Rossi: “Sviluppo rurale, i fondi siano gestiti dalle Regioni”

15 settembre 2015 | 16:26
Share0
Rossi: “Sviluppo rurale, i fondi siano gestiti dalle Regioni”

“Le Regioni, che hanno già esperienza con i fondi dello Sviluppo rurale, sono le candidate ideali a gestire tutte le misure di investimento
in agricoltura”. Così il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, si è espresso oggi durante l’audizione alla commissione agricoltura del parlamento europeo a Bruxelles, chiedendo al tempo stesso una semplificazione per rendere più efficiente il sistema di erogazione dei fondi comunitari in agricoltura, che oggi avviene attraverso un doppio binario, quello della Pac (primo pilastro) ovvero gli aiuti diretti e le misure sugli investimenti dello Sviluppo
Rurale (secondo pilastro).
In Toscana i fondi comunitari portano risorse consistenti all’agricoltura. “Nel 2014 – ha ricordato Rossi – i pagamenti diretti effettuati per il primo pilastro sono pari a 187 milioni di euro, mentre i fondi dello sviluppo rurale erogati sono stati pari a 168 milioni di euro. La nostra Regione rappresenta un modello territoriale e paesaggistico unico e di pregio. Il paesaggio è il frutto dell’agricoltura, la Toscana non sarebbe la stessa senza il suo paesaggio e le sue 70 mila aziende agricole e le 5200 aziende agroindustriali che forniscono prodotti e servizi di alta qualità. Basti pensare alle 86 fra denominazioni di origine protetta e indicazioni di origine protetta riconosciute”. Rossi ha inoltre ricordato il Piano del paesaggio adottato dalla Toscana, le misure di contrasto al cambiamento climatico e la creazione della Bancadella Terra, per agevolare il lavoro dei giovani e l’utilizzo delle terre incolte.
“Per il futuro – ha concluso – dobbiamo chiederci se è giusto mantenere l’attuale assetto con tutte le varietà di intervento, oppure non sia più opportuno omogeneizzare e razionalizzare gli interventi. Io credo che sarebbe opportuno che tutti i pagamenti legati alla superficie siano assicurati nell’ambito del primo pilastro, mentre le misure legate agli investimenti afferiscano al secondo pilastro, ossi alla politica di sviluppo rurale”. Ed è proprio in questo contesto ed in virtù dell’esperienza delle Regioni in materia di sviluppo rurale che Rossi ha avanzato la proposta che siano loro i soggetti ideali per gestire tutte le misure di investimento, unificandole ad esempio con quelle previste dalle Ocm (organizzazioni comuni di mercato) per vino, olio e ortofrutta, ed evitando il doppio binario e le sue complicazioni e sovrapposizioni.