Stop della Regione all’integrazione ai contratti di solidarietà, Fiom Cgil in guerra

4 settembre 2015 | 17:09
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Stop della Regione all’integrazione ai contratti di solidarietà, Fiom Cgil in guerra

La Regione Toscana, con delibera pubblicata sul bollettino regionale il 5 agosto, ha abrogato il contributo di integrazione al reddito per i lavoratori che aderiscono ai contratti di solidarietà. E i sindacati vanno all’attacco. “L’intervento – sottolineano Daniele Collini e Daniele Calosi della Fiom Cgil – garantiva ai lavoratori sospesi in contratto di solidarietà una integrazione pari a circa il 10% in aggiunta a quanto previsto dall’Inps con lo spirito di ridurre l’impatto economico a tutti coloro che si trovano in aziende in crisi, senza disperderne le professionalità. Questo contributo vale mediamente una spesa settimanale per cinque persone, è piu alto degli 80 euro del bonus Renzi e per tutti i lavoratori coinvolti rappresenta un valido aiuto a contrastare la crisi”.

“Nelle aziende metalmeccaniche della provincia fiorentina – proseguono – lo strumento del contratto di solidarietà è stato ampiamente utilizzato spesso su richiesta della Fiom al fine di evitare i licenziamenti. Durante la crisi che dal 2009 sta attraversando il settore, abbiamo sottoscritto un numero di accordi che, nel rapporto con il numero totale di cassa integrazione straordinaria, vede la provincia di Firenze avere il primato nazionale nell’utilizzo di tale strumento. Senza i contratti di solidarietà oggi avremmo oltre mille disoccupati in più nel settore metalmeccanico fiorentino. La Regione Toscana nel togliere questo prezioso strumento non si accorge (o fa finta di non accorgersi) che avrà valenza retroattiva visto che saranno bloccate le domande presentate dopo il 5 agosto ma dimentica che tali domande devono essere sottoscritte a seguito dell’autorizzazione da parte del Ministero del Lavoro del Contratto di Solidarietà che di norma avviene dopo 8-9 mesi; ciò vuol dire che saranno bloccati nei fatti gli accordi sottoscritti a partire dalla fine del 2014 e non da agosto 2015. Oltre al danno la beffa. Chiediamo pertanto, alle aziende che hanno anticipato il contributo regionale, di non recuperare le somme anticipate e di avviare un confronto sindacale per risolvere il problema. Nel giorno in cui il consiglio dei Ministri approva in via definitiva gli ultimi quattro decreti legislativi attuativi del Jobs Act, che oltre a consentire il controllo a distanza dei lavoratori, ridimensiona l’utilizzo della cassa integrazione, la Regione Toscana comunica l’abrogazione di un importante elelmento di sostegno. Ciò comporterà un ulteriore danno a chi già vive la crisi. Se questo è il primo effetto che si ha nella ‘Toscana laboratorio del Jobs Act’, annunciata dal presidente Rossi nel febbraio scorso, allora partiamo con il piede sbagliato”.