lavoratrici e i lavoratori perché non è ammissibile che un terzo della qualità dell’agroalimentare italiano sia fatto con lavoro nero, che gli operai forestali e i lavoratori dei consorzi di bonifica che dovrebbero manutenere il territorio sono nella maggior parte dei casi da mesi senza stipendio, senza contratto e senza prospettive”Sono molte le aspettative per questa iniziativa da cui la Fai Cisl ha deciso di defilarsi sebbene avesse inizialmente aderito”. “Sono attese a Roma oltre 10mila persone – conclude il segretario generale – a dimostrazione che al contrario di quello che si vuol far credere, le lavoratrici e i lavoratori sono seriamente preoccupati dall’aumento di questa precarietà, dalla eliminazione degli ammortizzatori sociali e da quell’indegno taglio di risorse ai patronati previsto nella legge di stabilità”.