Ok in Regione per la legge contro la ludopatia: sgravi Irap per chi si libera delle slot machine

17 dicembre 2014 | 10:21
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Ok in Regione per la legge contro la ludopatia: sgravi Irap per chi si libera delle slot machine

Legge regionale contro la ludopatia, ok unanime dal consiglio regionale. “Siamo ormai tutti a conoscenza della gravità del fenomeno del gioco d’azzardo patologico. Mettiamo a punto oggi due distinti interventi uno tecnico e uno finanziario, che danno più incisività alla nostra lotta contro la ludopatia. Da un punto di vista tecnico facciamo sì che la legge si applichi ai centri di scommesse, ai luoghi in cui si esercitano attività comportanti vincite in denaro a prescindere dalla presenza di slot, eliminando il termine sale da gioco che restringeva il campo d’azione. Altro aspetto meramente finanziario ma che ritengo assai significativo è quello che consente di sostituire agli incentivi gli sgravi fiscali che saranno immediatamente cogenti con la legge finanziaria in aula la prossima settimana – spiega Marco Remaschi consigliere regionale Pd e presidente della Commissione Sanità –  In questo modo vogliamo essere ancora più stringenti e metterci al fianco di tutti quei soggetti che come noi si impegnano nella lotta al gioco d’azzardo. Vogliamo dare risposte chiare alle associazioni di categoria; allo stesso tempo velocizzare l’approvazione dei regolamenti attuativi di questa importante normativa e agevolare l’applicazione delle misure previste per gli amministratori locali, poiché questi ultimi sono importantissimi canali di mediazione e comunicazione con le strutture nel territorio. Rimane nostro obiettivo anche il monitoraggio costante della diffusione del fenomeno, per farlo al meglio istituiremo l’Osservatorio regionale”.

“Briscola, scopa e tressette magari alla Casa del Popolo. Il totocalcio, la schedina della domenica. Per i più abbienti, invece, c’era la gita al casinò. Lo spirito del divertimento in compagnia di chi scommetteva nel secolo scorso, da tempo ha lasciato il posto a un’immagine angosciante e inquietante del gioco: insegne luminose che invitano a fasulli sogni di gloria e tanta solitudine. Ecco il mercato delle bruttissime slot machine, ‘macchine mangia soldi’ è appunto la traduzione dall’inglese. Non esiterei a descrivere il gioco d’azzardo come una delle conseguenze più critiche della crisi sociale, economica e culturale che stiamo attraversando – dichiara Enzo Brogi, consigliere regionale Pd che fu il primo firmatario della legge toscana sul gioco d’azzardo, di cui nella seduta odierna del Consiglio regionale sono state approvate all’unanimità alcune modifiche  – La Regione Toscana però non è immobile di fronte a tutto ciò. Da tempo ci siamo attivati e abbiamo messo in campo provvedimenti importanti per contrastare la ludopatia, questa terribile piaga sociale. Con le nuove regole introduciamo l’impossibilità di aprire a un raggio di 500 metri da luoghi considerati sensibili, non solo sale da gioco ma tutti quegli spazi in cui ci sono apparecchi che prevedono una vincita in denaro. Inoltre, con la normativa varata oggi, diamo risposte ancora più chiare a tutti i soggetti coinvolti: l’obiettivo è quello di coordinare al meglio l’azione di contrasto al gioco d’azzardo. All’interno della Finanziaria regionale è inoltre previsto l’Irap più leggera per chi si unisce alla nostra battaglia: sarà infatti incrementata al 0,3% per coloro che mantengono le macchine slot e diminuisce ulteriormente per quelli che se ne liberano, con un riduzione dello 0,5%”.
Critico, comunque, in aula l’intervento di Marco Taradash del Nuovo Centrodestra: “Io ritengo che quando si affrontano temi così delicati come questo, legato alle dipendenze e a comportamenti compulsivi, dovremmo essere documentati sui dati e sulle dinamiche del fenomeno. Non lo siamo. Quanto incide la ludopatia, e come è cresciuta nel corso degli anni? Quale l’esito delle misure assunte negli anni? Questi sono dati che non ci vengono forniti, per cui oggi siamo a modificare questa legge in vigore in Toscana da oltre un anno senza che noi sappiamo come e se abbia inciso. Come ogni malattia legata ad abusi o dipendenze, il gioco d’azzardo rappresenta una patologia sociale da cui è molto difficile liberarsi. E’ dunque giusto che quanti vogliono essere aiutati trovino ascolto e che non ci sia sostegno al diffondersi di queste malattie”.
“Tuttavia esiste una contraddizione – dice – io vedo in televisioni, in orari di massimo ascolto come durante magari le partite di calcio, pubblicità di aziende che lavorano sul gioco d’azzardo, il che è in contraddittorietà assoluta rispetto agli sforzi di contrasto che vengono fatti. Noi, come istituzione, dobbiamo decidere se vogliamo fare sfoggio di ipocrisia – come del resto farò io stesso votando questa legge che garantisce i soggetti già presenti nel mercato, senza influenzare il fenomeno della ludopatia – o se vogliamo cominciare a chiarirci le idee facendo ricerche e investendo fondi sulla materia. In Gran Bretagna, ad esempio, si è deciso di devolvere la metà dei profitti ricavati dallo stato con il gioco d’azzardo a ‘cause buone’, che valorizzano il ruolo di controllo dello stato e legittimano il gioco d’azzardo togliendogli quel fascino del proibito che comunque esercita un certo tipo di attrazione. E poi ricerca, tanta ricerca sulla dimensione e le modalità di espansione di un fenomeno che forse è sempre esistito, magari confinato nei retrobottega e relegato alla gestione della criminalità organizzata. La legalizzazione del gioco d’azzardo, in questo senso, ha una componente decisamente sana. Ma se mentre contrastiamo la ludopatia trasmettiamo spot sul gioco d’azzardo negli orari di massimo ascolto significa che qualcosa non va”.