Salutismo e buone pratiche, la ricerca in Toscana si promuove a Expo 2015

13 marzo 2015 | 12:55
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Salutismo e buone pratiche, la ricerca in Toscana si promuove a Expo 2015

Verso Expo 2015 (“Nutrire il pianeta, energia per la vita”) la Toscana si presenta con le carte in regola anche per quanto riguarda il contributo dal suo sistema di ricerca. Proprio su questo, per innovare produzioni agricole e contribuire alla lotta contro le malattie correlate a una nutrizione cattiva, l’auditorium di Santa Apollonia a Firenze ha ospitato, questa mattina, la presentazione di un consistente pacchetto con progetti di ricerca finanziati dalla Regione Toscana: 32 per oltre 4,6 milioni di euro tra fondi regionali, fondi privati e fondi provenienti dal 5 per mille Irpef destinato dai contribuenti per la ricerca sanitaria della Regione Toscana.

Molte le suggestioni analizzando le singole tematiche dei progetti finanziati: la ricerca toscana sta, ad esempio, tracciando le molecole del nostro tartufo bianco (ma anche le molecole del Brunello di Montalcino e pure quelle dei pesci) e sta studiano le proprietà salutistico/nutrizionali del mirtillo toscano, coltivato e selvatico; si ricercano le abitudini alimentari dei giovani nelle mense universitarie e si studiano le potenzialità degli orti urbani; si lavora per alimenti innovativi a base di cacao e si cercano prodotti avanzati multifunzionali per curare ulcere e ferite. Ancora: si studiano gli effetti del silicio nella birra della Val d’Orcia per trattare l’osteoporosi, le proprietà cardiorigenerative contenute nelle bacche d’uva di sangiovese toscano e quelle del frumento antico toscano per prevenire gli scompensi cardiaci; si cerca di capire meglio come il latte d’asina può aiutare l’alimentazione dei neonati ma anche le qualità nutraceutiche dell’olio d’oliva; si studiano gli insetti ma anche come determinati bruchi possano aiutare nella lotta all’ipertensione, si ricercano alcune molecole presenti nel cavolo nero o nel fagiolo zolfino per contrastare il diabete.
Tre (Emmanuele Bobbio, Luigi Marroni, Gianni Salvadori con le rispettive deleghe a ricerca, sanità, agricoltura) gli assessori regionali alleati su questa frontiera: una alleanza che si estende all’intero sistema toscano di ricerca – con le università, i centri e le strutture dell’alta formazione – ma anche al mondo delle imprese ed alle associazioni di categoria.
Tre i bandi regionali che hanno originato i progetti finanziati e presentati questa mattina in uno spazio che ha anche previsto specifici momenti di incontro fra imprese e ricercatori: il bando “Agrofood”, nato nel dicembre 2012 da una sinergia fra assessori alla ricerca e all’agricoltura, un bando del novembre 2013 specifico nell’acquacoltura e un bando, nel dicembre 2013, dall’assessorato sul diritto alla salute, per favorire progetti di ricerca in materia di “nutraceutica”: termine derivante dall’unione di altri due – “nutrizione” e “farmaceutico” – per indicare la natura “a cavallo tra l’alimento e il farmaco” di alcuni prodotti agroalimentari in forza delle loro proprietà funzionali, distinguendo tra “nutraceutico” (sostanza estratta da alimenti e dotata di qualità medicamentose o preventive) e alimento funzionale (vero e proprio cibo dotato di proprietà benefiche). 5 le aree tematiche per i progetti nel bando “Agrofood”: valorizzare le proprietà salutistico-nutrizionali degli alimenti; sviluppare nuove tecnologie e strumenti sulla sicurezza della catena alimentare; valorizzare gli aspetti che caratterizzano sia la qualità del prodotto che il rapporto fra prodotto, paesaggio, cultura e storia; individuare prodotti innovativi; analizzare la tracciabilità dei prodotti. 54 i progetti presentati molti dei quali (17) concentrati proprio sulle proprietà salutistiche e sulla qualità dei prodotti agroalimentari. 180 le imprese che hanno manifestato interesse a partecipare in modo attivo: 23 di queste si sono anche impegnate a fornire contributi economici. Tutti i progetti, verificati da una Commissione di esperti, sono risultati meritevoli: ma solo 17 sono stati ammessi a finanziamento, per un costo complessivo che ammonta a circa 3 milioni di euro (2,2 circa a carico della Regione Toscana con il restante 25% a carico dei soggetti beneficiari).
Nell’ambito della “nutraceutica”, tre le aree tematiche del bando a evidenza pubblica: 80 i progetti presentati con i primi 14 – dopo una selezione effettuata da un’apposita Commissione tecnica – risultati vincitori per un costo ammissibile, a progetto, compreso fra i 100 e i 200 mila euro con un totale di risorse disponibili pari a 1.616.000 euro. Ai 31 progetti dei due bandi già citati si aggiunge quello sulla valorizzazione dell’acquacoltura toscana (circa 120 mila euro), che si incentra sulla produzione di alimenti trasformati a base di pesce allevato nelle imprese toscane del settore. I risultati che si otterranno con questi progetti potranno essere utilmente impiegati nell’ambito delle misure per l’innovazione previste nel nuovo Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, in particolare nei progetti integrati di filiera sia a livello regionale che a livello territoriale. I partenariati attivi per la realizzazione dei progetti finanziati attraverso i bandi della Regione Toscana, forti delle collaborazioni già instaurate, potranno cogliere le opportunità del programma di ricerca europeo Horizon 2020.