“Il Jobs Act determina un doppio binario nella gestione dei licenziamenti sia collettivi che individuali, trattamenti diversificati, non ragionevoli e che tendono a creare ulteriori disparità e disuguaglianze nel mondo del lavoro”: parole di Massimo Braccini, Segretario generale Fiom Toscana. Un attacco duro e circostanziato, quello di Braccini, che mette in luce come la riforma del mercato del lavoro si traduca anche e soprattutto nel mancato rispetto del principio di uguaglianza. “Organismi che nessuno ha mai eletto – ricorda – come l’Ocse e che negli ultimi anni non hanno indovinato nessuna previsione, plaudono a questa riforma e incoraggiano il Governo Renzi ad andare avanti su questa strada. Ma quale sarebbe questa via maestra? I dati purtroppo sono allarmanti riguardo la disoccupazione, la perdita di potere d’acquisto e l’impoverimento collettivo e tutte le riforme come quelle portate avanti fino ad oggi non solo non hanno dato risultati, ma hanno aggravato la situazione”. Secondo il Segretario le riforme, a partire da quella dell’ex ministro Fornero, stanno sortendo l’effetto contrario rispetto a quello sbandierato: nessuna ripresa per il Paese, ma danni in serie e continua svalorizzazione del lavoro. La ricetta di Braccini per invertire la tendenza è chiara: “La conquista di un nuovo Contratto collettivo nazionale di lavoro e la redistribuzione della ricchezza diventano una priorità se vogliamo ritornare a discutere di diritti collettivi e del sociale, altrimenti tutto sarò affidato al mercato. Certo i bisogni e le società sono cambiate, la perdita di produttività in Italia è in scesa vertiginosa e questo ci deve far riflettere sulla costruzione di un progetto di società alternativo anche in rapporto all’ecologia”. Il Segretario chiude la sua nota invocando una dura lotta sindacale contro il Jobs Act, che non escluda nemmeno la strada del referendum abrogativo.