Regione, l’opposizione fa le pulci al programma di Rossi dall’accoglienza alla sanità

30 giugno 2015 | 16:31
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Regione, l’opposizione fa le pulci al programma di Rossi dall’accoglienza alla sanità

Il Consiglio regionale ha dato il via libera al programma di governo di Enrico Rossi per la decima legislatura. Il voto è arrivato a conclusione della seduta, attraverso la presentazione di una risoluzione presentata dal gruppo del Partito democratico: 24 i voti a favore (Pd), 16 i voti contrari (Lega Nord, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Movimento Cinque Stelle, Sì Toscana a sinistra).

Prima del voto finale, sono stati respinti 18 ordini del giorno presentati da alcuni gruppi di opposizione: quattro di Forza Italia e Lega Nord su ritiro della riforma sanitaria, azioni mirate alla piena tutela di tutti i minori presenti sul territorio toscano, ritiro del Piano del paesaggio, con revisione della legge urbanistica, e introduzione di un bonus sicurezza per le amministrazioni locali, finalizzato a migliorare il controllo del territorio, e di un istituto regionale di vigilanza sugli appalti. Respinto un ordine del giorno complessivo proposto da Movimento Cinque Stelle, con proposte tra le quali l’istituzione del reddito di cittadinanza.
Respinti anche tredici ordini del giorno di Fratelli d’Italia: su molti temi, tra i quali la riforma dei corsi di formazione; il sostegno ai padri separati in difficoltà; l’eliminazione tassa di bonifica; la sostituzione azienda per il diritto allo studio; inserimento lavorativo ed emergenza abitativa a tutela dei cittadini italiani; controllo e (emendamento Alberti, Lega Nord) maggiore tassazione dei money transfer; agevolazioni sanitarie per possessori di partite Iva.
Un ordine del giorno presentato sempre da Giovanni Donzelli (FdI) relativo alla vicenda del Forteto, è stato invece ritirato a seguito della disponibilità confermata dal gruppo Pd di affrontare la questione in commissione.
È stato il consigliere Paolo Bambagioni (Pd) ad aprire il dibattito sul programma di governo illustrato dal presidente Enrico Rossi giovedì scorso, nella prima seduta della nuova legislatura. “Con una punta di emozione” – ha esordito – “un richiamo al nostro senso di responsabilità, per porre al centro delle nostre azioni gli interessi veri”.
E venendo al programma di governo, il consigliere è partito dalla nona legislatura, caratterizzata dal tentativo, per la Toscana, di sfidare “il processo di riforma e modernizzazione, che sta riguardando l’Italia intera”. Da qui le azioni sulle infrastrutture, i provvedimenti di natura urbanistica, il rilancio del bene paesaggistico, il sostegno alle imprese”, fino ad arrivare al tema dei temi: la riforma del sistema sanitario, con i tanti nodi ancora da affrontare e risolvere, insieme al personale sanitario”. “Governare non è semplice – ha concluso Bambagioni – ma la politica è utile quando riesce a risolvere i problemi, lasciandosi guidare da una bussola, ovvero dal mettere sempre al centro l’interesse generale dei cittadini toscani”. Il capogruppo di Forza Italia Stefano Mugnai ha posto l’accento sull’occupazione e il lavoro. “Nella relazione di Rossi tra le cose più importanti e urgenti vi è senz’altro l’impegno per l’occupazione e il lavoro – ha affermato -. Il lavoro, però, si difende non solo parlandone, ma investendo nella sburocratizzazione e cercando di vincere la sfida delle infrastrutture”. In tema di riforma sanitaria, accennando al referendum per la sua abolizione, Mugnai ha invitato tutti ad una “riflessione più serena e ragionata, per evitare tagli di dipendenti e posti letto, dettati da decisioni prese troppo in fretta”. Il consigliere ha infine invitato a riflettere sul tema della sicurezza, ovvero sulla “percezione di insicurezza dei cittadini”, che richiama tutti all’appello. Di “viaggio importante e impegno per costruire la Toscana del futuro” ha parlato Stefano Scaramelli (Pd), che ha chiesto al presidente Rossi di partire dal ruolo dei sindaci, come punto di forza con i territori della Toscana. E in tema di programma, il consigliere si è soffermato su alcune sfide principali da affrontare: la riforma della sanità, “da fare insieme agli operatori”; la difesa del paesaggio e la capacità di coniugare le eccellenze agricole con le politiche venatorie; il lavoro, “non solo difendendone i posti, ma creandone altri” e “rispondendo alle imprese che chiedono meno burocrazia”.
