No alle moschee, la Santanché a Pisa: “L’Islam moderato non esiste”

7 febbraio 2015 | 19:42
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No alle moschee, la Santanché a Pisa: “L’Islam moderato non esiste”

“L’islam moderato non esiste. Dobbiamo dire no alla proliferazione delle moschee in Italia e riappropriarci con forza del nostro orgoglio nazionale”. Così l’onorevole Daniela Santanchè ha aperto il dibattito sull’Islam e sull’integrazione culturale, nel corso di un incontro organizzato dal comitato #nomoschea di Pisa, di cui è presidente onorario. L’intervento della deputata di Forza Italia non è rimasto circoscritto alla costruzione del centro di culto musulmano a Pisa, di cui si discute ormai da diversi mesi, bensì ha fornito la lettura dell’intera questione da un’angolatura internazionale.

“Non vi preoccupa – ha chiesto – che nelle nostra città stiano sorgendo califfati che si sottraggono alla legislazione nazionale in nome della fedeltà alla Sharìa? Non vi preoccupa la concorrenza sleale che gli immigrati clandestini esercitano nei confronti dei nostri imprenditori ed artigiani? Il modello di integrazione vigente in Italia è del tutto sbagliato – ha affermato – si può parlare di integrazione solo quando il Paese in questione è in grado di offrire opportunità di lavoro concrete agli immigrati e mi pare evidente che non è questo il caso dello Stato italiano nelle attuali condizioni, dove l’occupazione non viene garantita nemmeno ai nostri figli. Noi italiani dobbiamo avere coraggio – ha insistito – non dobbiamo più sforzarci di apparire politicamente corretti, bensì di essere umanamente corretti: non possiamo garantire a queste persone una vita dignitosa nel nostro Paese, pertanto non dobbiamo neanche illuderli che una possibilità ci sia”. Un dibattito di grande attualità, soprattutto alla luce dei recenti avvenimenti internazionali, dal massacro dei giornalisti di Charlie Hebdo a Parigi, alla decapitazione degli ostaggi statunitensi, fino all’uccisione del pilota giordano, bruciato vivo dai militanti dello Stato Islamico. “Se è vero – aggiunge la Santanché – che esiste un islam moderato allora io mi chiedo perché queste persone non partecipino mai ai dibattiti pubblici che li riguardano più da vicino, perché non prendano insistentemente ed energicamente le distanze da ciò che sta accadendo nel mondo. Tanto più che siamo giunti al punto in cui bersaglio della violenza islamica non sono più solo i cristiani ma anche i musulmani traditori. Il Corano parla chiaro: due sole sono le alternative al problema degli infedeli: o si convertono o si uccidono. E questo, per me, non potrà mai collimare con la moderazione e il dialogo”.
L’onorevole Santanchè, impegnata da anni in una battaglia contro l’immigrazione clandestina e l’edificazione di centri di culto islamici nel nostro Paese, ha messo in evidenza le ragioni per cui a livello sia regionale che nazionale dovrebbe essere prevista una legislazione volta quantomeno a porre dei limiti a questo fenomeno.
“I motivi per cui diciamo no alle moschee in Italia sono di natura sia economica, sia culturale- ha spiegato-: non solo i finanziamenti per la realizzazione di questi edifici religiosi sono ingenti e la comunità musulmana non è in grado di coprirli, ma si pone anche un problema di abnegazione della nostra tradizione, dei nostri valori culturali, del nostro essere italiani. Sempre più città italiane si trovano a dover affrontare la tematica della costruzione delle moschee, ma alla luce degli ultimi orrori internazionali e considerando che appena il 5% dei musulmani in Italia si reca effettivamente nei luoghi di culto per pregare, io mi domando se non sia piuttosto il caso di discutere la chiusura degli edifici già esistenti sul suolo nazionale”.

Jasmine Cinquini