
Messa alla prova, lavoro di pubblica utilità, reinserimento lavorativo: le amministrazioni locali, insieme all’Anci Toscana, si candidano a svolgere un ruolo sempre più attivo nei processi di reinserimento e inclusione sociale delle persone che si trovano nel circuito penale, detenute o ex detenute. Se ne è parlato oggi a Pisa nel corso del convegno “Proviamoci” organizzato da Anci Toscana.
Con la legge 381 del 1991, i detenuti o ex detenuti potevano svolgere lavori socialmente utili. Oggi, la legge 67/2014 ha introdotto uno strumento in più per le pubbliche amministrazioni: le persone che hanno commesso determinate tipologie di reato possono chiedere la sospensione del processo con la cosiddetta ”messa alla prova”, anche attraverso lo svolgimento di un lavoro di pubblica utilità.
“È un’opportunità concreta per l’inclusione sociale e dà la possibilità a chi ha sbagliato di non far diventare un errore un danno permanente – ha commentato la presidente di Anci Toscana Sara Biagiotti – Abbiamo predisposto una bozza di convenzione che il singolo Comune che prende in carico il soggetto dovrà siglare con il Tribunale per l’inserimento di soggetti in regime di messa alla prova”.