
Non solo vino e moda, ma anche il manifatturiero che produce macchinari ad esempio. E la ricerca. La Corea del Sud, tra le quattro maggiori potenze economiche asiatiche assieme a Cina, Giappone e India, è interessata ad allargare la cooperazione economica con l’Italia; e la Toscana punta ed è pronta a far conoscere le proprie aziende e l’opportunità del proprio territorio, proseguendo il lavoro già svolto in questi da Toscana Promozione.
Di questo si è parlato oggi nell’incontro tra il presidente della Toscana Enrico Rossi e il nuovo ambasciatore in Italia e a Malta della Corea del Sud, Lee Yon-joon. Quaranta minuti per parlare di esportazioni, dell’università in Toscana che fanno ricerca d’eccellenza ma anche di possibili investimenti. La burocrazia italiana spaventa e Rossi ricorda come la Toscana, da alcuni anni, offra a chiunque voglia investire un punto di riferimento regionale per il disbrigo di tutte le pratiche. “in questo modo – spiega – garantiamo tempi certi sul rilascio dei permessi.” Il diplomatico è stato ricevuto stamani nello studio del presidente a Palazzo Strozzi Sacrati. Al termine il consueto scambio di doni con una confezione di té coreano al ginseng per Rossi e un portalibri con il simbolo della Toscana per l’ambasciatore.
Vino, moda e turismo. La Corea è tra i maggiori consumatori al mondo di vino. Alcune etichette toscane sono già note, ma i vini al momento più conosciuti sono quelli francesi e cileni. Un mercato da sviluppare. Quanto alla moda, la Corea vale 21 miliardi di euro e Seoul è diventate un punto di riferimento per le tendenze di tutta l’Asia Pacifica. Esiste anche un fronte culturale: Firenze ospita da anni, con il contributo della Regione, il Korea Film Fest, unico festival del cinema coreano in tutta Italia. E poi c’è il turismo: mezzo milione di turisti partono dalla Corea del sud e visitano ogni anno Firenze.
Porti e logistica. La Toscana potrebbe però, appunto, offrire altro. Tra le potenzialità ricordate dal presidente Rossi, ci sono, oltre all’industria meccanica, i porti e la logistica. “A Piombino – spiega – abbiamo realizzato un escavo di diciotto metri. A Livorno stiamo lavorando per fare altrettanto con la Darsena Europa. Sono due porti capaci di ospitare grandi navi e collegati con la rete ferroviaria”.