I Cobas contro Rossi: “Contratti di solidarietà, il contributo va ripristinato e senza inciuci”

Contributo regionale ai contratti di solidarietà, i Cobas attaccano Cgil, Cisl e Uil, accusate di essere andate in soccorso del governatore Enrico Rossi e chiedono di ripristinare il contributo “senza inciuci”. “Le rassicurazioni del presidente Rossi e l’assenso ricevuto dalla Cgil non ci soddisfano – tuonano i Cobas -. L’incontro Cgil Cisl e Uil Toscana e Rossi ha prodotto risultati insoddisfacenti, infatti la Regione Toscana non può cavarsela con l’impegno a garantire il contributo regionale solo per chi ha aderito ai contratti fino al 5 agosto scorso. E tutti gli altri?”.
“Prima ancora degli ultimi decreti attuativi sul jobs act fossero approvati – vanno avanti i Cobas -, la Regione Toscana ha sospeso il contributo del 10% con un atto di imperio della Giunta a fine luglio ad insaputa dello stesso Consiglio Regionale (il decisionismo Renziano in salsa toscana) ,ai contratti di solidarietà, una misura conquistata dai lavoratori per integrare il contributo Inps e portare il salario percepito ad una cifra accettabile. Prima della approvazione dei decreti attuativi del Jobs act che i contratti di solidarietà li dismette, il presidente Rossi ha cancellato il contributo regionale il cui scopo era quello di elevare l’importo del contributo erogato dall’Inps. Rossi e la sua maggioranza avevano deciso in estate di sospendere questo contributo, le proteste dei Cobas e della Cgil hanno prodotto un risultato che per noi, al contrario di altri che a sproposito cantano vittoria, resta insoddisfacente perché esclude dal contributo centinaia di lavoratori e lavoratrici ma soprattutto perchè sancisce il disimpegno della Regione in materia di ammortizzatori sociali già falcidiati dal Governo. I contratti di solidarietà non sono mai stati una alternativa alla cassa integrazione, il jobs act riduce gli ammortizzatori sociali e condanna i lavoratori delle aziende in crisi e destinate alla chiusura alla disoccupazione e alla fame. Per questo non sono venute meno le ragioni per le quali la Regione Toscana incrementi questi contratti, anzi sono maturi i tempi perchè la Regione incrementi il salario dei lavoratori e delle lavoratrici compiti dalla crisi per i quali gli ammortzzatori sociali non rappresentano più una ancora di salvataggio. Basta con la demagogia del presidente Rossi: i soldi dei Toscani vadano ai lavoratori regionali e non alle inutili grandi opere e a finanziare i padroni”.