Il documento programmatico di Rossi “ha un approccio sistemico e non settoriale” e quindi “si ispira alle fasi più nobili della tradizione di governo della Toscana”. Lo ha detto Gianni Anselmi (Pd), che ha citato gli investimenti regionali effettuati a Piombino, Livorno e Massa Carrara “per attirare investimenti privati e aprire una stagione di sviluppo diversificato”. Questi investimenti, ha sottolineato, “dimostrano che il sostegno pubblico all’economia c’è”. Secondo Anselmi, “serve valorizzare i territori, guardare a una programmazione urbanistica di scala e non puntiforme e rimettere il futuro nelle mani delle persone che lavorano”.
“Io non vedo una Toscana che va bene e che è in crescita, come afferma Rossi”, ha dichiarato Manuel Vescovi (Lega Nord). “Invece, vedo imprese e lavoratori in difficoltà”. Vescovi ha chiesto che la politica e il governo regionale non faccia proclami, ma offra soluzioni, perché “per andare bene e per crescere serve creare ricchezza”. Citando il piano paesaggistico, ha aggiunto: “Quanto è costato? E soprattutto, è un vantaggio per la Toscana o crea un danno? Intendo verificare questi aspetti con puntualità”. Vescovi ha criticato anche la riforma della sanità e l’idea di finanziare le associazioni sportive. “I soldi pubblici”, ha spiegato, “vanno destinati ai toscani e non ai rom o ai clandestini”. E ricordando che la Lega Nord sarà “l’alternativa alla maggioranza”, ha annunciato che chiederà di intitolare l’aula consiliare alla memoria di Oriana Fallaci.
Secondo Paolo Sarti (Sì Toscana), “il governatore Rossi dice troppo spesso di essere di sinistra, mai poi con i fatti dimostra il contrario”. E ha aggiunto “che più che i proclami dalle colonne dei giornali servono fatti”. Sul lavoro, ha spiegato, “sono necessarie scelte forti a favore dell’occupazione e la Regione, invece, vara una riforma della sanità che prevede di tagliare l’occupazione del 10%”. Sarti ha concluso dicendo: “Noi non ci fidiamo delle parole, ma valuteremo i fatti e tuteleremo le idee di sinistra, perché noi rappresentiamo la sinistra di governo”.
“I giornali hanno parlato di opposizione indebolita, ma dal dibattito non mi sembra che sia così e questo è un bene per la democrazia e il buon governo della Toscana”, ha esordito Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia), che ha aggiunto: “Non voterò la risoluzione che approva il programma di governo, perché non lo condivido e non condivido l’approccio di Rossi ai problemi”. Donzelli ha annunciato che si batterà “per la difesa dei deboli, che non sono gli immigrati o i rom come indica Rossi, ma i lavoratori e le aziende della Toscana in difficoltà e i giovani che non hanno futuro”.
Molto critico nei confronti del programma di governo regionale è stato Jacopo Alberti (Lega Nord). “Sul lavoro soltanto chiacchiere ed enunciazioni di principio”, ha affermato Alberti, che ha poi lanciato un “guanto di sfida” al governatore sui tempi di attesa nella sanità: “Poiché ha promesso che in cento giorni riuscirà a diminuire i tempi di attesa, noi lo aspettiamo al varco e il 25 settembre andremo personalmente a verificare se quanto promesso si sarà concretizzato”. Alberti ha criticato il metodo di trasferimento delle risorse economiche nel recente passato dalla Regione alle Province per i centri dell’impiego e ha chiesto: “Come sono stati spesi quei 70 milioni di euro?”.
