
No alla soppressione del Corpo Forestale dello Stato. A ribadirlo è il sindacato Fns Cisl con il suo segretario Fabrizio Ciuffini: “Sono passate altre due settimane da quando lanciavamo l’ulteriore allarme per spiegare l’inopportunità della scelta del governo di voler sopprimere il Corpo Forestale con una riforma che contiene molti tratti di contrasto anche giuridico per gli obiettivi che si pone. Un progetto inutile se non addirittura pericoloso, che all’indomani della promulgazione della nuova legge per il contrasto alle Ecomafie rischia di far sparire tutta quella capacità organizzativa e d’intelligence che il Corpo Forestale ha sviluppato nel tempo e che oggi lo colloca a fianco degli uffici delle procure di tutta Italia, più impegnate nel contrasto e prevenzione dei reati ambientali”.
“Al tempo che il governo lanciò l’idea – sempre con il solito tweet – per convincere i cittadini della bontà dell’operazione, si riproponeva la discussione sul perché cinque corpi di polizia in Italia e su come accorpandoli si potesse risparmiare sul bilancio dello Stato. Tutto falso, anche perché la spesa sostenuta per il funzionamento del Corpo Forestale dello Stato compensa ampiamente con le sanzioni amministrative notificate. Alcune stime ufficiali spiegano che il Corpo Forestale costa ai cittadini circa 490 milioni di euro all’anno, di cui circa 460 sono quelli che gravano sui costi del Personale. Questo significa che spostando queste 8000 unità del corpo in un’altra forza di polizia, assunto che gli stipendi saranno pagati comunque, la spesa pubblica non cambia. Alla spesa del personale si sommano poi circa 30 milioni di euro l’anno per il funzionamento del corpo stesso, compensata come detto dalle sanzioni erogate proprio per merito dell’azione svolta. La media degli ultimi quattro anni, fino al 2013, rispetto ad illeciti amministrativi contestati, è stata di circa 28.250.000 euro. Solo nel 2013 i reati accertati sono stati circa 11730 ed oltre 300 le persone denunciate per il reato d’incendio boschivo. Casomai la soppressione del Corpo Forestale e la confluenza del personale in altre forze di polizia realizza un aumento della spesa pubblica. Come? E’ presto detto: alle 8000 unità del Corpo forestale dello stato andrebbe sostituita tutta la fornitura delle uniformi e delle dotazioni di reparto per una spesa non inferiore ai 12 milioni di euro. Altri milioni serviranno per modificare foggia e colori della flotta dei mezzi del Corpo Forestale dello Stato (circa 1700), compresa
quella aerea (indipendentemente se passerebbe ad una forza di polizia al corpo nazionale dei vigili del fuoco); così come servirebbero non meno di altri 2 milioni per fare almeno una “mini formazione” al personale che transiterebbe in altri corpi”.
“Infine – prosegue il sindacalista – serve dire che la soppressione del Cfs e lo spezzettamento delle funzioni in diverse altre forze di polizia non risolverebbe il vero problema di costi della spesa pubblica che è rappresentato dalle sovrapposizioni e duplicazioni di funzioni (troppi che arrivano sugli stessi eventi, con compiti analoghi e con conflittualità istituzionali ogni volta da chiarire). Basti pensare al Noe (Nucleo operativo ecologico) dell’arma dei carabinieri che però ha reparti che si occupano anche di politiche agricole e alimentari (deciso con decreto del 2008); l’Ispra (Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale) posto alle dipendenze del ministero dell’ambiente; la Guardia di finanza con un Nucleo repressioni frodi comunitarie che non si occupa solo di materie economico finanziarie ma anche di controlli al sistema dell’energia e del sistema idrico, ma anche con un occhio alla filiera dei rifiuti; la capitaneria di porto che incrocia i controlli anche riguardo la fauna ittica e non solo. Avrebbe quindi invece senso pensare allo sviluppo del Corpo Forestale dello Stato, che avrebbe potuto assorbire il personale della Polizia provinciale e quelli dei Corpi forestali regionali delle regioni a statuto
speciale che il governo ha lasciato fuori dallo schema di riforma che contestiamo. Quanto meno il Cfs avrebbe potuto coordinare una vera e propria cabina di regia per tutte quelle che sono le attività istituzionali di cui ha competenza il Cfs, facendogli coordinare le oltre 100 polizie provinciali. Adesso il provvedimento Madi torna al Senato, dove speriamo si vorrà tornare ad aprire gli occhi su quella che – lo ribadiamo – è una scelta sbagliata”.