Nuove norme sull’etichettatura dei prodotti, i dubbi di Confcommercio Toscana

11 dicembre 2014 | 11:23
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Nuove norme sull’etichettatura dei prodotti, i dubbi di Confcommercio Toscana

Nuovo regolamento per l’etichettatura dei prodotti, ma non mancano le ombre. “Dal 13 dicembre le etichette dei prodotti alimentari dovrebbero diventare più leggibili e trasparenti – afferma il direttore generale Franco Marinoni – Il Regolamento Cee 1169/2011 è pensato nell’interesse del consumatore, ma resta ancora con qualche ombra per quanto riguarda l’applicazione. Le novità vanno in generale nella direzione della trasparenza, della onestà delle informazioni, della tracciabilità: caratteri più grandi e quindi più intellegibili della lista degli ingredienti, indicazione del tipo di grassi usati e della data di congelamento, provenienza delle materie prime, attenzione alla contraffazione dei marchi, indicazione degli allergeni. Il consumatore avrà così maggiori elementi per scelte più consapevoli e sicure”.
Ma sul tema non manca la polemica: “Sarà probabilmente – prosegue Marinoni – un danno al made in Italy l’abolizione dell’obbligo di indicare lo stabilimento di produzione. I nostri ristoratori, inoltre, sono in allarme per come la norma verrà applicata a pubblici esercizi, mense e imprese della ristorazione”.

“La normativa – aggiunge il presidente regionale e vicario nazionale Fipe Confcommercio Aldo Cursano – obbligherà pizzerie e ristoranti a evidenziare la presenza di allergeni specifici nei piatti del menu. Non vogliamo minimamente trascurare il problema delle allergie. Si stima che siano oltre 200mila i toscani che soffrono di allergie alimentari, ed è nostro preciso dovere, ma anche nostro interesse, proteggere il consumatore. Ma le modalità di indicazione degli allergeni nell’ambito della somministrazione non possono essere mutuati così come sono dall’industria alimentare, noi vendiamo un servizio, non un semplice prodotto. La nostra ristorazione è famosa nel mondo perché varia di giorno in giorno, a seconda di cosa offre il mercato, la stagione, la creatività dello chef. E’ un’offerta che difficilmente potrà essere standardizzata con menu prestampati buoni per tutti i giorni dell’anno”.
E’ per questo che Fipe Confcommercio propone che gli operatori, nel rispetto e con la dovuta formazione e attenzione alla salute della clientela, e nei contorni dei provvedimenti comunitari, vengano lasciati liberi di impiegare lo strumento che ritengono più adeguato al profilo della propria organizzazione aziendale. “Non può mancare, tra i diversi strumenti di comunicazione al consumatore – menù, libro degli ingredienti, cartello – anche la possibilità di assistere il consumatore tramite comunicazione orale. Tale modalità non risponde solo alla pur importante necessità di semplificazione, ma è anche una garanzia per il consumatore, che non si dovrà affidare esclusivamente a uno stampato predisposto una volta per tutte ma potrà avvalersi di volta in volta di informazioni “fresche” su un dato piatto, preparato quel preciso giorno da quella determinata persona. In questa direzione stanno andando anche altri stati membri, per esempio Belgio e Paesi Bassi, con l’adozione di provvedimenti nazionali, alcuni dei quali già notificati alla Commissione, che consentono l’indicazione degli allergeni anche a voce. Chiediamo infine, con la Fipe nazionale, la proroga di almeno un anno affinché l’intera filiera, e quindi i nostri fornitori, abbiano il tempo recepire la filosofia di questa norma e adeguare i prodotti offerti”.