Carceri toscane, vertice del sindacato Sappe a Firenze

15 settembre 2015 | 14:11
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Carceri toscane, vertice del sindacato Sappe a Firenze

Il segretario generale del sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe, Donato Capece, presiede domani (16 settembre) a Firenze il diciannovesimo Consiglio Regionale della Toscana, in programma alla Casa circondariale di Sollicciano. Partecipano all’assise il segretario regionale Sappe della Toscana Pasquale Salemme, i dirigenti e i segretari del Sappe in servizio nelle carceri per adulti e minori della Regione.

“L’iniziativa del Sappe è fare il punto della situazione delle carceri toscane e portare una concreta testimonianza di vicinanza ai poliziotti penitenziari in servizio nella Toscana”, spiega Capece. “Gli ultimi episodi di cronaca accaduti in diverse carceri regionali, Lucca e Pisa ad esempio, dimostrano come la tensione sia costante nei penitenziari toscani. Agenti di Polizia aggrediti, offesi, umiliati, detenuti violenti e impuniti. Questa è la sintesi della situazione, tenuto conto che a fine agosto il numero dei detenuti presenti nelle carceri regionali era pari a 3.246 persone, 114 donne e 3.132 uomini. Per fortuna delle Istituzioni, gli uomini della Polizia Penitenziaria svolgono quotidianamente il servizio in carcere con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici. In questo sono stati e sono sempre affiancati dal dinamismo della Segreteria Regionale Sappe della Toscana, del segretario regionale Pasquale Salemme, sempre in prima linea per rivendicare tutele e garanzie al lavoro dei Baschi Azzurri in Regione”. Tra i temi in discussione al congresso del Sappe anche la ventilata ipotesi del Governo Renzi di riorganizzare ed accorpare le Forze di Polizia del Paese. Capece spiega la posizione del Sindacato: “Vogliamo governare il cambiamento ventilato sulla riorganizzazione delle forze di polizia, ma non accettiamo una marginalizzazione della Polizia Penitenziaria. La sicurezza dei cittadini non può essere oggetto di tagli indiscriminati e ingiustificati. E la realtà è che con sei miliardi di tagli che i vari Governi Prodi, Berlusconi, Monti, Letta e Renzi hanno operato dal 2008 ad oggi, i cittadini sono meno sicuri perché ci sono meno poliziotti a controllare le loro case e i quartieri, meno poliziotti penitenziari nelle carceri a fronte di un numero di detenuti che sta tornado ad aumentare esauriti gli effetti “taumaturgici” della sentenza Cedu – Torreggiani, meno forestali contro le agromafie e le ecomafie per la tutela dell’ambiente, meno vigili del fuoco a difenderci da disastri e calamità, a garantire sicurezza e soccorso pubblico”.