Parole di condivisione e sostegno alla comunicazione del presidente della Regione sono state espresse da Ilaria Bugetti, Pd, secondo cui il programma è “denso ed impegnativo” e servirà da stimolo ai consiglieri per “impegnarsi a favore dei propri territori”. La consigliera del Pd si è soffermata sulle “eccellenze toscane” ricordando che il sistema sanitario regionale rimane all’avanguardia in Italia. Inoltre Bugetti, nel quadro del welfare regionale, ha ricordato l’importanza del terzo settore, su cui il programma di governo mette attenzione tendendo alla valorizzazione di un settore così importante.
Il presidente del gruppo Cinque Stelle, Giacomo Giannarelli, ha affermato che “il movimento valuta nel merito ogni provvedimento al di fuori di ogni interesse privatistico, in linea col programma scritto con i cittadini” aggiungendo che “esprimiamo parere favorevole a diciotto dei venticinque punti per i primi cento giorni, condizionandolo però all’impegno da parte della Giunta di effettuare un monitoraggio sulla qualità della spesa”. Giannarelli ha evidenziato che i Cinque Stelle chiedono “il monitoraggio della spesa pubblica” e che “un monitoraggio del genere avrebbe evitato quel buco alla Asl di Massa di cui non troviamo traccia nel programma di Rossi”. Giannarelli ha inoltre ricordato che “in Toscana ci sono circa 560 mila poveri” e che “questi 560 mila cittadini sono al primo posto nella nostra agenda politica”.
Critico con il programma di governo è stato anche Tommaso Fattori, capogruppo Sì Toscana, che ha espresso un “giudizio complessivo negativo perché questo programma contiene una controriforma sanitaria, perché non presenta una vera politica industriale per la Toscana, perché manca di quel protagonismo positivo finalizzato alla crescita del nostro sistema regionale, sia in relazione all’Italia che all’Europa, mentre continua a proporre l’idea di realizzare grandi opere del tutto inutili”. Fattori ha annunciato che il suo gruppo si batterà per dare rappresentanza al mondo dei diritti e del lavoro.
“Il programma di governo presentato per la X legislatura non convince, è incentrato su una continua autoreferenzialità politica e descrive la Toscana come il paese del bengodi”. Così il consigliere del Movimento Cinque Stelle Andrea Quartini che nel corso del suo intervento ha parlato di “città sconvolte da grandi opere inutili, costose, dannose e in qualche caso criminali”. Rilevando come la piana fiorentina sia a “gravissimo rischio di peggiorare il disastro ecologico già in atto”, dove “nuovo aeroporto e inceneritore moltiplicheranno la forza devastante”, Quartini ha sottolineato la “cancerogenicità” della politica dei rifiuti in Toscana, ricordando che esistono “alternative ecologiche a costi equivalenti, capaci di produrre ben più posti di lavoro”. Sul sistema sanitario il consigliere ha dichiarato di “voler abolire” la legge 28 (Disposizioni urgenti per il riordino dell’assetto istituzionale e organizzativo del servizio sanitario regionale), perché le “ricerche scientifiche hanno ampiamente dimostrato che ad una concertazione di potere corrisponde solo un aumento della complessità del sistema e non un risparmio”. “La sanità la vogliamo pubblica, universale e gratuita per tutti”, ha concluso.
I capitoli infrastrutture e mobilità sono stati al centro dell’intervento della collega di partito Irene Galletti. “La domanda di mobilità è in crescita e assistiamo a scandali finanziari che hanno offuscato la necessità di infrastrutture bloccando, di fatto, l’ammodernamento e dimostrando che la Toscana non è un’isola felice”. Analizzando il sistema del trasporto pubblico su ferro, Galletti ha ricordato che “solo il 54 per cento delle linee è a doppio binario e solo il 34 è elettrificato”. Tra le criticità evidenziate non solo “sporcizia, vagoni inadeguati e ritardi”, ma anche un “bisogno di sicurezza tanto nelle piccole che nelle grandi stazioni”. La consigliera ha ribadito la contrarietà all’ipotesi pedaggio sulla superstrada Firenze-Pisa-Livorno e ha ricordato come la Darsena Europa per l’ampliamento del porto di Livorno, per grandezza, è “paragonabile alla Gorgona” e quindi “impattante”. “Abbiamo proposto alternative per un ridimensionamento e un recupero”. Sul fronte aeroporto Galletti si è detta convinta per lo “sviluppo del sistema”, nel rendere “Peretola un city airport” e quindi giudicando “sbagliata la previsione di una pista a 2mila 400 metri”.
Di una “minoranza che soffre, visibile proprio fuori da queste finestre” ha parlato Gabriele Bianchi, sempre del Movimento Cinque Stelle. “Nei nostri anni di attivismo abbiamo voluto approfondire questa minoranza, conoscendola di persona, incontrando ingiustizie inaudite”, ha detto parlando di cittadini “privati del diritto ad una casa, senza possibilità di curarsi, spesso con figli minori”. “Questa non è la Toscana che vogliamo lasciare al termine dei prossimi cinque anni”, ha continuato Bianchi osservando come quel “quattro per cento di cittadini sotto la soglia di povertà non costituiranno mai, per noi, una cifra accettabile, né lo sarà quel 18 per cento di persone ormai al margine della sussistenza”. Molti i “punti critici”, che il consigliere ha sollevato, tra questi la “percezione di una urgenza nella Sanità”. “Il nuovo progetto con cui la Regione vuole riformare il sistema, accentramento e riduzione, tagli e razionalizzazione, è un modo per allontanare ancora di più i cittadini dalla possibilità di essere assistiti in tempi brevi e nel modo più mirato possibile”. Bianchi ha quindi concluso dicendo che “non esiste un’austerità buona perché, per definizione, pesa sulle spalle dei cittadini e degli ultimi”.
A chiudere gli interventi del Movimento Cinque Stelle il consigliere Enrico Cantone: “Il programma del governatore ricorda la canzone ‘l’anno che verrà’ di Luci Dalla”, ha detto, rilevando che “non serve il narcisismo della propaganda. Rossi preferisce fuggire dalla realtà”. “Noi vogliamo una istituzione trasparente, con i muri di cristallo. Vogliamo percorsi partecipativi obbligatori, l’impegno a discutere le proposte di iniziativa popolare entro sei mesi dal deposito”. “Vogliamo – ha continuato – tagliare veramente i costi della politica e monitorare i finanziamenti regionali. Vogliamo più fatti e meno parole. Non ci serve una maggioranza che governa la Toscana celebrando gli stessi rituali e con le stesse ricette”. Il consigliere Stefano Baccelli (Pd), ha ricordato la strage di Viareggio con la quale il presidente Giani ha aperto la seduta annunciando la disponibilità a incontrare i familiari delle vittime della strage di Viareggio. Anche in questo senso l’apprezzamento per la decisione di Rossi di istituire una delega sulla sicurezza: “Va declinata – ha detto – in senso ampio come sicurezza del territorio: le vittime di quel terribile evento sono state colpite mentre dormivano nelle loro case”. Baccelli ha poi parlato dei punti salienti del programma di governo, “che non è una fotografia immutabile, ma che può essere migliorato e implementato con il nostro contributo”. Il consigliere ha fatto riferimento, tra l’altro, all’impegno che attende la Toscana in punto di governo del territorio (Province, Camere di Commercio, Prefetture, questure, etc): “E’ il tema dei temi”.
Antonio Mazzeo (Pd) ha evidenziato una doppia sfida per il Consiglio regionale: essere di stimolo continuo nei confronti della giunta e “ridare credibilità a questa istituzione e alla politica”: per farlo, ha aggiunto, “la strada non è quella di chi, come fatto oggi da alcuni esponenti di minoranza, usa parole come menzogna”. Al centro dell’intervento il lavoro, e con esso l’opportunità di un’agenzia regionale per l’attrazione degli investimenti, l’accorpamento dei poli tecnologici per crearne uno di livello europeo, un Piano per lo sviluppo della Toscana basato sull’economia digitale. Il consigliere ha apprezzato “il fatto che il presidente Rossi intenda costituire una commissione speciale proprio dedicata allo sviluppo della costa e chiedo al Consiglio regionale di lavorare perché anche questa possa partire insieme a tutte le altre e creare da subito le condizioni per lavorare concretamente a progetti e programmi di sviluppo su quell’area”.
Apprezzamento alle linee guida del Programma di governo 2015-2020 del presidente Rossi, ma anche consapevolezza dell’impegno e delle sfide che attendono questa legislatura. Così Leonardo Marras, capogruppo Pd, che ha parlato di condivisione “per l’ossessione per il lavoro”. Nelle parole del consigliere l’invito a “non aver paura” del cambiamento, in una situazione nella quale occorre dare un contributo, “pescando” nel passato e nel presente della Toscana. La nostra regione “è stata la prima a sperimentare un modello di decentramento amministrativo” e “un sistema sanitario da primato”. Può attingere alla sua tradizione di “equilibrio tra sviluppo e coesione sociale: a partire da questi dati dobbiamo sapere guardare avanti e vedere la Toscana del futuro”. “Solidarietà per i cittadini toscani” per la “dose di parole” superiore a quanto sopportabile “per una persona normale e anche per una molto interessata”. Così Claudio Borghi, Lega Nord-Salvini, portavoce dell’opposizione, che ha premesso come, in un dibattito tanto vasto, il fatto che “tutte le opposizioni siano contrarie non significa che abbiano una posizione concorde”. Tuttavia ha provato a cogliere gli elementi concordi tra vari interventi, a cominciare da quello di Tommaso Fattori (Sì Toscana a Sinistra), a proposito di lavoro e salario. Secondo Borghi Rossi usa una “neolingua”, “si dice una cosa per dirne un’altra”: se per far fronte alla crisi i lavoratori producono di più a salario eguale, “significa ridursi lo stipendio”. La questione è “dire la verità”, essere “sinceri e chiari nel parlare”. E tra le verità ci sono “le politiche del governo di cui questa giunta è emanazione”.
Borghi ha poi ripreso un tema sviluppato da Giacomo Giannarelli (M5S), quello dei fondi. “La dura verità” è che si andrà a “tagli e tasse”, e “se si dicono bugie si finisce nella situazione greca”. Tra i temi evidenziati dal portavoce anche quello del lavoro – “L’auspicio è portarlo in Toscana, e non dalle altre regioni, ma dal resto del mondo” –. Il punto si lega all’impegno profuso nelle crisi aziendali – e Borghi cita ad esempio la Smith di Volterra, per la quale invoca un’attenzione serrata anche nel futuro dopo l’impegno già registrato -. In chiusura il portavoce prende spunto dall’intervento di Gabriele Bianchi (M5S), e formula l’auspicio di “marcare l’autorità del Consiglio”. “Cerchiamo di essere più concreti possibile” dice rivolto all’aula: “Noi non siamo loro”, aggiunge, ricordando le diverse funzioni tra legislativo ed esecutivo. Il riferimento è alle opposizioni – “qualsiasi iniziativa di questo tipo avrà il nostro appoggio” – ma anche in generale all’assemblea. Se dalla maggioranza venissero “istanze migliorative” rispetto agli atti della Giunta, “non vedo perché noi dovremmo essere contrari a prescindere”. Ha concluso esprimendo il suo accordo con quanto affermato dal capogruppo Manuel Vescovi (Lega): il programma di Rossi “è viziato da menzogna”.